"Nuje sono le nostre storie. Parla di amori vissuti e tormentati. È la vita reale, non quella che si vede sui social", ha spiegato il cantautore napoletano ai giornalisti che ha incontrato a Milano.
Nell'album c'è solo una collaborazione, quella di "Diamanti e oro" con Khaled e Jovanotti. "Ho mandato un messaggio a Lorenzo la sera, alle 8.30 del mattino ho avuto la risposta con lui che me la cantava col telefonino. Se lo vorrei come ospite a Caserta? Io gli apro tutta la Reggia! La musica è incontro, più ci incontriamo e meglio è. Per me è un onore. Io i microfoni li lascio sempre aperti per tutti".
Immancabile arriva la riflessione sul dialetto: "Io sono il napoletano che ha subìto più di tutti", ha chiarito Gigi. "Oggi tutti vogliono cantare in napoletano, è una vittoria per me. Quando scrivo una canzone, è come fare un biglietto per un viaggio di cui non si sa la destinazione. Durante la composizione, il brano mi porta a cantare in italiano o in napoletano o fare un mix tra queste due lingue", ha detto concludendo il ragionamento.
Gigi è divisivo anche quando parla di autotune. "I ragazzi ce l’hanno già incorporato, si sono abituati a sentire queste sonorità. Però se ti abitui a cantare con quello, non fai sforzi. L’ho detto anche a mio figlio Luca (in arte LDA, ndr), se vuoi fare musica devi studiare. Non vanno fucilati, è solo un effetto. Lo usano in tutto il mondo, non solo in Italia. Io ho provato a usarlo ma non si attaccava alla mia voce. L’intelligenza artificiale mi fa più paura. Andrebbe regolamentata. Ho fatto un intervento al Parlamento Europeo su questo".
"Per fortuna i live non si potranno mai sostituire", ha dichiarato a fine conferenza D'Alessio che nel 2026 si prepara a tornare in concerto prima nei palazzetti e poi con dieci date alla Reggia di Caserta.