Ho sentito Spostato Di Un Secondo e mi piace, te l’ho scritto prima del Festival. Raccontare qualcosa di doloroso che però ti fa rinascere è molto bello...
“L’autobiografia è una cosa semplice. La vita cambia, evolve, ti trasforma e ti fa diventare diverso. Rispetto agli anni 90 è cambiato il mondo, questo influisce anche su chi scrive come me. Io sono fortunato, faccio un lavoro meraviglioso che mi permette di stare con la gente. Oggi mi scrivono sui social, prima con le lettere”.
E il Festival è cambiato nella sua natura?
"È rimasto un’occasione per chi fa musica. Un calcio di rigore che, con tutti quelli che hai sbagliato, ti dà modo di fare centro".
Restando al calcio, stasera c’è Fiorentina-Roma...
"Non la guardo, ho un convegno sull’estinzione dell’iguana che dura 90 minuti, se poi siamo in ritardo abbiamo qualche minuto di recupero…"
Abbiamo sentito e visto 'Disperato', il brano che hai portato a Sanremo nel 1990. Avere il coraggio di cantare 'Disperato' ha dato la possibilità alla gente comune di riconoscersi in un artista...
"Erano anni difficili, con una generazione senza punti di riferimento. Avevano iniziato a sperperarci i soldi, la politica subì un impatto da meteorite, con una morìa di uomini e di ideali. Io rappresentavo lo smarrimento generazionale, c’era bisogno di una voce che graffiava con forza. Oggi è diverso. Un Vaffanculo oggi non serve più, ce ne sono troppi…"
Spostato Di Un Secondo è anche il titolo del tuo nuovo album.
"Sì il brano di Sanremo è la punta di un iceberg, che racconta un disco, un tour da aprile e quello che sono adesso".