DA CASA AZZURRI19 giu 2021

Ermal Meta e il primo live in uno stadio: “In Albania doppiamente emozionante”

Il concerto a Tirana è solo uno dei prossimi appuntamenti che vedranno il cantante dal vivo: il primo è quello a Casa Azzurri, che andrà in onda il 21 giugno su Radio Italia somusicaitaliana. Proprio da Roma, Ermal ci ha raccontato i suoi ultimi progetti musicali e la passione per la Nazionale Italiana

Ermal Meta arriva a Casa Azzurri dopo il successo del suo ultimo singolo “Uno”. La canzone non mancherà nel suo live dalla location romana, che andrà in onda lunedì 21 giugno, alle ore 21.00, su Radio Italia solomusicaitaliana. Prima, però, Ermal ha incontrato i nostri Mauro Marino & Manola Moslehi per un chiacchierata sui suoi ultimi progetti e sui concerti che arriveranno, tra cui la prima volta in uno stadio a Tirana, in Albania. A proposito di stadi, di calcio e degli Europei in corso, il cantante ci ha svelato come si trasforma quando guarda una partita dell'Italia: Radio Italia solomusicaitaliana è media partner ufficiale della Nazionale.
Partiamo dal video di “Uno” perché parla di sport e c'è anche la calciatrice Eleonora Goldoni. Ci spieghi com'è nato?
L'idea era quella di fare qualcosa di inclusivo. Il calcio è la cosa che unisce maggiormente le persone: per mostrarsi più inclusivi, quindi, abbiamo deciso di dare spazio al calcio femminile in questo video. Il resto è stata una conseguenza.
“Uno” è un po' un inno alla gioia...
Alla condivisione, all'unione, a stare insieme e divertirsi.
Dopo Sanremo hai preso un filone nuovo e un po' diverso. Sei cambiato?
Dipende da quello che uno vive. Ripetersi non fa bene nemmeno all'evoluzione della scrittura. Nulla poi vieta di fare passi indietro o avanti, la musica e bella per questo.
Per la presentazione di “Uno” ti sei scisso da te stesso e ti sei trasformato in un ologramma presente in 3 stazioni italiane. Com'è andata?
Abbiamo deciso di mettere in piedi quest'esperienza e prendere degli 'olobox', con uno schermo grande, e di tridimensionalizzare la mia immagine. Mi ha fatto anche una certo effetto quando ci son passato davanti, è stato strano vedermi in questa forma a Milano, Roma e Napoli. Era un modo per presentare in maniera un po' diversa questa canzone. Per esserci non essendoci, perché era un periodo un po' particolare,
Ci hai raccontato che c'è stato un gran lavoro dietro...
Mi son dovuto muovere in uno spazio molto limitato, quello dell'olobox. Quando iniziavo a muovermi, mi dicevano: 'Questo non è un palco!'. Non è stato facile.
C'è una data importante, quella del 5 settembre, che ti rivedrà live a Taormina.
Sì, al Teatro Antico. È un posto meraviglioso, uno dei più belli che abbiamo in Italia.
È importante, per uno come te, tornare dal vivo e ritrovare la dimensione del palco. Da marzo nel 2022 è in programma anche un tour nei palasport.
Non siamo ancora fuori, si vede una luce in fondo al tunnel e tutti noi dovremo riprendere l'abitudine a non avere paura. È la parte più difficile, abbiamo imparato a conviverci nell'ultimo anno e mezzo e secondo me non sarà semplicissimo liberarsi di quella paura. L'importante però è vedere quella lucina.
Il 26 luglio ci sarà anche una data a Tirana, in Albania.
Sì, farò un concerto nel nuovo stadio di Tirana. Per me è una grande emozione perché non ho mai fatto un concerto in uno stadio: farlo nella terra in cui sono nato è doppiamente emozionante. Non so cosa mi aspetta dal punto di vista emotivo, ma sono pronto a scoprirlo.
Parlando di calcio, che tifoso sei?
Dipende... Quando gioca l'Italia non mi riconosco, urlo... Sono un po' bipolare come tifoso, perché poi ci sono altre partite che non mi interessano. Ma l'Italia mi crea uno scombussolamento interno.
A Sanremo hai portato "Un milione di cose da dirti", che ti ha regalato il premio Bigazzi e quello per il miglior videoclip.
Mi ha dato tante soddisfazioni. Non sai mai come va un Festival di Sanremo, perché è una delle cose che ha più incognite nel panorama musicale italiano. Ho scelto di andarci con una canzone che non aveva particolari effetti speciali dal punto di vista sonoro; quando l'ho realizzato, volevo la cosa più semplice possibile. Aver raggiunto il podio per la terza volta di fila è stata una grandissima soddisfazione e il premio Bigazzi mi onora tantissimo. Non mi aspettavo tutte queste soddisfazioni, ma sono contento che alla gente sia arrivata la sua semplicità.
A proposito di Sanremo, ti sei preso belle soddisfazioni anche con Fabrizio Moro...
Quell'anno è stato movimentato, ma molto importante. Il fatto di condividere quell'esperienza con un amico, perché Fabrizio per me è questo, è stato bellissimo. Le cose che più rimangono non sono neanche i grandi momenti, ma quelli piccoli che nessuno vede. Momenti divertenti fra di noi, le battute, momenti che portavano le risate senza fine. Sono ricordi preziosi.
“Tribù urbana” ha debuttato al primo posto in classifica, che tu hai dedicato ai tuoi fan.
Certo, l'han comprato loro il disco!
Questo lavoro ha soddisfatto le aspettative?
La cartina tornasole ce l'hai nel concerto, nel live. Le canzoni cambiano faccia quando le suoni dal vivo, perché vanno a fondersi con l'energia di chi ti sta davanti. Ogni canzone ha due versioni: quella che fai te e quella fa chi ti sta davanti. Io sono molto contento del disco che ho fatto e lo rifarei altre 100 volte, perché è stata un'evoluzione naturale, l'ho fatto come mi è venuto. Vedrò dal vivo com'è stato per loro.