"FANGO IN PARADISO"13 feb 2025

Francesca Michielin e il messaggio ai giovani: "L’imperfezione è una dote"

Nel corso dell'intervista al Fuori Sanremo, non sono mancati i momenti di autoironia

Francesca Michielin, dopo l’infortunio al piee durante le prove all’Ariston, ha mostrato grande stoicismo e tutta la volontà di presentarsi al meglio sul palco di Sanremo. Anche al Fuori Sanremo, davanti a Mauro Marino e Francesca Leto, l'artista si è mostrata sorridente e felice di parlare del sua esperienza sanremese, tra commozione e ironia.
Ciao Francesca!
Buongiorno, buonasera, non so cosa sia, prima non sapevo neanche l’ora: a Sanremo c’è un fuso orario particolare, un’altra dimensione spaziotemporale.
Come stai?
Meglio… Da una parte sono felice di avere l’adrenalina in circolo e di sentire tutto dopo. Però poi appunto sento tutto!
Ieri sera dopo l’esibizione ti sei emozionata
Mi sono emozionata tanto perché Sanremo te lo prepari in tanti mesi, da un punto di vista fisico, artistico, canoro e quando tu succede qualcosa così dici “porca miseria!”. E ieri ho pianto perché ho detto “ce l’ho fatta!”. Su quel palco ti arriva proprio tutto.
Invece quando canti sembra che non ti tocchi nulla…
Sì, sono molto orgogliosa di questo nuovo stato di sentire pezzi: questa canzone l’ho scritta, è molto speciale per me. Ed essere lì e godersi tutto era il mio obiettivo e ce la sto facendo.
A Sanremo sei stata più volte
Sì, però la primissima volta ero concorrente a un Sanremo diverso, di 10 anni fa. L’unica cosa rimasta è Carlo Conti! Poi l’ultimo Sanremo è stato nel 2021, con la pandemia, quindi questo è tipo un “ribattezzamento” e sono molto felice di essere qua.
Tu sei giovane, ma sei salita su tanti palchi diversi e, appunto, più volte su quello dell’Ariston: che differenze trovi in te e nell’Ariston rispetto al passato?
È un Sanremo più carico di attività, c’è un’attenzione diversa, poi alla fine c’è sempre la stessa magia. Io dico sempre che all’Ariston c’è un incrocio di meridiani e paralleli, qualcosa di energetico che porta sempre a un’emozione particolare, che tu abbia più o meno esperienza. Poi vorrei venire a vedere un film all’Ariston, entrarci quando non c’è il Festival.
Non ti toglierebbe la magia del posto?
Forse sì, però dopo esserci stata in tante vesti diverse, vorrei esserci anche così.
Hai anche diretto l’orchestra di Sanremo, in passato
Sì, è stata una delle prospettive più emozionanti: quella dal posto che chiamiamo “patibolo”. Poi io sono un po’ una control freak, quando c’è un altro maestro vorrei quasi fare avanti e indietro mentre mi esibisco.
Francesca, c’è fango in Paradiso?
Io spero di sì, ce lo meriteremmo per ricordarci che l’imperfezione è una dote che dovremmo seminare in giro come si fa coi semi delle piante. D’altronde cosa vogliamo ottenere dalla presunta perfezione? Io ho sempre pensato che dove c’è perfezione non c’è umanità né empatia. Secondo me i social ci condizionano con i loro standard irraggiungibili, quini vorrei dire ai ragazzi giovani i tornare a godersi il presente: io da piccola non avevo i social ed ero immersa in tutto ciò che facevo, come quando guardavo i cartoni, li guardavo davvero, ero immersa nel momento.
Anche gli adulti sono un po’ vittime dei social, sono sempre al telefono anche quando sono in giro
Sì e devono stare attenti mentre camminano perché altrimenti cadono come ho fatto io!
Comunque, ci vuole anche un ritorno all’autenticità…
Dobbiamo mostrarci quello che siamo. Mi hanno chiesto perché avessi pianto: perché non potevo non farlo. Lo faccio sempre, prima e dopo di salite sul palco. Sanremo lo sto vivendo senza riserve.
Domani ci sarà la serata dei duetti e delle cover
Sì, duetterò di Rkomi e faremo “La nuova stella di Broadway” di Cesare Cremonini, perché lui è uno dei più grandi artisti che abbiamo in Italia e nessuno lo omaggia mai sul palco di Sanremo, quindi ci prendiamo noi la responsabilità sperando che lui non ci schifi! Abbiamo fatto le prove, c’è ancora qualcosa da sistemare, però sarà anche un momento di leggerezza… Forse piangerò di nuovo! Poi è una cosa magica il modo in cui Mirko si sia preparato a questa canzone.