Oggi, venerdì 24 febbraio, esce “Nessun posto è casa mia”, un disco importante che ti racconta completamente. “Finalmente. È stato un percorso lungo, pieno di cose fatte e anche di errori, che però sono serviti per arrivare fino a qui. A un certo punto, mi sono fermata per capire che donna volevo essere, visto che ho compiuto 30 anni un mese fa. Ho avuto la fortuna di avere accanto Mauro Pagani, un maestro che mi ha aiutato a riordinare le mie confusioni, che erano molte. È la prima volta che mi capita di vivere l’uscita di un album con così tanta ansia”.
L’album arriva dopo due anni di lavoro e l’incontro con nuovi autori, come Giovanni Caccamo, Pacifico e Marco Guazzone. “Sì, è frutto del tempo e della pazienza. Ritirarsi per un periodo è stato incosciente e al contempo coraggioso, ma non avevo scelta, non potevo più continuare nella confusione. Alcune delle persone con cui ho collaborato, più che autori, sono amici: mi conoscono, vengono a casa mia a parlarmi e sanno cosa voglio esprimere. Ad esempio, una volta, ho detto a Daniele Magro che sono fissata con il cielo e che avrei voluto un riferimento al cielo in ogni canzone dell’album; lui mi ha risposto: ho scritto un brano intitolato ‘il cielo’. Ringrazio anche Edwyn Roberts, Stefano Marletta, Niccolò e Carlo Verrienti”.
Al Festival di Sanremo 2017 hai presentato la canzone “Nessun posto è casa mia” ma nel disco ci sono anche pezzi più “gigioni”. “Sì, è stata una scelta. È un album semplice, con pezzi più gigioni, ma non volevo rischiare di non essere capita: non volevo che mi si dicesse che sono rimasta la stessa di due anni fa”.
Il tuo pezzo sanremese, ascoltato in cuffia, regala ancora più emozioni. “Io parto sempre dall’ascolto in cuffia: in questo modo, magari sul letto, ascolto i brani che poi mi accompagnano per anni. In auto invece mi capita di sentire brani a cui sono meno affezionata. Nel mio disco, comunque, ci sono anche pezzi adatti ai viaggi in macchina come ‘Fermo immagine’ e ‘Quel bacio’. L’auto può essere molto romantica: se qualcuno ha un fidanzato o una fidanzata, può fermarsi con il partner per guardare un tramonto, per esempio”.
Nell’album non c’è musica elettronica. “Devo ringraziare Mauro perché è riuscito a far risultare credibile un disco tutto suonato come questo. Sapevo che era il produttore giusto per me: per una serie di casi fortunati, abbiamo lavorato insieme e in modo serenissimo con passione, con semplicità e con l’idea di sognare. In questo mondo sonoro mi trovo molto a mio agio”.
Prima di salutarci con un tuffo nel passato con “Straordinario”, fra le tracce c’è “Chiaroscuro”, un pezzo non facile da scrivere se non ci si conosce. “Io e Virginio abbiamo iniziato a conoscerci così: l’ho invitato a casa per bere un tè e abbiamo cominciato a scrivere questa canzone, raccontando noi stessi e le nostre paranoie. Parla anche dell’importanza delle sfumature, bisogna saperle cogliere: le etichettature, anche dopo X Factor, mi hanno pesato. Le persone non sono per forza solo simpatiche o solo profonde…”.