La scommessa di Diodato è questa: “Poco prima di vincere il Festival, avevo detto che se l’avessi vinto avrei fatto la maratona di New York. Ora dico che, se l’Italia vince l’Europeo, visto che non ho fatto ancora la maratona di New York faccio prima quella per il Festival di Sanremo e poi vado a farne un’altra a Londra. Quindi, visto che la finale si gioca a Londra, vado a fare la prossima maratona di Londra”.
Ultimamente, col lancio dell’ultimo singolo “L’uomo dietro il campione”, la sua vita e quella di Roberto Baggio si sono intrecciate a doppio filo. Ecco cosa ci ha raccontato: “Se dovessi dire cosa c’è dietro l’artista Diodato, direi una persona abbastanza timida, con dei forti contrasti. Sono timido, però talvolta molto estroverso. Sono una persona che sta cercando di conoscersi e lo fa anche attraverso la musica. La musica quindi mi serve per mettere a fuoco me stesso e per abbattere tutte le barriere che mi dividono dagli altri. Non so se è paragonabile il Mondiale che Baggio avrebbe voluto giocare nel 2002 e il mio Eurovision che non sono riuscito a fare, perché in realtà qualcosa sono riuscito a fare. Cantare in quell’Arena lì vuota in collegamento europeo è stata un’emozione gigantesca ed è stato anche un grande privilegio. Mi sono sentito comunque fortunato, era durante il lockdown e mi sono sentito parte di un flusso, di una storia comune. È come se qualcosa di importante l’avessi fatta e sono felice. Ho imparato negli anni, e la musica te lo insegna, a vedere il lato positivo di cose brutte o difficili che ti succedono. Cercare di sfruttare al meglio anche le cadute o gli inciampi che ci sono nella vita di tutti i giorni”.
Restando in tema di musica e sport, Diodato ha fantasticato su un ipotetico tridente stellare della sua squadra formata da artisti italiani: “Domenico Modugno, lo mettiamo lì centravanti, poi ala sinistra Ennio Morricone che gli fa degli assist perfetti e ala destra un Bruno Lauzi così”, ha risposto Antonio scegliendo dei nomi simbolo della nostra storia.