News03 mag 2017

Francesco Renga: gli auguri a Elodie e la prima volta con Piero Pelù

“Vorrei che #BelliCheSiete diventasse come 'i Sorcini' di Renato Zero”

La voglia di mettersi in discussione con nuovi suoni, il singolo generazionale “Nuova luce”, il duetto con Elodie, la prima opportunità a un concerto dei Litfiba. Francesco Renga si è raccontato a Paola “Funky” Gallo, presentando in diretta a Radio Italia il suo nuovo album “Scriverò il tuo nome Live”, uscito il 28 aprile.
Le “Renga's Angels” vogliono “usarmi”. Hanno mandato una lettera, che non posso leggere tutta, in cui dicono: “'Nuova luce' ci conferma ancora una volta che i tuoi brani rispecchiano la tua anima”... Ma che bello, grazie”.
Tra i tuoi fan non ci sono solo donne ma anche molti uomini. Sei più sex symbol o popstar? Nessuna delle due. Sono un uomo che fa un lavoro bellissimo, con fan che mi danno possibilità di seguire sogni e assecondare la mia passione musica e di mettermi in gioco. Tutto ciò è grazie a questi “belli che sono loro”.
#Bellichesiete è diventato un modo di salutare, vedo spesso l'hashtag. Avevi diffidenza con i social network invece ormai hai preso confidenza... Sono un dinosauro, ci vuole tempo per imparare. I miei figli invece sono inarrivabili, a volte siamo sul divano la sera e li vedo che smanettano a una velocità... Vorrei che 'belli che siete' diventasse come i 'Sorcini' di Renato Zero. È un nomignolo che caratterizza tutto quel gruppo, formato da belle persone. Sono passati tanti anni e c'è sempre questo pubblico in aumento, con ragazzi nuovi. È bello vedere negli instore, mamma, papà, bimbe, figli delle figlie. Sono diventato anziano...”.
Scriverò il tuo nome Live” è un'occasione per vederci dato che tu giri il mondo e l'Italia. “Nuova luce” è la canzone di un artista che non ha paura, perché altrimenti non rischierebbe con suoni così diversi rispetto a quelli a cui ci ha abituato... Volevo sorprendere. Quando uscì 'Scriverò il tuo nome' ne parlai come di una foto in divenire, come qualcosa di non ancora finito e maturo. Per questo motivo ho fatto 'Scriverò il tuo nome Live'. 'Nuova luce' è un upgrade di questo lavoro perché già in 'Scriverò il tuo nome' c'era qualche singolo spiazzante. Tutto parte dall'episodio sorprendente di 'Tempo reale', era la prima volta in cui provavo a mettere in discussione la mia vocalità molto riconoscibile e precisa: con 'Il mio giorno più bello nel mondo' ho voluto dare più peso alle parole, al significato, con un modo asciutto, diretto, pochi fronzoli, come deve essere comunicazione di questi anni. È stata una scommessa e il sorprendente successo del brano mi ha portato a rivisitare il mio lavoro. Con 'Nuova luce' volevo sorprendere di nuovo, trovare un linguaggio consono per le persone alle quali è idealmente dedicata, perché è una canzone che racconta una generazione e parla a una generazione, che va veloce e che ha perso un la speranza. Sono partito dalla considerazione che noi a 20 anni avevamo un futuro, strade a disposizione, entusiasmo, forza, tenacia e curiosità. Questi ragazzi invece hanno spesso ali tarpate e mancanza di fiducia nel futuro”.
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È una canzone di speranza... Credo che un artista debba mettere in discussione se stesso e il linguaggio se vuole comunicare qualcosa, nessun pittore ha iniziato a dipingere e ha finito nello stesso modo. Ci sono varie fasi”.
Secondo me questa per te è la fase della felicità... È vero ed è anche la fase della consapevolezza, il primo motivo per cui è stato realizzato ora questo live. Io nasco dai concerti, poteva nascere prima questo album invece gli ultimi 4-5 anni ci sono stati cambiamenti nella mia vita privata e a livello professionale che mi hanno dato tranquillità e sicurezza”.
Nell'album c'è anche “Così diversa” con Elodie, che è una canzone molto amata. Trovo bella la frase “Non so dirti come ma credo sempre meno alle parole”.Soprattutto quando si parla di rapporti tra uomo e donna spesso le parole vengono fraintese, certe parole dette sono pesanti e si finisce per crederci un po' meno. Elodie è un'artista eccezionale, con una voce incredibile, oltre a essere bellissima a livello estetico. Tra l'altro oggi è il suo compleanno e vorrei farle gli auguri, domani ci vediamo per le prove. In questo duetto c'è una carica emozionale fortissima, io ho fatto pochi duetti, uno con Alessandra Amoroso. Tutti e due sono stati sorprese. Tu poi pensare a un duetto ma puoi conoscere solo a cose fatte l'alchimia che si crea tra le due voci”.
Elodie sarà con te in tutte le tappe le tour, a partire da quella del 5 maggio al Forum di Assago. È una grande opportunità per lei...Sì, perché no? Io ho avuto la possibilità di fare questo grande tour, grazie al pubblico e a tutti i collaboratori. È un tour che andava fermato su disco. Mi metto nei panni di chi inizia. L'anno scorso ho fatto aprire dei concerti a Ermal Meta e a Francesco Gabbani, direi che porta bene... L'ho avuta anche io qualche possibilità di questo tipo: io cominciai in un locale di Milano, avevo 16 anni ed ero insieme ad alcuni amici della band; volevamo vedere un live dei Litfiba senza pagare il biglietto e, visto che conoscevamo il promoter diventammo facchini, io ero addetto al faro di Piero Pelù e dovevo stare davanti e illuminarlo”.
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Dopo Milano, il 16 maggio sarai a Napoli, il 18 a Firenze e ci sarà Giorgio Panariello, il 20 a Torino, il 22 a Bologna 22 e avrai ospite Luca Carboni. Poi inizierai una serie di live estivi...Questa prima tranche conclude il tour nei palazzetti, poi ci sarà altro concerto in versione outdoor”.
C'è anche un altro viaggio, quello degli instore, non è il primo che fai, ma la gente aumenta di volta in volta...Quando feci il primo instore, 6 o 7 anni fa, non capii esattamente di cosa si trattava, pensavo di dover vendere il mio disco in negozio. Oggi è diventato uno dei momenti più affascinanti dopo il live, è l'ultimo passo verso il pubblico. Ormai tutti sanno tutto in tempo reale con i social, questo è ultima cosa che manca al fan: avere due minuti per darti in mano un disco, per fartelo firmare, scambiare due parole e fare un selfie insieme. Tornando ai live, nei posti grandi come i palazzetti, c'è il rischio che la distanza con il pubblico diventi maggiore, quindi c'è un momento in cui scendo dal palco e per venti minuti canto tra la gente come fossi in una sala prova, fidandomi ciecamente di loro. Quando l'ho proposto mi hanno detto: 'Sei matto'. È la vera bellezza di questa parte di tour”.
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Penso che in questa fase, ci sia anche una frequentazione lessicale che ti ha fatto bene. Fare compiti con tuo figli...È vero. Ora che sono impegnato con i live e l'instore mi pesa il fatto di passare meno tempo con loro e non fare i compiti. Ciao Jolanda, ciao Leo”.

Francesco Renga - Vivendo adesso (RadioItaliaLive Il Concerto 2016)