Stasera, in coppia con Frah Quintale, l’artista canterà uno dei più grandi successi del grande cantautore
Joan Thiele è passata a trovarci al Fuori Sanremo. Ai nostri conduttori Mauro Marino e Francesca Leto, l’artista ci ha raccontato le emozioni del suo primo Festival di Sanremo. Dopo aver incantato con “Eco”, staserà duetterà con Frah Quintale sulle note di “Che cosa c’è” di Gino Paoli. Ecco il testo dell’intervista.
Ben arrivata Joan! È la prima volta che ci incontriamo!
Sono molto felice di essere qui, grazie dell’invito!
Come sta andando questa prima esperienza sanremese?
Io non so spiegare come mi sento, sono onesta. Sto vivendo tantissime emozioni, tutte insieme. Poi, la forza e l’energia dell’Ariston sono indescrivibili. Anche Elodie me l’aveva detto che era un’emozione inspiegabile: ora l’ho capito anch’io.
Prima sono passati a trovarci Marcella Bella e Massimo Ranieri: loro sono veterani del Festival e dicono che l'emozione rimane sempre. Poi c’è anche l’orchestra…
È stato incredibile perché non avevo mai avuto la possibilità di suonare con un’orchestra vera. Ho portato un pezzo con un mondo strumentale che necessitava dell’orchestra.
In “Eco”, c’è un messaggio molto emozionale. Come fai a entrare così tanto nel pezzo quando lo canti dal vivo?
Io lo dico sempre: per me, scrivere e fare musica è come entrare in una catarsi, mi estraneo dal luogo dove sono ed entro dentro la musica. Poi, è sempre diverso, non è mai la stessa formula: sul palco succedono delle cose che è difficile spiegare.
Tu vieni dal mondo R and b, soul e jazz, ma tra i tuoi ascolti ci sono anche i Led Zeppelin, vero?
Sì, io sono una grande Led-Zeppeliana! . Da piccola, imparavo a suonare la chitarra e sognavo di essere come Joan Baez e Joni Mitchell. Poi, ho scoperto i Led Zeppelin, che mi hanno fatto venire voglia di suonare la chitarra elettrica: volevo diventare come Jimmy Page, ma di Jimmy Page ce n’è solo uno! In realtà, la bellezza della musica è che gli ascolti non sono ciò che fai…
Ora sei a Sanremo, ma dopo tanta gavetta: ci parli degli inizi della tua carriera?
Ho iniziato suonando per strada e nei locali. Io sono di Desenzano, quindi mandavo miliardi di mail ai locali sul lago di Garda, scrivendo: “Per favore posso suonare?”. Dopo aver tappezzato il lago, sono andata a Milano. È iniziata un po’ così, poi sono passata anche in Inghilterra e lì mi sono innamorata ancor di più della musica, grazie ai concerti e ai festival. Da lì, ho avuto una fortissima voglia di tornare in Italia e fare le mie cose.
Ci viene da chiederti: perché molti di voi giovani vanno a Londra per la musica? Cosa c’è in quella città che vi attrae?
Personalmente sono innamorata di Londra e di tutta la musica che viene da là, a partire dai Beatles. In realtà mi ero innamorata anche di un ragazzo di là, quindi avevo una scusa per andarci.
Tornando al tuo brano sanremese, ci racconti come è nata “Eco”? A chi è dedicata?
È una canzone che ho scritto un anno e mezzo fa in studio: l’ho scritta piangendo, quindi è molto emotiva. Inizialmente l’ho dedicata a mio fratello e poi anche a me e agli altri. Racconta la nostra infanzia, tra momenti di difficoltà e il provare a stare vicini e superare tutte le paure.
Oggi è uscito il 45 giri che contiene “Eco”, con “Veleno” sul lato b. Dopo Sanremo, il 21 febbraio uscirà il tuo nuovo album “Joanita”. Sei emozionata?
Ancora non ci credo! Ci ho lavorato per due anni e mezzo. Questo disco è una parte di me: l’istinto e l’io bambino. Far parlare le mie emozioni e meno la testa. Poi, dopo il Festival e l’uscita dell’album, arriveranno i concerti. Non vedo l’ora di suonare perché ho iniziato così.
Stasera, per la serata delle cover, hai scelto una canzone importante: “Che cosa c’è” di Gino Paoli…
Volevo un pezzo che mi emozionasse, senza pensare troppo, e questa è una canzone che mi fa venire i brividi. Gino Paoli è il nostro king assoluto. Volevo cantare questa canzone d’amore perché c’è n’è bisogno e volevo farlo con un amico, Frah Quintale.