So che tu hai, davvero, a cuore certe tematiche che riguardano sia il mondo femminile, che la società intera…
“Sono una che si schiera sempre abbastanza in prima linea, perché sono stata educata in questo modo. Non sono una persona che rimane indifferente al male altrui”.
Nella top 30 dei singoli più venduti nel 2022, le artiste donne presenti erano 7; nel 2023 erano 12. Resto sempre un po’ perplessa di fronte a questo dato: da un lato mi fa molto piacere, perché vuol dire che c’è un incremento delle donne anche nel mondo musicale; dall’altro credo anche che, se dobbiamo sempre stare a contare all’interno di un ambiente lavorativo, forse qualcosa non sta ancora funzionando come dovrebbe…
“Non lo so, onestamente. Nell’ambito musicale eviterei di fare la distinzione artista femmina, artista maschio. Nella musica conta sicuramente la qualità e tante altre componenti che rendono vincente un progetto. Ovviamente quando le donne hanno la meglio, io sono molto contenta. Ultimamente, però, mi sembra che il vento stia cambiando. Sicuramente, per noi donne, è più difficile emergere in un contesto che, in alcuni casi, è maschilista”.
Quali sono i passi importanti da fare in questo senso, secondo te?
“Innanzitutto smettere di fare differenze tra uomo e donna. Il mondo del lavoro deve essere più inclusivo: la donna deve avere gli stessi diritti dell’uomo. Se ancora siamo qui a dire ‘Femmina’ e ‘Maschio’ siamo lontani dalla parità”.
Dalla notte dei tempi, sulle donne c’è questa lente di ingrandimento sui loro corpi, sui loro look. Non vanno mai bene. Per gli uomini, questa cosa non esiste o esiste in maniera decisamente minore. Tu come hai vissuto il body shaming?
“L’ho subito e continuo a subirlo molto spesso. Non è il problema sul quale mi focalizzo. Ho le spalle larghe. Nella vita ho combattuto con i draghi a tre teste, quindi l’insulto sul mio fisico o sulla mia persona non mi riguarda. La cosa sulla quale mi focalizzo è che la quasi totalità degli insulti sulle donne arrivano dalle donne stesse. È questo il vero problema. A me l’insulto non mi tocca. Io sto bene con il mio corpo, con la mia faccia, con i miei capelli, con il mio modo di stare sul palco. So esattamente quello che faccio e so esattamente cosa leggerò sotto un mio post o un mio video. Mi dispiace, però, che questo odio provenga da altre donne”.
Che problema hanno le donne?
“Non riescono a fare gruppo, squadra, forse per della frustrazione di fondo, di invidia che in realtà è un problema generale. La maggior parte delle persone che non ce l’hanno fatta parlano male degli altri. La società si divide tra chi fa e tra chi non fa e critica chi fa. Mi spiace perché ci sono persone fragili che potrebbero non essere in grado di proteggersi dalle critiche. Sui social è meraviglioso, perché ricevi un amore immenso, ma ricevi anche un immenso odio. Che tu sia un personaggio noto o un ragazzo o una ragazza con un lavoro normale, sui social, sei esposto. Quindi ci vorrebbe un’educazione social a scuola. Bisogna parlare di questo tema che sta diventando sempre più preoccupante”.
Sui social, molte persone vengono attaccate per la propria fisicità. Ci sono però altre problematiche che riguardano, ad esempio, il linguaggio. Quante volte ti sei sentita dire che sei una donna con gli attributi...
Credo che ci sia un errore di fondo, ovvero identificare la forza con l’uomo e, quindi, con gli attributi e la debolezza con la donna…
“Non contesto quello che si dice, ma come si dice. Ci sono dei modi di dire che sono ormai radicati nel linguaggio colloquiale. Quella frase viene detta con un’accezione molto positiva. Direi 'Sei una donna potente'. Il potere non è solo maschile. Il potere molto spesso è femminile ed è molto più difficile da accettare nella vita di tutti i giorni, nella vita di coppia. Molto spesso è difficile che un uomo accetta di avere al suo fianco una donna che è più forte di lui, che guadagna di più. Questa società è una società di persone molto fragili, dove manca un’educazione sentimentale, un’educazione all’amore, al rispetto. Mancano delle basi sia alle donne che agli uomini. Non dobbiamo più parlare di mondo femminile e mondo maschile. Dobbiamo parlare di falle emotive di questa società”.
Dobbiamo smetterla anche di dire che la donna è fragile di natura e l’uomo forte di natura...
“Siamo tutti forti e tutti fragili. L’importante è ammetterlo. Viviamo in una società dove dobbiamo essere sempre i numeri uno. Dobbiamo sempre performare: vendere di più, streammare di più, essere i più fighi, fare i sold out. Quando non si raggiungono determinati obiettivi, si crolla e, invece di abbracciare questa fragilità, tendiamo a nasconderla sotto il tappeto. Questo atteggiamento fa peggio”.
Qual è la battaglia che tu, in quanto artista e in quanto donna, hai dovuto sostenere in maniera più difficile?
“Ho dovuto combattere diverse battaglie: la prima è stata essere accettata nel mondo della musica che conta, solo perché avevo vinto un talent. Allora era quasi un problema vincere un talent. Quindi dover essere credibile. Ho affrontato tanti cambiamenti musicali, artistici, sempre con grande determinazione, con grande impegno. Sono una persona molta autocritica. Sarà che io ho combattuto le battaglie quelle vere per la malattia, cose veramente serie, quindi per me tutto il resto ha assunto una dimensione molto relativa. Nella mia vita, sin da giovanissima, mi sono dovuta preoccupare di come restare viva. Cosa me ne frega del giudizio, lanciato con del livore da uno sconosciuto? Per assurdo, forse, sono riuscita a sopravvivere, in questi 14 anni di carriera, in maniera molto serena, perché avevo subito capito che le priorità erano altre e non assecondare o performare perfettamente con quello che le persone vogliono da me”.
Tre donne che per te hanno fatto la rivoluzione nella musica?
“La capostipite, per me, rimane Loredana Bertè perché se noi ci possiamo permettere di fare determinate cose sul palco è perché quella grandissima donna e grandissima artista ha avuto il coraggio di fare cose in tempi, dove tutto era molto chiuso e bigotto. Ornella Vanoni, anche. Ancora adesso è più giovane delle giovani, toccando temi con una leggerezza, ma con una credibilità, e dicendo delle cose molto reali. Fiorella Mannoia, pure. È una grandissima battagliera che si prende carico di tante cause. Si espone pubblicamente, politicamente, personalmente. Patty Pravo. Fino ad arrivare a noi. Anche noi stiamo facendo del nostro meglio. Siamo abbastanza settate nel pop italiano. Un anno fa, avevo detto che il vento stava cambiando”.
Donna in musica ha lo scopo di supportare la lotta contro la violenza sulle donne e di divulgare la conoscenza del 1522, numero gratuito, anonimo e attivo 24 ore su 24, gestito dall’associazione Differenza Donna, che fornisce ascolto, consulenza e informazioni utili alle donne vittime di violenza e stalking.