IL RACCONTO DELLA SUA VITA28 nov 2024

Ligabue agli Arcimboldi: un concerto fatto di musica e parole

Il rocker ha in programma le ultime due date del tour teatrale. La prima è prevista stasera (giovedì 28 novembre) a Piacenza, mentre la seconda domenica sera (1 dicembre) a Bologna 

Ieri sera (mercoledì 27 novembre), al Teatro Arcimboldi di Milano, abbiamo avuto la conferma che Ligabue, oltre a essere un grandissimo rocker, è anche un abile narratore. Per una delle ultime tappe del tour teatrale (che precede l’attesissimo appuntamento a Campovolo), il cantante ha offerto ai suoi fan uno spettacolo di oltre due ore, fatto di musica e parole.
Insieme alla sua band, composta da vecchie conoscenze come Federico Poggipollini (alla chitarra) e dal nuovo arrivato Lenny Ligabue (il figlio, alla batteria), l’artista di Correggio ha proposto le sue canzoni più celebri (Certe notti, Urlando contro il cielo, ad esempio) e i brani dell’ultimo album Dedicato a noi (la titletrack, La metà della mela, per dirne due). Ha anche letto estratti di Una storia. Autobiografia, grazie ai quali gli Arcimboldi (totalmente sold out) hanno scoperto oppure riscoperto con immenso piacere delle chicche sulla sua vita, dalla prima chitarra avuta in regalo al piccolo incidente avvenuto sul palco dell’Arena di Verona.
Ligabue ha ricevuto la prima chitarra a 15 anni inaspettatamente dal papà Giovanni che, fino ad allora, gli aveva sempre detto che “i musicisti sono tutti dei morti di fame”.

Ligabue, la sua storia - Parte Prima

Ligabue ha composto Sogni di rock'n'roll a 20 anni, nel garage di casa. In quel momento sentiva di star scrivendo dei pezzi non suoi. Gli veniva più semplice ideare delle melodie che dei testi. A un certo punto, sdraiato a terra su un materasso, pensando alla notte trascorsa con i suoi amici in giro su un maggiolone e sentendo la radio, gli sono venute in mente due parole, a lui tanto care: Sogni e Rock’n’roll. Queste due hanno poi dato vita a Sogni di rock'n'roll, appunto, una delle sue perle musicali.

Ligabue, la sua storia - Parte Seconda

Ligabue ha capito di voler fare il cantante nel 1982, a un concerto di Franco Battiato, a cui ha assistito con la sua fidanzata di quel tempo e due sconosciute (“che definirle gnocche è riduttivo”). Le due, come tante altre che lanciavano reggiseni e mutande sul palco, erano pazzamente innamorate del Battiato artista, ma anche del Battiato uomo. “Quanto è bono”, ammetteva una. “Me lo farei qua davanti a tutti”, confessava l’altra. Sentendole parlare in questo modo, si è detto, fra sé e sè: “Ok, magari faccio il cantante”. 
Nel 2010, su idea di un produttore, Lenny ha suonato la batteria per un pezzo del nuovo progetto del papà, ovvero Taca banda, traccia numero 3 di Arrivederci, mostro!. Quando gli è stata fatta la proposta, Ligabue era perplesso, per la giovane età del figlio. Lenny, invece, non aveva alcun dubbio: per lui, era un gioco da ragazzi. Si è seduto alla batteria, ha preso le bacchette in mano e ha chiesto, con tono sicuro: “Allora cominciamo?!”.
Durante un’esibizione del 2013 all’Arena di Verona, Ligabue è scivolato e si è provocato una microfrattura alla spalla destra. Non ha interrotto la tournée, però. Lo ha portato avanti, nonostante il dolore che provava quando toglieva il tutore prima dei live. Non ha mollato, soprattutto per i suoi fan che gli dimostravano (e gli dimostrano ancora adesso, ovviamente) tutto il loro affetto con dei cartelloni e stando “sul pezzo”. Su uno striscione, comparso durante uno spettacolo di quel tour, è apparso il titolo di una traccia di un progetto che ancora non era uscito. Si trattava di Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, contenuta in Mondovisione.
Insomma, con lo show di ieri sera, Ligabue ha mandato a casa i fan con molta bella musica in testa e con tante storie da raccontare