Artista Day07 set 2021

J-Ax, SurreAle: i feat con Meta e Sarcina, il Covid e il messaggio positivo di Sono un fan

L'artista racconta il suo nuovo progetto in occasione del J-Ax Day, svela come è nata la hit “Salsa” con Jake La Furia e spiega la voglia di esprimere le sue posizioni, senza timore di perdere follower

J-Ax presenta il suo nuovo album “SurreAle” con dieci inediti in occasione del J-Ax Day, il progetto editoriale di Radio Italia solomusicaitaliana e Corriere della Sera. Durante un’intervista in compagnia dei nostri speaker Mauro Marino e Manola Moslehi e del giornalista del Corriere Andrea Laffranchi. L'artista racconta le collaborazioni con Ermal Meta e Francesco Sarcina, parla del rapporto con Nek e del suo esporsi senza pensare alle conseguenze.
Hai avuto tempo per scrivere, hai un album nuovo… Doveva essere un repack, alla fine è diventato un album. Ai miei tempi, un album di 10 brani si sarebbe chiamato EP, dico ai miei tempi in quanto io vecchio. Al giorno d'oggi è un vero e proprio album perché i giovani programmano dischi più brevi”.
Perché da ReAle a SurreAle?Perché così almeno si capisce che è un re-pack e poi perché abbiamo vissuto questi 2 anni, un periodo surreale. Il disco si chiamava ReAle e quindi ho pensato di aggiungerci Su. Continuo con questo gioco di parole che a me piace tantissimo e che probabilmente è un po' cringe”.
Ci sono 10 inediti in “SurreAle” però non so se sono surreali o meno le collaborazioni con Ermal Meta e Francesco Sarcina. Come sono nate?A livello molto organico. A Ermal, che conosco ed è molto simpatico, ho detto 'Fammi un pezzo che non c'entri niente con i brani d'amore, facciamo una cosa diversa, dove scherziamo e tentiamo di far ridere'. E' venuto un pezzo ragazzi… Sia la base sia il ritornello li ha scritti lui. L'inizio del cazzeggio viene da lui. Invece Francesco ha scritto un libro, l'ha promosso l'anno scorso, me l'ha mandato perché mi ha chiesto di scrivergli la prefazione. Leggendo il libro ho detto 'Guarda, sto scrivendo un pezzo che parla di molte cose che lui ha messo nel libro'. Mi è scattata la scintilla e gli ho detto 'Vieni a provare a cantarlo'. Nella versione provino cantavo io il ritornello ma è venuto molto meglio nella versione cantata da lui. Poi c'è anche 'La canzone country' con Federica Abbate dove lei recita la parte della campagnola e io quella del cowboy”.
C'è un singolo nuovo che si intitola “Sono un fan”… “A un certo punto Merk & Kremont mi hanno mandato questa produzione. Forse io non ho mai cantato una canzone così, totalmente positiva. Quando sono positivo ci metto sempre comunque un po' di sale, cattiveria o nichilismo. Questa è una canzone totalmente positiva. Essere fan non è dire qual è la cosa che ami ma il modo in cui la ami, è quello che ti definisce un fan. Fan è l'abbreviativo di fanatico ma il fan vero è diverso da un fanatico. Voglio dedicare il pezzo a me stesso che ho detto di chi sono fan e a chi mi segue”.
A proposito di feat. quello con Jake La Furia in “Salsa” sta andando benissimo. È veramente il tuo pezzo più zarro?Spero di sì. Per me zarro è un complimento mentre cool è un'offesa. Tra l'altro, il Covid ha interrotto la produzione di SurreAle ma il grosso del lavoro era fatto. Quando sono guarito ho scritto di getto “Voglio la mamma”, un brano che ho anche pubblicato ma non ho spinto più di tanto. Mi sono detto 'Dopo sto pezzo non voglio che la gente pensi che il Covid mi ha reso un tristone che riflette sul significato della vita'. Ho fatto un patto con me stesso quando ho iniziato a fare i dischi. Io guardavo i cantanti di una certa età che si tramutavano in santoni e dispensavano grandi verità. Poi sta cosa è capitata anche a me, entrare con il moralismo travestito da coraggio e dare consigli al pubblico, ma forse è una cosa naturale dell'essere grandi, pensi di poter dare un aiuto. Però ho detto 'Quando entri in studio e ti metti le cuffie, almeno 9 volte su 10, devi ritornare quell'amabile cazzone di 20 anni che ha fatto il primo disco'. Voglio la mamma era un po' emotional e retorico, dovevo mettere sulla bilancia una quantità di zarritudine per bilanciare. Quest'estate sono usciti molti pezzi belli, questa è un'estate d'oro della musica, però parlano quasi tutti di conoscere la tipa o di quello che succede dopo, sono pezzi hot. Il nostro parla del gruppo di amici o amica che si prepara a uscire e a fare danni, non c'è la minima componente di cuccaggine. Su questo penso ci siamo distinti”.
Poco tempo fa hai pubblicato una cosa bellissima sui concerti. Per uno di Milano cantare in piazza Duomo è stata una cosa incredibile… Io non vedo l'ora di tornare a farlo, spero anzi che sia proprio con il ritorno del vostro evento in piazza Duomo, che è sempre emozionante”.
Qualche tempo fa abbiamo incontrato Nek, presente nel video di “Salsa”, e ci ha raccontato della tua chiamata accattivante…Perché poi alla fine è tutta colpa di Nek, è stato lui a metterci la polverina nel caffè e noi abbiamo combinato i danni. Noi siamo diversi e siamo diventati così amici con l'esperienza ad Amici. E' anche molto amico di Jake, credo siano diventati amici grazie alle motociclette. È sempre un piacere, è di una simpatia incredibile, avevamo fatto quella cosa del king, un pezzo dove abbiamo fatto rappare Nek”.
Non c'è solo Nek nel video: Lundini, Ballantini… "Non avevo la voglia di avere Renzi, anche se sono sicuro che avrebbe accettato. Allora il grande Ballantini ci ha dato una mano. Lundini anche lui è stato gentile, poi ho ricambiato andando ospite nel suo programma. Vi do uno scoop: vi ricordate quel programma criticato che avevo fatto Sorci verdi? Da lì sono usciti Rovazzi, Michela Giraud, Le Coliche e uno degli autori, anche se non accreditato, era Lundini”.,
Il prossimo anno sono 30 anni di rap. Sei stato il primo in Italia...Sono stato uno dei primi a vendere dischi facendo rap in Italia, il primo disco d'oro è stato con gli Articolo 31. Io ho costruito su gente che era arrivata prima di me, magari non famosi”.
Nei feat. però sei stato uno dei primi... A farne tanti, soprattutto senza pensare a quello che mi potevano portare. Penso che la musica sia condivisione, mi piace confrontarmi con gente che arriva da background differenti. Poi alcuni feat sono riusciti altri meno, ma trovarmi in studio con persone diverse mi ha sempre arricchito
Laffranchi: su Instagram ti sei lanciato con la rubrica 2 centesimi. Bando al politically correct, Ax in totale liberà… La facevo nel 2015-16 su Facebook. In questi ultimi mesi ho visto tanti artisti tenere la bocca chiusa, tanti non dicono di essersi vaccinati perché hanno paura della shit storm su internet. Adesso che c'è la teoria del complotto per cui dicono 'Quanto ti pagano per dire che è giusto vaccinarsi?' Ti chiamano venduto. Vendersi è proprio tenere la bocca chiusa quando non ti conviene. Quindi ho detto 'Facciamo tornare i 2 centesimi per dire che non sono solo lo zio che fa un programma in prima serata ma sono uno che ha le sue idee e le vuole dire. Penso di poter usare la mia piattaforma per fare del bene. All'inizio della pandemia nessun giornalista stava scrivendo cosa stava succedendo negli ospedali; il giornalista che l'ha scritto probabilmente mi ha allungato la vita. In America 'my 2 cent' sono 'la mia opinione non richiesta'. Io non ho un movimento politico, non ci guadagno, anzi ci perdo. Il mio 2 centesimi che ha avuto più successo è quello in cui spiego sta cosa e rispondo a chi dice 'Perché voi cantanti pensate a far politica, cantate e basta'. Qualsiasi cosa fai è politica, l'avocado che ti mangi è politica, l'andare in bicicletta è politica. E anche sta cosa 'Quanto ti hanno pagato per fare lo spot sul vaccino?'. Niente, l'ho fatto perché l'ho provato sulla mia pelle e perché è l'unica arma che abbiamo”.