Pochi minuti fa eri su una terrazza…
Ero qua all’Hotel Londra, dove avete allestito questa bellissima postazione del Fuori Sanremo, e mentre aspettavo di unirmi a voi sono uscito su una terrazza con una chitarra e mi son messo sul cornicione per cantare di fronte a tutto il pubblico che c’era.
Hai molte energie!
Certo, credo che sia l’atmosfera del Festival, di questa settimana… D’altronde se non è questo il momento giusto di condividere le emozioni…! Cerco di metterla tutta.
Condividere gioia è anche il messaggio della tua canzone “Viva la vita”
Assolutamente, la mia canzone è propositiva al fatto di essere grati alla vita, di ricordarselo sempre. Poi ha anche un aspetto introspettivo, cioè il “così com’è”: per la felicità si passa anche dall’accettazione, la vita non è fatta solo di cose belle, ci sono anche sofferenze e tutto fa parte della nostra vita. Stai bene quando accetti. E la felicità non esisterebbe senza sofferenza, non te ne accorgeresti. Ci vuole equilibrio tra contrasti.
Tu ogni volta che sei di fronte al microfono, sorridi
Sì, sorrido perché mi piace scegliere di pormi in un modo positivo: si deve scegliere di essere felici. Penso che la felicità non sia qualcosa da raggiungere, ma qualcosa da vivere e funziona l’autocondizionarsi. Io scelgo di pormi in questo modo, poi come tutti ho lati più oscuri.
Poi guardare un artista che sorride, fa venire voglia di sorridere!
Mi fa piacere, è esattamente quello che cerco. Come dicevo, lo scelgo. Siccome mi auguro di trovare positività dagli altri, è ovvio che devo essere il primo a darla. Andando più sull’universale filosofico, se vuoi pensare di cambiare il mondo devi partire dal presupposto che puoi prima cambiare te stesso.
Per quanto riguarda i Festival, sembra che con le prime partecipazioni volessi far vedere chi fossi, dimostrare di più; ora sembrai più sereno e consapevole
È proprio così, credo che sia una cosa abbastanza naturale nel percorso di vita. Quando ho fatto i primi Festival era una novità, prendevo le misure e volevo dimostrare le mie caratteristiche ed ero più agguerrito dal punto di vista artistico. Poi sono passati anni, ho fato tante cose, ho acquistato fiducia grazie al mio pubblico, che ha capito che vuole seguirmi in tutte le mie sfaccettature, anche nelle evoluzioni. Quindi tutto questo mi dà più serenità in generale, quindi arrivo anche al Festival con più serenità. Anche se quando sali sul palco dell’Artiston c’è agitazione. Diciamo che la serenità è la consapevolezza di avere tutta quella tensione e saperla gestire.
Parliamo del videoclip di “Viva la vita”
Per me è stata un’esperienza molto emozionante. Il video è tipo una candid camera videoclip. Io ero assolutamente all’oscuro di girare il video della mia canzone. Questa idea fantastica l’ha avuta il mio staff: praticamente mi hanno detto che tra le varie attività che avrei dovuto fare quel giorno, ci sarebbe stata una cosa in un cinema a Milano. Mi hanno detto “tu entri, filmeranno la tua reazione di fronte a dei documentari di pozzi per una missione umanitaria”… Insomma l’hanno costruita bene. Quindi mi siedo al cinema e parte “Viva la vita” a tutto volume con, nel maxi schermo, un montaggio di tutte le immagini, le fotografie della mia vita, da quando ero in fasce a oggi. Ed è stata una grande emozione.
Ricorda un po’ il videoclip di “Viceversa”
Da un certo punto di vista, come soggetto visivo, era simile a “Viceversa”, ma in quel caso ero consapevole, stavo recitando le espressioni su quello che poteva essere il messaggio della canzone. Qua invece mi hanno ripreso a mia insaputa e devo ringraziare il mio staff per aver architettato questa cosa, perché sta bene con la canzone.
Tutti gli altri cantanti sembrano avere una passione per te: piaci a tutti
Io penso che l’affetto derivi dal fatto che io mi pongo sempre con sincerità, autenticità. Penso che il Francesco che va sul palco è sovrapponibile al Francesco uomo, persona, essere umano, nel bene e nel male. Quindi mi comporto così nella mia quotidianità.