Che ricordi hai di Sanremo? “La prima sera ero molto emozionato, ho rivisto il video: sul palco del Teatro Ariston sembravo un ghiacciolo, con l’occhio sbarrato. A partire dalla serata delle cover, in cui ho cantato ‘Don Raffaè” di Fabrizio De André, mi sono sciolto e liberato totalmente, anche perché i commenti sul web mi hanno fatto capire che la mia emozione è stata avvertita e che il testo del mio brano è piaciuto; dopodiché, per il resto della settimana, ho pensato più a divertirmi: il settimo posto mi sta più che bene, anzi pensavo peggio… In ‘Quando sono lontano’ parlo di chi è costretto a cambiare Paese e per esempio sbarca a Lampedusa oppure aspira al Nord Europa o all’America; stasera a ‘Ballarò’, con Roberto Saviano, parleremo di migranti e di ragazzi che si spostano da Napoli per motivi di famiglia o di lavoro”.
Il nuovo disco è uscito durante il Festival. “È un lavoro partito un anno e mezzo fa con il mega-regalo che mi fece Pino Daniele donandomi la sua ultima apparizione in una canzone, ‘Da che parte stai’. Scrissi questo ritornello ai tempi del programma tv ‘Pechino Exspress’ in Myanmar, o Birmania, vedendo i ragazzini che giocavano a pallone scalzi: è un pezzo sulla violenza e sulla dittatura. Quando l’ho proposto a Pino, mi ha detto: ‘Uagliù, hai spaccato proprio, facciamola insieme…’. Era un mito, c’è un episodio che racconto sempre: una volta sono entrato nel suo camerino al Palapartenope e lui stava suonando la mia ‘O’ vient’; ‘Uagliò, sta canzone è bellissima’, mi disse. Gli ho regalato una moka che, quando esce il caffè, emette la musica di ‘O surdato 'nnammurato”.
Nell’album c’è anche una versione 2.0 di “Caruso” in “Sotto lo stesso cielo”. “È la più classica delle canzoni. La mia versione viene dalla compilation ‘Bella lucio’, in cui molti rapper hanno rivisitato in chiave hip hop i pezzi di Lucio Dalla. Nel disco ci sono pure i duetti con Rocco Hunt, Fabri Fibra, Gué Pequeno, Giuliano Palma, Salmo…”.
Nella traccia “Lettera alla musica” canti il verso ‘Un attimo riuscire a fare cose diverse dagli altri’. Personalmente pensi di aver raggiunto anche questo obiettivo? “Una volta chiesi a Pino: ‘Cosa stai facendo?’; ‘Sto studiando chitarra e imparando latino-americano’, mi rispose. Della serie non si finisce mai di studiare. Io vorrei tirare fuori un paio di canzoni in spagnolo e ne approfitto per salutare i miei amici di Palma di Maiorca; una volta abbiamo rifatto in chiave spagnoleggiante ‘Toxico’, un mio brano storico del periodo in cui mi esibivo nel mondo underground, ed è piaciuto molto. Essendo del sud e del sud del mondo, spero un giorno di collaborare con Manu Chao, anche perché lui ha fatto una canzone intitolata ‘El viento’ e io ne ho fatta un’altra che si chiama ‘O’ vient’: Manu, mettiamoci d’accordo!”.
Sei portato per gli accordi internazionali, potresti pensare di fare il Premier… “Da grande volevo fare il Papa!”.
Il tuo Napoli ieri ha pareggiato 1-1 con il Milan, mancando il sorpasso sulla Juventus nel campionato di calcio di Serie A. “Cambiamo argomento…”.