News09 apr 2021

J-Ax ha avuto il Covid. Ora, lui, sua moglie e suo figlio sono negativi

L'artista racconta la sua storia in un video. Ecco cosa dice!

J-Ax ha avuto il Covid.
Per fortuna, ora, lui, sua moglie Elaina e suo figlio Nicolas sono negativi
L'artista non ne ha voluto parlare prima perché non voleva "soffocare la voce degli italiani realmente in difficoltà". 
Adesso, però, lo ha fatto in un video su Instagram. 
Nel filmato, J-Ax ha raccontato la sua storia, la sua battaglia contro il Covid. Ha spiegato, in maniera piuttosto dettagliata, cosa è accaduto fisicamente e mentalmente
"È stato uno dei periodi più brutti della mia vita, il più brutto", ha confessato. Il cantante ha avuto mal di testa (il peggiore mai avuto), ha dovuto prendere 4 farmaci diversi, è stato steso a letto, sentiva lo stomaco piegato in due e le ossa doloranti
Psicologicamente, forse, è andata peggio. Per lui è stato difficile vedere la "salute mentale" di suo figlio di 4 anni "deteriorarsi velocemente" e non poterlo aiutare. Poi, lui e sua moglie avevano costantemente paura di poter lasciare orfano il loro bambino.
Nonostante tutto, però, si ritiene un privilegiato perché, ad esempio, vivendo in una casa grande, lui e la sua famiglia (soprattutto suo figlio) si sono potuti sentire un po' più liberi. In questo brutto periodo, ha pensato spesso a coloro che sono meno fortunati. Si è spesso domandato, ad esempio: "Come può una famiglia con tre figli che vive in un bilocale uscirne?". 
Adesso, però, J-Ax è arrabbiato, in modo particolare  con le istituzioni che, secondo lui, stanno gestendo male la situazione pandemica e anche vaccinale. Stando a lui, dovrebbero fare qualcosa al più presto, anche perché la situazione attuale sta avendo degli effetti psicologici terribili su tutti noi, ma soprattutto sui più piccoli. 
Di seguito il discorso completo di J-Ax:
"Avete visto che nell'ultimo mese ho condiviso molti momenti della mia vita? Questo perché mi stava passando la vita davanti. Ho avuto il Covid. Non ne ho voluto parlare prima per rispetto. Ci sono mezzo milione di positivi e migliaia di italiani sono ricoverati. Io sono un privilegiato e la mia voce poteva soffocare quella di italiani realmente in difficoltà. Ho appena fatto il tampone molecolare che ha confermato che io, mia moglie e mio figlio siamo negativi. Quindi ho pensato che adesso fosse il momento di raccontarvi la mia storia. È stato uno dei periodi più brutti della mia vita, il più brutto. Ho avuto momenti, in cui sono stato davvero male, ma mai, mai come il Covid. È impossibile da spiegare. Se non l'hai vissuto sulla tua pelle è impossibile. È il peggior mal di testa della tua vita. Io ho dovuto prendere 4 farmaci diversi per cercare di calmarlo e non funzionavano ed ero comunque steso a letto impossibilitato a muovermi. Lo stomaco ti si piega in due. Tutte le ossa non finisco di farti male. Questo e altro che evito di raccontarvi. L'ansia di non sapere cosa accadrà. Se sarà solo questo o se peggiorerà. È la paura, come è successo a me e a mia moglie, di poter lasciare nostro figlio orfano. È successo a persone molto più giovani di noi. È la rabbia di sentirsi abbandonati, dal tuo Stato soprattutto. Perché di amici che ti vogliono bene e che ti portano la spesa ne trovi quanti ne vuoi. Mentre nessuno ha trovato il modo di sostituire chi ci amministra. Perché io ho vissuto questa situazione da privilegiato. Ma uno dei miei pensieri fissi durante tutti questi giorni chiuso in casa è stato: come può una famiglia con tre figli che vive in un bilocale uscirne? Io, nella mia casa, non sapevo cosa rispondere quando mio figlio mi chiedeva perché non poteva vedere la nonna o andare a scuola. Ho visto la sua salute mentale deteriorarsi velocemente. E io ho dovuto trattenermi dal non piangere perché non volevo che vedesse che, per la prima volta, il papà non poteva aiutarlo. Questo è un aspetto di cui nessuno parla. L'effetto psicologico che questo virus ha su di noi, soprattutto sui nostri figli, sui più piccoli. E allora sale la rabbia, pensando all'incapacità nel gestire un'emergenza pubblica. Ok, la pandemia iniziale, nessuno poteva immaginare e prepararsi a una cosa simile. Ma è passato un anno. Non si tratta più di un colossale imprevisto, ma di gestire il concreto presente. È questione di trattare, negoziare, organizzare, comunicare. È una questione quindi esclusivamente politica. Ed è quindi un totale fallimento politico il fatto che gli italiani non siano ancora stati vaccinati in massa e che non sappiamo nemmeno quando questo avverrà con chiarezza o certezza. Ci siamo negli anni indebitati per gigantesche opere inutili, alcune delle quali nemmeno mai partite o completate. Quando si è trattato dei vaccini, la politica si è messa a trattare, come al mercato del pesce. Perché? Perché non ci potevate mangiare? E a noi, il mercato del pesce ci ha rifilato il pesce che puzza. Tenete presente che, a oggi, 3 milioni e mezzo di italiani hanno ricevuto le due dosi di vaccino. Negli Stati Uniti vaccinano 3 milioni di persone al giorno. Quindi i vaccini esistono. Semplicemente, c'è stato un catastrofico fallimento di chi ci amministra in Italia e in Europa nel farceli avere. E questi fallimenti, gli italiani li pagano con la morte, quella dei loro cari e quella del loro futuro. I morti della prima ondata li ha fatti il Covid, questi la vostra coscienza, chi vi dice che li ha causati? Di chi è la colpa? Non c'è più tempo di sbagliare, solo agire".