Intervista13 dic 2021

Marco Mengoni, Materia (Terra): “Gazzelle un amico, Madame viscerale”

L'artista racconta la nascita del disco, il rapporto con i genitori e il nonno, la semplicità del disco e l'importanza della musica, mentre si prepara ai suoi primi concerti negli Stadi con Radio Italia come radio ufficiale

Marco Mengoni racconta il suo nuovo album “Materia (Terra)” a Radio Italia solomusicaitaliana, regalando anche esibizioni live di “Luce” e “In due minuti”, accompagnato dal chitarrista Peter Cornacchia: “È l'unico modo di condividere che ho, cantare”. Mengoni racconta in diretta a Mauro Marino e Manola Moslehi il percorso che ha portato alla nascita di “Materia (Terra)”, la semplicità che si riflette nel disco, parlando dei suoi genitori e di suo nonno e le collaborazioni con Gazzelle e Madame. Sui due concerti negli stadi, con Radio Italia solomusicaitaliana come radio ufficiale, dice: “Mi sto preparando con molta mindfulness”.
Complimenti per aver letto il gobbo così in lontananza, vuol dire che ci vedi bene... Non ho una grandissima memoria. Quando inizia la registrazione, la mente non si sente più libera, sei un po' costretto, una parte del cervello si spegne, quindi ho bisogno di qualcosa, un testo, per ritrovare l'equilibrio. Non so perché, dopo 12 anni di questo mestiere non riesco a controllare l'emotività, che sia in un palazzetto, in un club, in un teatro o qui a Radio Italia
Ci hai fatto sentire “Luce” dal tuo nuovo album “Materia (Terra)”. È la prima tappa di un percorso più lungo. È stato difficile. È sempre difficile descrivere quanto sia lungo, laborioso e tormentato scrivere un disco, perché metti dentro tante riflessioni ed emotività. A volte pensi di aver sbagliato a condividere cose che forse non avresti dovuto. Poi esce il disco e ti devi rassegnare al fatto che qualcuno lo ascolterà e che condividerai due anni di pensieri

Marco Mengoni interpreta "Luce" a Radio Italia

Nel video di “Cambia un uomo” c'è anche tuo padre, “Luce” l'hai invece dedicata a tua mamma. Che cosa ti hanno detto i tuoi genitori quando hai deciso di fare il cantante? Sì, nel video c'è anche mio padre. Luce l'ho dedicata a un rapporto madre-figlio e ovviamente, avendo una mamma bellissima e incredibile, l'ho dedicata a lei. Io non ho mai deciso davvero di fare questo mestiere, non l'ho mai inseguito, ho seguito l'onda, è capitato per scommessa o per caso, ma mi ci sono trovato bene. La musica e il canto sono un mezzo incredibile per sentirsi meglio, per lenire delle ferite, se sei una persona un po' turbolenta, che riflette molto, si critica, si analizza e deve superare esperienze, belle o brutte, avere un mezzo per sfogare tutto è fondamentale. Non saprei ora dove sarei se non avessi sfogato tutto questo con la musica, forse lo avrei fatto in un altro modo, ad esempio a me piace dipingere. Io dico che la musica è la prima arte sulla Terra. L'uomo ha cercato di imitare il suono della natura, ce l'ha un po' è nel dna questa cosa, solo che c'è chi è più fortunato e chi no
In questo album hai raccontato l'amore nella maniera più naturale possibile, senza sensazionalismo. Parlo di “Luce”, di “Proibito”, ma in generale di tutto l'album. Se stato sincero fino in fondo senza essere banale. L'ho voluto fare in questa prima parte del disco, che ricordo è composto da tre parti. Venivo da due anni chiuso in casa. Ho passato quasi tutto il lockdown da solo, in casa. L'unica cosa che mi fa iniziare una giornata è pensare che possa avere emozioni da condividere e relazioni. Volevo condividere tutte le relazioni che avevo vissuto e guardato anche da fuori. La semplicità è parte di me, ho chiamato anche l'album Terra. Vengo da una famiglia semplice di lavoratori, che mi hanno sempre dimostrato che il lavoro contava, che era giusto sudare e faticare. E poi sono cresciuto con mio nonno, una persona semplice. La semplicità a volte è considerata quasi un difetto, invece no, a volte era complicato parlare con mio nonno, mi raccontava cose del suo passato, della sua crescita. Quando mi spiegava come funziona la natura, quando piantare pomodori o patate, era chimica e biologia, ma lui me lo diceva con semplicità. Da quella semplicità racconti i rapporti, che poi in realtà non sono tutti così semplici, per fortuna o sfortuna. Il sentimento in sé non è complicato, è la mente umana a esserlo

Marco Mengoni: "In due minuti" a Radio Italia

“Materia (Terra)” è un album tutto suonato che rappresenta l'inizio di un percorso in 3 dischi. Ci sono delle collaborazioni… Ce ne sono tante, vocalmente nei pezzi e nella scrittura c'è Fabio, Gazzelle, che ho scoperto da un po' di anni, è un amico, non solo un artista che stimo, è molto bravo a scrivere, è come se fosse un amico del mio paese, avevamo già collaborato nel brano Calci e pugni dell'Atlantico repack. Sono rimasto folgorato dal suo modo di approcciare e condividere. Abbiamo fatto serate, dicendoci che avremmo dovuto fare qualcosa insieme. A un certo punto è uscito fuori questo pezzo e l'ho chiamato. Lui era in tour, super impegnato, non aveva tempo, ma mi ha chiamato e mi ha detto: 'Domani provo ad andare in uno studio e butto giù delle cose'. Ha scritto delle strofe e lo special di 'Il meno possibile'. Poi c'è la Madame, giovanissima ma ha una mentalità da attribuire a uno di 45 anni che ha vissuto certe cose, che ha tanti tormenti dentro e vuole condividerli. Lei ha una voce molto blues e soul, è viscerale. Ho voluto mettere queste influenze perché arrivano alle viscere, anche se tecnicamente va su altri generi, nella voce ha qualcosa di profondo, di anima. Ci siamo conosciuti e ho conosciuto una ragazza sensibilissima, sembra molto forte, iperprorompente, invece è super timida
Parliamo di giugno, ci sono due appuntamenti che ti riguardano con Radio Italia come radio ufficiale: il 19 giugno a San Siro a Milano e il 22 giugno all’Olimpico di Roma. Come ti stai preparando? Con molta mindfulness. Passare a spazi così grandi, anche pensare al palco, per me che disegno e faccio bozzetti, è molto difficile, tutto macro, sono dimensioni diverse. Spero più che altro ci arriveremo tutti in un modo più tranquillo degli ultimi periodi, stiamo ancora guardando i dati, spero vadano meglio e che non peggiori questa situazione. Fermarci per un altro anno… no. Poi magari ci vedremo anche a un altro RADIO ITALIA LIVE – IL CONCERTO, nel 2019 avevamo fatto una 'Io ti aspetto' di un'ora e mezza, la prossima volta faremo 'Cambia un uomo' di sei ore