Tra i brani che saranno in gara al Festival di Sanremo 2016, sono diversi quelli intitolati come altre canzoni del passato, registrate alla SIAE. Lo ha rivelato il giornalista Michele Bovi dopo un'accurata ricerca.
Il primato spetta a Rocco Hunt con “Wake up”: alla SIAE, infatti, sono 943 le canzoni depositate con lo stesso titolo, le più famose delle quali sono straniere.
Un altro caso eclatante è quello di “Blu” di Irene Fornaciari: il brano più vecchio con lo stesso titolo è quello degli Strudel nel 1972, mentre il più conosciuto è quello di suo padre Zucchero, inciso nel 1998. Tra gli autori di pezzi con lo stesso titolo di quello di Irene, ci sono Sandro Giacobbe, Tony Renis, Raf, Gianni Morandi, Paola e Chiara, Neffa, Paolo Meneguzzi e Malika Ayane.
Segue “Semplicemente” di Morgan e i Bluvertigo, con 262 canzoni già depositate: le più celebri con lo stesso nome sono quelle di Franco Califano, Andrea Bocelli, Zero Assoluto e Giusy Ferreri.
“Via da qui”, il duetto che Deborah Iurato e Giovanni Caccamo porteranno all'Ariston, conta invece 122 precedenti: tra gli altri, si ricorda il successo dei Delta V pubblicato nel 2004.
Dolcenera porterà al Festival “Ora o mai più”, stessa denominazione che compare nei registri della SIAE altre 69 volte: il caso più noto è quello di Mina nel 1965, senza dimenticare i successi de Le Orme nel 1975 e di Emma nel 2015.
Esistono poi 33 esecuzioni di “Guardando il cielo”, il titolo del brano che Arisa presenterà sul palco di Sanremo: le più famose sono quelle di Caterina Valente e di Peppino Di Capri a due anni di distanza l'una dall'altra (1959 e 1961).
Il titolo della canzone di Patty Pravo “Cieli immensi” è stato invece utilizzato altre 13 volte ed è soprattuto il nome di una composizione di Benedetto Marcello più volte rivisitata.
Infine, sono 8 i precedenti per “Di me e di te” degli Zero Assoluto e 4 quelli per “Infinite volte” di Lorenzo Fragola. In fondo a questa speciale classifica c'è Annalisa con “Il diluvio universale”, titolo utilizzato solo 3 volte: la prima risale addirittura al 1830 per l'opera di Gaetano Donizetti, mentre il caso più recente è quello di Davide Van De Sfroos nel 1999.