"TI MUOVI"06 feb 2024

Diodato, a Sanremo come a scuola: “C’è sempre la strizza da primo giorno”

La sua ultima volta in gara all'Ariston risale al 2020: aveva vinto con “Fai rumore”

C’è anche Diodato tra gli ospiti del pomeriggio al nostro Fuori Sanremo ING. Il cantautore siciliano, ai microfoni dei nostri conduttori Marco Falivelli e Giuditta Arecco, ci ha raccontato anche perché ha scelto “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André per la serata delle cover, un brano a cui è molto legato da sempre.

Qui il testo integrale dell’intervista.

È il tuo quarto Sanremo, contando anche Sanremo Giovani. Ti senti un po’ a casa o è sempre come la prima volta?

Mi sento un po’ a casa. Però, come a scuola, c’è sempre la strizza del primo giorno. La prima serata, poi, ha un peso specifico diverso: poi capisci che puoi farlo e tendi a rilassarti di più. Speriamo bene!

Siete in 30 quest’anno: davvero tantissimi!

C’è una bella energia, sembra davvero di essere in un Festival, come quelli estivi senza la gara. È una settimana molto frenetica e ci sono delle belle vibrazioni: voglio provare a godermele.

Da quando c’è Amadeus, il Festival di Sanremo è molto cambiato…

Io ho vissuto sia il primo sia quello che dovrebbe essere l’ultimo del suo ciclo. È cambiato moltissimo: già dal lunedì c’è tanta tensione. Nei primi anni, percepivi il Festival solo dopo qualche giorno dall’inizio. Ora, invece, il Festival si sente già dai primi minuti, ancor prima che inizi.

Si deve dare ad Amadeus per questo. Anche i brani in gara sono saliti di livello: questo è un bene per la canzone italiana…

I risultati parlano chiaro. Le canzoni di quest’anno non le ho sentite, a parte quella di Rose Villain durante le prove. Ieri c'era la possibilità di ascoltarle, ma ho preferito aspettare e sentirle per la prima volta stasera.

Ci spieghi la scelta di “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André per la serata delle cover? C’è un filo conduttore con il tuo inedito “Ti muovi”?

Sì, seguo un filo perché ci tenevo a fare un tributo a De André, che ha segnato soprattutto gli inizi della mia carriera. Poco più di dieci anni fa avevo fatto una cover di questa canzone e l’avevo inserita nel mio primo album “E forse sono pazzo” (2013). La canzone aveva acceso il riflettore su di me e mi aveva permesso anche di partecipare al mio primo Sanremo. Dieci anni dopo, vicino alla sua Genova, volevo fare questo omaggio a Fabrizio De André. Con me ci sarà Jack Savoretti, cantante britannico ma con origini proprio genovesi. “Ti muovi” racconta di un cambiamento interiore, un cambiamento emozionale che scombussola i piani e che ti mette davanti a delle emozioni a cui ti devi abbandonare.

Ti faccio una domanda un po’ provocatoria. Spesso vieni visto come un cantautore elegante, con un grande amore per la musica alta. C’è una canzone che ascolti che nessuno si potrebbe immaginare? Magari quando sei da solo, in camera…

Io ascolto di tutto, amo la musica in toto. Vado ai Festival di musica elettronica a ballare, per esempio. Capisco che chi sente solo le mie canzoni possa avere una visione diversa. Già venire ai miei concerti mostra tanto di me, di un’attitudine molto aperta.

Diodato - Che vita meravigliosa (Radio Italia Live 15^ Stagione)

A proposito di concerti, ci racconti com’è stato essere tra i protagonisti dell’ultimo RADIO ITALIA LIVE – IL CONCERTO al Foro Italico di Palermo?

Il pubblico di Palermo mi ha fatto un regalo incredibile. Ho rivisto il video della mia esibizione a Palermo un centinaio di volte: vi ringrazio per aver realizzato un sogno.