News05 mar 2021

Gio Evan e la ricerca dell’abisso, anche a Sanremo

Ecco il concetto che sta alla base dell’album “Maleducato”  

Anche Gio Evan si è collegato da Sanremo con Marina Minetti in diretta radio/video su Radio Italia per parlare del suo Festival nel FUORISANREMO REWARD di Intesa Sanpaolo.

Intervista a Gio Evan (05/03/2021)

La location da cui sei collegato assomiglia a una tenda. 
Ti confermo che il lupo dei tre porcellini non avrebbe problemi ad abbatterla. Sono sul terrazzo dell’albergo comunque, perché non ci si può accampare in giro”.
Cosa ti porterai a casa da Sanremo?
Non mi sono mai piaciuti i souvenir, da Sanremo mi sto portando delle nuove amicizie. Mi piace molto coltivare le amicizie a distanza, relazioni lontane ma fortissime. Qui sto scoprendo dei rari punti fermi, perché qui è pieno di persone scosse quanto me. Quando siamo spossati siamo più disponibili ad accogliere l’altro e a condividere piccole confidenze”.
Dove lo ascoltiamo il tuo album “Maleducato”?
E’ un concept album, un passeggiata al mare. Io sono cresciuto in montagna e sono abituato alle passeggiate verticali, invece in questo disco racconto le passeggiate canoniche, quelle in orizzontale, Mi sembrava un bel percorso quello di partire dalla riva per arrivare all’abisso e chiedersi ‘chi è l’abisso, io o il mare?’. Noi umbri non sappiamo cos’è il mare d’inverno, nessuno ci va, io invece vorrei proporre questo, andare al mare a dicembre e vederlo come deserto blu che invita alla riflessione. Più pratichi la solitudine con il mare e più piangi: tu diventi più mare e il mare diventa più umano, in un intreccio bellissimo di abissi”.
Come siamo messi con l’amore?
Attualmente pratico l’amore a moltitudini, fuori dai corpi, fuori dalle persone. E’ difficile elaborare l’amore, voglio esplodere dall’interiore per non essere altro che Lui. Penso che l’amore sia una frequenza più alta di noi, bisogna raggiungere quel mondo là, come le onde radio: se tu prendi bene la frequenza, prendi l’onda e la cavalchi. Io sto cercando di arrampicarmi fino a lì”.
La felicità a che cosa somiglia?
Alla libertà, penso siano migliori amiche. Sai quelle che a scuola si passavano i compiti e sono riuscite a farsi la vecchiaia come vicine di casa…”.