Come hai trascorso questo periodo? “Ormai siamo chiusi in casa da un po' di tempo ma ho sfruttato questo tempo per fare un viaggio. Questa situazione ci ha tolto tanto, ma ci ha fatto scrivere e viaggiare interiormente. Ho cercato un po' di risposte dentro di me, mi sono fatto tante domande e ho trovato anche qualche risposta grazie alla scrittura, nel mio habitat naturale, al piano di sotto dentro il mio studio”.
Quindi hai scritto tanto. C'è qualcosa in arrivo? “Tutti noi ci siamo concentrati sulla scrittura, all'inizio eravamo spaventati e un po' freddi di fronte a quella che è la nostra passione. Nei primi tempi eravamo più attenti a quello che succedeva fuori, la quotidianità era cambiata, poi abbiamo cercato di inventarci qualcosa, di riprendere in mano la nostra vita”.
Mancano dieci giorni al tuo concerto in streaming, il 9 maggio, al teatro La Pergola di Firenze con noi di Radio Italia come radio ufficiale. Quanta voglia hai di tornare a esibirti? “Tanta curiosità e voglia. Abbiamo deciso di fare questo concerto per molti motivi. Il più importante è la voglia di tornare a trovare una sintonia tra noi musicisti, tra fonici, tecnici, fotografi, tutta una categoria di persone che da un anno ha smesso di lavorare. Io so che quando un elettricista sta preparando qualcosa tra poco devo salire sul palco. Ho richiamato tutti perché c'è voglia di ricreare qualcosa che possa essere un concerto. Vedrete un concerto vero. Nasce dalla voglia di tornare nel nostro posto di lavoro vero, il palco, dalla voglia di collegarci tutti quanti sulla stessa frequenza. Abbiamo sposato anche una causa molto importante: in un momento di distrazione dove il protagonista è il covid, molti bambini si sono sentiti da soli e abbandonati. La Fondazione dell'Ospedale Meyer di Firenze, vero fiore all'occhiello, ha sempre cercato di regalare un sorriso a un bambino attraverso varie iniziative. Dato che per farle servono fondi, abbiamo pensato di contribuire”.
Nella tua carriera hai scritto un sacco di canzoni, tutte meravigliose, sarà difficile fare una scaletta... In genere tu sei deciso o ci rimugini e cambi? “Le canzoni non sono tutte meravigliose, alcune sono più riuscite di altre. La rosa va fatta cercando un criterio logico, di sicuro non possono mancare le canzoni più popolari, arrivate a più gente. In genere cerco di capire lo spettacolo e, una volta inserite le canzoni più importanti, inserisco le altre in base al colore del concerto. Questo sarà uno spettacolo intimo e caldo, quindi canzoni che in genere vengono fatte con un arrangiamento saranno adattate a un altro sound”.
Per te è la prima volta in streaming, come ti sei preparato? “Ormai siamo abituati a stare da soli, il pubblico sembra quasi un punto di arrivo troppo lontano perché ancora la situazione si deve risolvere. Immaginare il pubblico adesso è più difficile che immaginare uun concerto senza pubblico. Il segreto di un concerto è arrivare al pubblico comunque. Nel calcio il pubblico assiste, ma sono i calciatori che giocano e regalano gioia, nel concerto cantiamo insieme, è diverso. Dobbiamo fare in modo che il pubblico si senta al teatro della Pergola. Il pubblico è indispensabile, non esisterebbe la musica, l'emozione, non esisterebbero le storie. Non è pensabile un futuro tutto in streaming”.
Hai detto che sarà un concerto intimo, caldo, elegante, in acustico e che ci saranno anche un sacco di sorprese... “Si tratta di sorprese musicali. Avremo una formazione 2-1-1- con due musicisti, il sottoscritto, un musicista aggiunto e ruoli intercambiabili. Ci sarà un cambio di ruoli che porterà a vedermi in una veste più camaleontica".
Hai chiesto a tuo amico Umberto Tozzi, che ha appena fatto un concerto in streaming, qualche dritta? “Me le ha date nel 1987”.
C'è poi un altro appuntamento: il 30 settembre recupererai il concerto per festeggiare i 30 anni di carriera, sempre con noi di Radio Italia come radio ufficiale. “Ringrazio Radio Italia, gli annni insieme sono sempre belli dagli anni 90. Ne festeggerò 31, siamo in attesa di capire quello che succederà con le riaperture, capire le capienza. Siamo curiosi ed emozionati. A fine ottobre/ novembre si svolgerà l'altro tour, che è la continuazione del programma che avevamo interrotto a inizio pandemia. Tutti noi abbiamo davvero voglia di tornare, il nostro settore è il più penalizzato perché vive di assembramenti e condivisione sociale. Se ripartiamo noi vuoi dire che sta ripartendo il Paese”.
C'è un segnale positivo e incoraggiante, il concerto-esperimento a Barcellona, in Spagna, dove non ci sono stati contagiati... “Un buonissimo segno. Se le cose vengono fatte con attenzione e con persone specializzate è possibile evitare di restare tutti fermi, è possibile evitare una crisi ancora più grande. È un peccato bocciare la cultura e sacrificare lo spettacolo e questa categoria di lavoratori”.
In 31 anni di carriera in che cosa sei cambiato e in che cosa invece sei rimasto identico? “Direi in 31 anni di vita, perché è quella che fa da padrona: ti cambia, ti cresce, ti aiuta a essere protagonista di un viaggio extra mentale, per vederti da lontano. Credo di aver cambiato tutto, ho perso prima mia madre, poi mio padre. Ho perso amici, ne ho acquistati altri, mi sono chiesto perché potevo stare con una ragazza invece che con un'altra. Ci sono tante domande. Quando scopri i perché inizi a conoscerti. Conoscendoti prendi un'altra dimensione. Sono rimasto uguale nell'entusiasmo e nella follia che avevo a 20 anni. La voglia di provare, di rischiare, di alzare l'asticella per sfidare me stesso mi ha portato a essere sempre un po' incosciente e salterellone come si dice a Firenze”.
Ti senti gratificato? “Sono contento di quello che ho fatto, nella mia vita professionale e umana ho trovato tante difficoltà. È come se hai una macchina, senti un rumorino e non viene il meccanico. Te la smonti tutta da solo e, una volta che l'hai smontata, la conosci perfettamente. Credo di aver imparato qualcosina dalla vita, dalla musica, l'ascoltare è uno studio, forse la maniera migliore per imparare. La tecnica è fine a se stessa, quando poi l'orecchio ti aiuta a capire la strada da seguire allora sei a buon punto. Nel mio ultimo album ci sono gli amici veri, si sono sfogati con me, abbiamo passato serate a parlare, ci siamo dati anche consigli di lavoro, con questi ragazzi ho instaurato davvero un legame profondo”.
Avevi pronosticato un Sanremo speciale. Alla fine sei rimasto soddisfatto? “Mi è piaciuto. Io ho avuto la sfortuna di interrompere la partenza di un viaggio bellissimo, che poi si è fermato subito. Dovevo incontrare gente, firmare copie, invece tutto quello non è avvenuto e siamo rimasti spiazzati. Io almeno ho un repertorio, mi spiace per chi ha iniziato proprio dal Sanremo 2020 per farsi conoscere”.