Il tuo primo Festival è stato nel 2011, hai dato qualche consiglio ai tuoi colleghi che non ci sono mai stati?
“Ieri, prima delle prove generali, ho avuto modo di chiacchierare con Blanco e altri. Mi piace vedere il loro entusiasmo della prima volta. Io penso al mio primo Sanremo e devo dire che ero meno cosciente di oggi e avevo un po’ di spavaldaggine che mi piacerebbe ritrovare e invece, più passano gli anni, più aumenta la consapevolezza di quanto sia importante questo palco!".
Qual è il Festival che ricordi più volentieri?
“Il Festival che ricordo con più affetto è stato proprio il primo con ‘Il mare immenso’. Me lo sono goduto tantissimo, perché avevo voluto fortemente un brano dalle sonorità Rock che si discostava da quello che avevo fatto discograficamente negli anni precedenti”.
E stasera canti “Miele”, che sarà nel tuo album “Cortometraggi” in uscita il 18 febbraio…
“Ho scelto questo brano perché in questo album lo vedo un po’ come una chicca. E’ un piccolissimo film, il secondo dopo ‘Gli Oasis di una volta’, che era un ritratto introspettivo. Questo invece è difficile da definire in una sola parola. Ha delle atmosfere retrò ed ha un messaggio molto passionale. E’ una ballad, ma si sente la mano di Takagi & Ketra. Credo siano almeno sei anni che lavoriamo insieme e mi hanno fatto conoscere un lato di me che non conoscevo. ‘Miele’ è il primo esperimento che facciamo in una veste differente".
Come hai scelto il titolo di questo disco?
“Il titolo dell’album è nato da quello che ho vissuto nelle serate live. Mi piace definire alcuni brani che ho scritto come dei cortometraggi musicali. Ho lavorato a questo disco come quando creo la scaletta di un concerto, muovendomi per diversità e per varietà. C’è anche una traccia che ho dedicato a Federico Fellini, quindi è un altro riferimento cinematografico. Ci sono anche delle bellissime collaborazioni con artisti importanti, come Marco Masini e Giovanni Caccamo. Poi ci sono altri brani scritti da me, sarà un album vario con tante cose differenti, come piace a me”.
Come scegli i brani per i live, visto che ormai ne hai un bel po’?
“La scorsa estate, forse perché sentivo la mancanza dall’anno precedente, ho voluto fare dei concerti più lunghi, di almeno due ore e venti, per riuscire a mettere più repertorio possibile”.