Hai detto che i 24 brani di Sanremo sono un ritratto musicale dell’Italia: come descriveresti, quindi, la musica italiana oggi? "La musica italiana è molto viva, vivace, vitale e variegata perché io e la commissione abbiamo ascoltato per il festival quasi 400 brani differenti cercando di dare una panoramica che fosse più esaustiva e interessante possibile. Qualcuno troverò qualcosa che ama di più o di meno, ma la musica e le parole di queste canzoni sono degne di grande risalto e attenzione”
La musica è al centro di Sanremo, che è una “messa cantata” di cui sei il “sagrestano”: come cantano Claudio Bisio e Virginia Raffaele? Sono bravi? Come se la cavano dal punto di vista tecnico? “Mi sono definito 'sagrestano' per questa messa cantata un servitore che cerca di fare in modo che tutto vada nel migliore dei modi. Virginia Raffaele e Claudio Bisio sono due ottimi cantanti oltre ad essere artisti poliedrici, grandi attori comici e non solo grandi performer e io cercherò di non farglielo sapere troppo direttamente per non farli diventare due pericolosi concorrenti”
Com’era la band dei Sanremo Six di cui facevi parte? Cosa ricordi di quell’avventura? “Ho sempre detto che Sanremo è internazionale perché nel 1970 mi capitò, quando non mi si filava nessuno ed ero un perfetto sconosciuto, di vincere un concorso internazionale in Polonia e di fare tournée sia in Polonia chee in Cecoslovacchia e in altri Paesi dell’Est. Curiosamente ci chiamarono, me e il gruppo di 5 ragazzi di cinecittà Roma, i 'Sanremo Six'. Questo per dirvi appunto quanto Sanremo sia la manifestazione più vista e più chiacchierata d’Italia. Ma non solo: in tantissimi Paesi del mondo viene vista o in diretta o in replica. Molte delle canzoni che sono state a Sanremo hanno fatto il giro del mondo”.