Ciao Massimo! Come stai? Come è andata ieri sera sul palco dell’Ariston?
L’Ariston è un teatro molto particolare, c’è sempre la stessa emozione, lo stesso stress, la stessa paura di sempre… prima di salire sul palco ho la salivazione azzerata, gambe che mi tremano sempre… è così, ma Dio benedica l’Ariston!
Il tuo primo anno a Sanremo è stato il ‘68... chi c’era allora?
C’erano Armstrong, Lucio Dalla… io ho fatto 68 e 69, uno di fila all’altro. Quando è entrato Louis Armstrong era un mito, si sono alzati tutti quanti in piedi… solo che ha sbagliato città, e al posto di dire Sanremo ha detto: “sono contento di essere a Modena!”
Il brano di Sanremo lo hai realizzato in collaborazione con Tiziano Ferro e Nek
Si! È tutto nato per caso... ho chiamato Tiziano in quanto avevo bisogno di una canzone oltre a quelle che avevo già scelto per il mio disco. L’ho chiamato e gli ho detto "fratellino ho bisogno di te!"… 4/5 giorni dopo è arrivata la canzone, che per me è una perla
Ci è piaciuto sentirti parlare di questo brano con amore...
Pensa che ieri sera volevo cantarla un’altra volta! Io la ascolto da 3 mesi mi ha colpito tutto, la storia, il testo, il titolo… Io non avevo alcuna intenzione di venire a Sanremo prima di aver ascoltato questa canzone, ho scelto di partecipare perché volevo farla ascoltare a questa platea. Sono sempre più felice di averla cantata e sono sempre più convinto di questa canzone
Abbiamo qui un 45 giri con il brano di Sanremo e un’altra traccia, che esce venerdì...
Erano anni che non vedevo un 45 giri… sono sempre bellissimi.
Di "Tra le mani un cuore" mi hanno colpito molto le parole del testo...
È una canzone struggente, lacerante, di bellezza e di dolore. In una coppia, quando ci si lascia ci si fa male, io stesso ho ancora qualche ferita aperta e, tra i due, c’è sempre qualcuno che soffre di più. Di questa canzone mi piace l’altruismo, il fatto di essere presente per una persona con la quale abbiamo avuto una storia importante nonostante tutto. Io solitamente soffro sempre di più…
Toglimi una curiosità...una casa la hai ancora o vivi nei teatri?
La vera casa di chi fa il mio lavoro è il camerino, io li riconosco tutti, appena li cambiano io me ne rendo conto! Sono sempre gli stessi camerini, perché sono sempre gli stesi teatri, ma è una vera emozione entrarci, sono la mia casa da 50 anni
A proposito di cambiamenti, cos'è cambiato nell'Ariston rispetto alla prima volta che ci sei stato?
Nel '68 eravamo al Casinò di Sanremo, non all’Ariston! Io ho visto per la prima volta dei grandi cantanti che vedevo solo in tv… il primo che ho visto è stato Modugno, che mi ha incoraggiato... poi c’erano Renis, Villa… io avevo 16 anni, mi sentivo come Alice nel paese delle Meraviglie. Poi è arrivato anche Battisti… per me era un sogno che è diventato realtà.
Sei soddisfatto della tua carriera?
Io sono privilegiato, perché questo non è un lavoro, è un mestiere. Siamo fortunati a fare quello che facciamo!
Dopo Sanremo ripartirai subito!
Sono un giro da 24 anni con vari spettacoli. Dopo Sanremo riparto subito, martedì siamo già a Napoli per una settimana e si riprende già il tran tran… è la mia passione, questo so fare!
Dicevi prima delle emozioni che hai provato da giovane incontrando i tuoi grandi idoli. Pensi che anche i giovani di questo cast che incontrano te provino lo stesso?
I giovani di oggi non sono come eravamo noi! Sono più sicuri… beati loro! Oggi sono coscienti di stare davanti a una telecamera e davanti a un pubblico, io ero veramente incosciente, non avevo la stessa consapevolezza. Solo dopo ho iniziato a capire le cose belle e brutte. I giovani sono molto più sicuri di loro stessi, però sarebbe sempre meglio stare con i piedi per terra, perchè come dico sempre io: "Uno schiaffo ti fa crescere, una carezza ti fa sedere"