Come va? “Siamo belli freschi. Qua con le direttive dall'alto non possiamo uscire, non possiamo fare nulla, addirittura dovremmo mangiare ognuno nella nostra stanza, che però è un po' assurdo visto che siamo una band. È una sorta di carcere, ma ci trattano bene. Ci hanno rinchiuso qui per le interviste”
Ieri stati strepitosi, c'è sempre questa punta della sala stampa, ma questa canzone che si chiama “Tantissimo” secondo noi è destinata ad andar bene. Voi fate tutto in issimo! “Siamo venuti consapevoli di quello che accade a Sanremo, l'importante è che il brano arrivi. Il giudizio della sala stampa e del web fa parte del gioco, ma la canzone deve entrare nel cuore e nella mente delle persone, si fa musica per loro”
Ci volete raccontare meglio “Tantissimo”? “Racconta un confronto con se stessi, nel momento in cui si hanno lacune e ferite che rimangono sottopelle. La mente tende sempre a trovare percorsi veloci per risolvere una problematica, che però resta lì e a un certo punto emerge. In questi due anni di pandemia abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con noi stessi, prima nessuno di noi aveva avuto il tempo. Sono venuti fuori un sacco di demoni”
Come sono stati questi due anni complessi? “C'è stato il panico iniziale, avendo figli poi c'era preoccupazione, ma abbiamo l'enorme fortuna di essere dei creativi e quindi la musica ci ha aiutato. Nel tempo ci siamo resi conto della fortuna che abbiamo avuto, noi non abbiamo mai avuto così tanto tempo per dedicarci alla musica, abbiamo scritto tantissimo. C'è da dire che noi abbiamo potuto sopravvivere, anche economicamente, ma ci sono stati danni veri, soprattutto per tantissimi tecnici che hanno risentito parecchio di questa situazione perché non hanno lavorato”
Avete dovuto riprogrammare date del tour con Beppe Vessicchio. Ma stasera lui c'è o no? “Non c'è. Abbiamo messo davanti la sua salute a qualsiasi cosa, anche a discapito della performance. Beppe si è negativizzato dal Covid, ma è stata una batosta. Fino a qualche momento prima dell'esibizione non sapevamo cosa sarebbe successo. Ci siamo sentiti al telefono e abbiamo detto 'Evitiamo oggi e speriamo nelle cover', perché poi la cover è il proseguio di quello che abbiamo fatto in tour con il Maestro, sarà una performance iperorchestrale”.
Canterete il brano di Paul McCartney “Live and let die”. Perché l'avete scelta? “Garrincha dice poche cose ma ponderate; quando l'ha proposto, ci siamo guardati e abbiamodetto 'Certo, è questo il brano, ci accomuna tutti'. Arriviamo in versione Mc Cartney”
Secondo voi come mai siete l'unica band in gara? “In due anni di lockdown non c'è stato nemmeno modo di andare in studio tutti insieme. Poi i ragazzi sono un po' viziati dalla tecnologia e spesso preferiscono rimanere in camera loro col computer. C'è anche il discorso su che tipo di vita ha una rock band e sulle dinamiche di tipo commerciale. Una band quando va a Sanremo deve far uscire un album per fare poi concerti. In questo momento storico èè difficile pianificare un tour a sei mesi di distanza. Alcuni colleghi magari hanno reputato poco funzionale venire a Sanremo e dover star fermi poi. Noi l'1 ottobre 2022 suoneremo al Fabrique di Milano”