Sei tornato con un nuovo album, un nuovo singolo...
“Io sono molto felice del disco ‘Ghettolimpo’, perché l’ho scritto negli ultimi 2 anni e mezzo. Una volta uscito, è come aver lasciato andare questo bambino: la parola che ho usato di più nell’ultimo mese è stata proprio parto. ‘Ghettolimpo’ racchiude quello che ho passato negli ultimi 2 anni. Mentre ‘Gioventù bruciata’ parlava del mio passato, questo album parla di cosa è successo dopo Sanremo. L’ho scritto molto viaggiando: ‘Baci dalla Tunisia’, per esempio l’ho scritta mentre andavo a fare una data a Tunisi. È stato importante perché la quarantena mi ha bloccato un po’ a livello artistico. ‘Ghettolimpo’ rappresenta una via di mezzo tra l’olimpo e il ghetto. Parlo anche di mitologia greca perché è una passione nata da piccolo grazie a un dizionario mitologico che mi aveva regalato mia mamma.”
Hai sbloccato le 14 canzoni di questo disco come se fossero un videogioco.
“È come se fosse il mondo di un videogame, perché sono appassionato anche di videogiochi, manga e anime. Anche altri miei brani come ‘Dorado’ hanno una melodia che ricorda quella di un videogame. Ho cercato di viaggiare a pari passo tra immagini e musica.”
C’è anche un’importante collaborazione con Elisa, in “Rubini”. Com’è nata?
“Abbastanza a caso, avevamo scritto insieme un altro pezzo. Poi in Universal ho sentito un altro provino, scritto da Elisa come esperimento: l’ho preso, ho chiesto a Elisa se le andava di cantarlo con me, ho rifatto la prima strofa e lo abbiamo rilavorato con Dardust. Sono molto legato a ‘Rubini’ perché ho un ricordo preciso di quel pezzo quando l’ho ascoltato e di come ci ho lavorato d’estate. Poi ho imparato molto da Elisa in studio, perché lei cura ogni dettaglio, fa un coro gospel in 5 minuti...”
Ci racconti anche “Klan”, il tuo ultimo singolo?
“Sono molto contento di ‘Klan’ perché, anche se ha dei toni un po’ rozzi e cattivi anche il testo è un po’ ‘violento’, in realtà ha un significato di inclusione, di gang e famiglia. Lo abbiamo riportato anche nel video. È l’antagonista di ‘Kobra’, che invece rappresenta quelle persone di cui non ti puoi fidare e che io ho incontrato anche nel mio percorso. Per questo motivo volevo che entrambi i titoli iniziassero con la lettera K.”
Nella copertina di “Ghettolimpo”, sei un Narciso un po’ rivisitato. Come mai questa scelta?
“Perché di base sono pazzo! In realtà, quello di Narciso era il mito che mi piaceva di più da piccolo e quindi volevo raffigurarlo alla mia maniera. Rispetto al mito originale, il mio è un Narciso un po’ particolare: vedo la mia immagine distorta nel mio riflesso ed è quello che mi è successo dopo Sanremo. Se per amici e familiari ero un po’ diverso, io mi vedevo sempre uguale nel mio riflesso.”
In “Ghettolimpo” c’è anche “T’amo”, che è dedicata alla tua mamma di origini sarde.
“Sì, io parlo in dialetto in famiglia. Non avevo mai parlato delle mie origini ed è figo perché ho collaborato con un coro del mio paese di origine, Orosei, in cui c’è anche mia cugina, Antonellina. Si chiama Intrempas: i miei musicisti si sono sentiti con l’insegnante di questo coro per mesi e mesi di prove. Poi ci siamo trovati a Olbia, abbiamo registrato tutto ed è nata questa canzone.”
I Tazenda ti hanno fatto i complimenti per la canzone.
“Ero felicissimo, perché è come una prova del nove per un sardo. Anche mia mamma era felice, si è messa a piangere.”
Ci sono dei live in programma?
“Arrivano, quest’estate dovrei fare qualcosa di bello. Poi si spera che il tour parta alla fine dell’anno.”
Nanni Moretti ha scelto “Soldi” per annunciare la sua partecipazione al Festival di Cannes con il film “Tre piani”: l’ha cantata insieme alle sue attrici in un video.
“E chi se l’aspettava! Quando ho visto il video non capivo, sembrava uno scherzo. Sono veramente onorato, lui è uno dei geni dei nostri tempi.”