Donne in musica08 mar 2024

Fiorella Mannoia: donne e uomini devono lottare uniti contro gli stereotipi

Le interviste per la Festa della Donna, in onda su Radio Italia solomusicaitaliana, Radio Italia Tv e Real Time

Fiorella Mannoia è stata la prima protagonista di “Donne in musica”, un’iniziativa di Radio Italia solomusicaitaliana e Real Time che proseguirà per tutta la Giornata Internazionale della Donna. Le conduttrici di Radio Italia incontrano le grandi artiste della musica italiana, per confrontarsi sul tema della figura femminile nella nostra società. A dare il via a questa giornata speciale è stata la nostra Paoletta, che ha intervistato Fiorella Mannoia toccando molti temi che le stanno particolarmente a cuore.

Fiorella Mannoia - Donne in Musica (08/03/2024)

Qual è il modo migliore per festeggiarci nella Giornata Internazionale della Donna?
Innanzitutto festeggiare l’8 marzo tutti i giorni. Ogni volta, per la Festa della Donna si riaprono tutti gli argomenti ma noi, come Fondazione, lavoriamo all’8 marzo tutti i giorni. Il festeggiamento è sempre una cosa carina, ma bisogna ricordare sempre che i problemi rimangono e non si esauriscono l’8 marzo”.
Perché hai scelto come prima canzone “Non sono una signora”?
Perché Loredana Bertè è stata un faro per tutte noi, di ribellione e di consapevolezza di sé. E’ ancora oggi, ed è sempre stata, una donna libera che è andata controcorrente nell’abbigliamento e nello stile di vita. Insomma, è stata per tutte noi sempre un punto di riferimento. Questa canzone dice ‘Non sono quella donna dello stereotipo che ci portiamo dietro, sempre composta e ben educata’. Anche questa è stata una rottura: ‘Non sono una signora, sono come te. Sono vera, sono io, sono una donna con tutte le sue sfaccettature, anche quella sgradevole, ma sicuramente non quella stereotipata”.

Loredana Berte' - Non Sono Una Signora (#rilive2019 Milano)

Hai mai incontrato un uomo particolarmente vicino al mondo femminile, da citare come esempio per la sua sensibilità?
Si parla di patriarcato e di uomini come se fossero tutti stronzi. Non è vero! La maggior parte degli uomini rispetta le donne, poi ci sono quelli che purtroppo quando le cose vanno male, vanno male davvero. Purtroppo questa è la differenza. Possiamo essere terribili e prevaricanti anche noi, solo che quando una donna è prevaricante o gelosa non va a finire che poi lo ammazza se quello se ne va da casa. Questa è l’unica differenza. Ne ho conosciuti tanti di uomini rispettosi, poi lo stupido lo trovi dappertutto; nel corso della mia lunga vita ne ho incontrati tanti, ma li ho sempre messi a posto”.
Quindi tu suggerisci di andare oltre, di concentrarci su quello che c’è di positivo e non sulle cose negative...
Questo è un problema, te lo assicuro. Noi, come Fondazione ‘Una Nessuna Centomila’, abbiamo aperto uno sportello nella Locride e in meno di una settimana sono arrivate almeno 50 chiamate, per cui c’è sicuramente una sofferenza dentro le case, che non vediamo. E’ un problema da affrontare insieme, non donne contro uomini. E’ un percorso che dobbiamo fare insieme perché siamo tutti e due vittime di stereotipi. Lo stereotipo che da millenni si porta dietro l’uomo, che deve essere il capofamiglia, che la donna è una sua proprietà, che se viene lasciato da una donna viene offesa la sua virilità, questo si può modificare. Anche noi abbiamo i nostri stereotipi: che dobbiamo essere silenziose, sempre alle quinte del palcoscenico perché il protagonista è maschile… Dobbiamo lavorare per scrollarci di dosso tutti e due le nostre catene. Ogni rivoluzione ha bisogno di tempo e questi sono retaggi antichi che ci portiamo dietro da centinaia di anni, per cui non si può pretendere che tutto cambi da un giorno all’altro. Bisogna avere la pazienza di fare un passo per volta e di farlo insieme”.
Ci spieghi perché hai scelto “Una donna per amico” di Lucio Battisti come seconda canzone?
Per questa immagine di questi due soggetti, maschio e femmina, che si intuisce essere stati insieme e che però trovano finalmente la serenità di essere amici. E’ talmente strano avere una donna con cui potersi confrontare che un uomo la vede come un amico e non come un’amica!”.
Ti è successo di incontrare una donna che subiva violenza, fisica o psicologica, e avere modo di aiutarla?
Continuamente mi arrivano lettere di persone che si confidano e intavoliamo una certa corrispondenza anche via internet, ma io penso che ognuna di noi ha avuto un episodio di una certa forma di violenza psicologica. Dobbiamo scrollarci di dosso la sindrome della crocerossina: io lo salverò, cambierà, oggi era sgarbato ma forse è colpa mia, allora è meglio che io faccia un passo indietro... Sono cose che abbiamo visto fare alle nostre madri, il film della Cortellesi lo racconta benissimo: la donna sempre un passo indietro perché altrimenti lui si sente sminuito, se la donna guadagna di più si sente in colpa… piano piano si fanno dei passi, le rivoluzioni sono lunghe da fare però anche noi dobbiamo lavorare su noi stesse, perché anche noi abbiamo la nostra responsabilità quando un uomo arriva a prevaricarci, a sminuire la nostra autostima e la nostra autonomia, per cui lavoriamo tutti e lavoriamo insieme! Se tu pensi che nei centri antiviolenza la maggior parte delle donne non hanno un reddito, non hanno un conto intestato. Quando vanno via di casa, se non hanno un’autonomia economica non possono stare nei centri antiviolenza per l’eternità con i figli. Ci dovrebbe essere una legge, un’agevolazione, un sostegno per i centri antiviolenza e per le donne che ne escono per trovare loro una sistemazione, un lavoro”.
Un po’ di consapevolezza però sta arrivando...
Io penso che ormai il tetto si sia rotto. Indietro non si torna. Adesso dobbiamo trovare un equilibrio, la giusta strada. Anche il fenomeno del femminismo era partito come una rivoluzione, ed è stata la più grande rivoluzione non cruenta degli ultimi cent’anni, poi tutto si è assestato. Anche qui ci sono delle reazioni un po’ esagerate, sia da una parte che dall’altra, e adesso bisogna trovare il giusto equilibrio. Ogni passo fatto è una conquista. Tutto deve partire però dalle famiglie, dall’educazione dei figli. Questa è una cosa sulla quale bisogna lavorare. Anche la scuola è fondamentale, perché può aprire tanti dibattiti. Non ci vuole molto a fare un’educazione sentimentale, o vogliamo chiamarla educazione al rispetto dell’altro? L’etichetta non serve, chiamatela come volete! Penso che si possa fare a scuola, è importantissima in questo senso”.
L’ultimo brano che hai scelto è di Elodie... quanto è stata criticata in questo ultimo periodo?!
Lo vogliamo dire che è stata criticata soprattutto dalle donne?! Questo mi ferisce più di ogni altra cosa. Questo scarso senso di sorellanza mi fa male, mi ferisce. Sentire una donna che ne insulta un’altra per come si veste e perché mostra il suo corpo… io ho scelto questa canzone di Elodie, perché Elodie ha il diritto di vestirsi e di esercitare la sua arte come meglio crede. Vorrei fare un appello alle donne: siamo solidali! Dobbiamo sentire un senso di sorellanza una con l’altra”.
Vorrei ricordare il 1522, un numero gratuito, anonimo e attivo 24 ore su 24, gestito dall’associazione “Differenza Donna”, che fornisce ascolto, consulenza e informazioni utili alle donne vittime di violenza e stalking.
Noi, come ‘Una Nessuna Centomila’, ricordiamo anche che il 4 e il 5 maggio saremo di nuovo all’Arena di Verona che è già tutto sold out, raccoglieremo ancora fondi per i centri antiviolenza e continuiamo a lavorare”.
Donne in musica” proseguirà ancora su Radio Italia solomusicaitaliana, Radio Italia Tv e Real Time alle 15.00 con Alessandra Amoroso e alle 19.00 con Emma.