Ecco la video intervista #atupertu…
SPUTNIK. Dal precedente Pop-Up all’ultimo disco, Luca è sempre “lo stesso” come dice una sua hit, con l’aggiunta di qualche nuova collaborazione.
“L’esperienza di non essere solo e di condividere la scrittura con altri”, spiega, “è partita da Fisico & Politico con Fabri Fibra. Questo album è arricchito dall’incontro con una nuova generazione di cantautori, non solo autori, come Calcutta e Giorgio Poi che vivono a Bologna e che vedo spesso, e con Gazzelle, artista romano che mi piace: sono andato a vederlo in concerto, avevo scoperto il suo disco. È un album senza duetti cantati ma con collaborazioni nella scrittura”.
LUCIO DALLA. Per Carboni, l’abitudine di usare il telefono per appuntare parole e musica è frutto dei consigli di un grande e compianto artista italiano: “Dalla tanti anni fa mi insegnò a sforzarmi di annotare soprattutto idee di testo e pensieri quotidianamente, persino quando non hai niente da dire, proprio come esercizio. Ora la tecnologia ci dà smartphone che permettono di salvare note, musica e idee, oltre ai pensieri, quindi io registro continuamente frasi che mi vengono in mente, anche mettendo a rischio la mia vita mentre guido, per esempio…”.
Sul nuovo album, lanciato dal singolo Una grande festa, aleggiano fin dal titolo “i russi e gli americani” cantati da Lucio in Futura: “Sputnik è una parola sovietica. La storica grande gara tra russi e americani per la conquista dello spazio e gli armamenti, dal dopoguerra fino agli anni 80, fa parte del mio dna e della mia vita. Sono nato negli anni 60 e ho vissuto tutto questo sulla pelle, compreso l’uomo americano sulla Luna: sulla copertina del disco ho giocato andando a riprendere la propaganda dei sovietici, che furono i primi ad andare nello spazio”.
CALCIO. Tra le immagini scelte dal cantautore per la cover c’è la bandiera dell’Italia. Da grande appassionato di calcio, cosa si aspetta Luca Carboni dalla Nazionale e dal suo Bologna? “Sono due incognite. Vedo bene la Nazionale perché ha un buon commissario tecnico (Roberto Mancini, ex calciatore lanciato proprio dal Bologna, ndr). Il problema è sempre riuscire a valorizzare i giovani e a far giocare i talenti nel campionato di Serie A: tanti stanno in panchina e poi quando ci servono agli Europei e ai Mondiali non hanno l’esperienza e il peso che potrebbero avere. Il discorso del Bologna è ancora più complesso: oltre alla scelta di Pippo Inzaghi come allenatore, è un anno di grandi trasformazioni. Dato che il presidente è molto benestante, mi auguro che investa anche sui giocatori…”.