RADIO ITALIA LIVE - IL CONCERTO darà l'occasione al cantautore di esibirsi per la prima volta in Piazza del Plebiscito
Francesco Gabbani ha fatto tappa ai microfoni di Daniela Cappelletta ed Emiliano Picardi per parlare della sua imminente partecipazione a RADIO ITALIA LIVE – IL CONCERTO in Piazza del Plebiscito, nell'ambito di Napoli Città della Musica - Live Festival 2024. Per l'artista sarà la prima esibizione in questa piazza.
Come stai?
Molto bene! Sono appena arrivato qua nella dimensione di RADIO ITALIA LIVE - IL CONCERTO: sono già stato a Napoli, ma mai con voi. Ed è la prima volta che canto in Piazza del Plebiscito. Grazie a voi che mi date questa opportunità!
Che emozioni hai a riguardo?
Sono appena arrivato, devo ancora fare le prove, ma avverto già un'energia densa, contagiosa.
Tu che sei un uomo di mare, arrivare in una città di mare è una bella sensazione...
Sì, ti senti sempre un po’ a casa.
A proposito del tuo singolo "Frutta malinconia", come vivi tu la malinconia?
Il termine nella canzone ha un'accezione positiva, descrive il crogiolarsi in ricordi. Nel tempo che stiamo vivendo tutto è molto sfuggente e per viverlo in modo emotivamente più intenso è necessario ricorrere alla malinconia, perché è una cosa che fa bene.
Di cosa hai più malinconia?
Se penso a quando ero ragazzino vado su cose personali: ho momenti su mio nonno Sergio a cui sono molto legato e che continuo a tenere dentro di me.
Se fosse una persona, la malinconia che aspetto avrebbe?
Questa è complicata, è come chiedere com'è la tua compagna ideale: non avrei saputo dirlo finché non ho trovato Giulia, che mi sopporta e mi supporta! Poi la malinconia è riconducibile ai ricordi che si hanno. Uno dei link diretti alla malinconia è l'odore, quindi direi che avrebbe un buon profumo!
Per descrivere la tua musica usi spesso l'espressione "profonda leggerezza": anche Napoli è così...
Assolutamente sì, sicuramente Napoli ha questi due aspetti: da una parte è energetica, colorata, rumorosa, altisonante e dall'altra ha una profondità relativa alla cultura storica che si porta dietro. Pensiamo alla profondità del teatro napoletano. Anche la melodia partenopea e in generale quella italiana è profonda, ce l’hanno copiata tutti, anche in America.