Sulla copertina del disco compaiono una barra, il titolo e l’autore: Cremonini (e non Cesare Cremonini). Alla domanda di un giornalista “Perché solo il cognome?”, lui spiega: “Perché il cognome non è da sottovalutare. Il cognome dà autorevolezza al disco e rappresenta anche un modo per prendermi la responsabilità di quello che ho fatto”.
“Possibili scenari” è un progetto artistico, umano ma soprattutto speciale. “Ho lavorato incessantemente due anni con l’intento di alzare l’asticella, ovvero di migliorarmi”, ha dichiarato. E’ una “congiunzione astrale di tre astri”: “Il primo astro è l’esperienza, il secondo è la fiducia cieca della casa discografica nei miei confronti e il terzo è la sinergia del mio pubblico”, ha spiegato. Un pubblico che, secondo lui, va dai 20 ai 35 anni e che lo vede come un compagno, un amico, perché ha saputo raccontare i loro sentimenti. “Ho un interlocutore che mi ascolta e con cui ho un rapporto alla pari”, ha concluso il discorso sui suoi fan.
Nell’album, Cremonini racconta un po’ se stesso. Anche durante la conferenza lo fa, lasciandosi scappare alcune indiscrezioni sulla sua vita privata: svela di essere stato lasciato dalla sua fidanzata. “Alla domanda ‘Vuoi fare un figlio?’, io ho risposto: ‘No voglio fare San Siro!’”, ha confessato.
“Possibili scenari” è stato anticipato dal singolo “Poetica”. Una canzone che spaventava il cantante perché alzava “l’asticella”. “Poetica mi ha chiesto di non essere codardo nei confronti del mio mestiere”, ha detto. Ed è proprio il suo mestiere, la figura del cantante, che compare nel video di “Poetica”. E’ la prima volta che succede: “In passato interpretavo sempre altri personaggi”, ha precisato.
Per “Poetica”, Cremonini non ha solo riscosso successo tra il pubblico, ha anche ricevuto i complimenti di Jovanotti. “Ti ammiro perché hai portato la musica al livello dell’arte”, gli ha scritto.
“Poetica” potrebbe rientrare nel “momento intimo al piano”, previsto durante il suo primo tour negli stadi. Si esibirà, per la Data Zero, il 15 giugno allo stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro (Udine), il 20 a San Siro di Milano, il 23 all’Olimpico di Roma e il 26 al Dall’Ara di Bologna, la sua città. Per lui sarà un’esplosione di emozioni: “E’ il mio grande sogno”. Per lui sarà un grande onore esibirsi nei templi del calcio e della musica, San Siro e Olimpico, e poi sarà una immensa gioia cantare di fronte al padre 94enne che sarà presente al Dall’Ara.
Radio Italia sarà al suo fianco anche in questo primo tour negli stadi nelle vesti di radio ufficiale. La partnership è ormai consolidata, come ricordato da Paola Gallo durante l’intervista con Cremonini negli studi della diretta.
Venerdì (24) uscirà “Possibili scenari”... Devo dire che “Poetica”, ma tutto il disco in realtà, ha disubbidito alle logiche...
“Ha ubbidito molto alle mie però. Dipende quanto un artista riesce ad essere coerente con ciò che desidera, che gli piace. Ho messo questo pensiero al primo posto. E anche il voler fare qualcosa che avesse a che fare con il piacere. Piacere personale in primis, sperando di incontrare il favore del pubblico. Per fortuna 'Poetica' ha incontrato il favore del pubblico, ha scosso un po' le acque e ha fatto venire a galla la voglia di ascoltare qualcosa di diverso dal mio percorso”.
La cosa straordinaria è che adesso, sempre di più, le persone dicono “Però, però”...
“Sicuramente è stata una bella soddisfazione uscire con una canzone che riportasse la musica suonata e fatta di strumenti suonati, registrati nel modo appropriato. È stato bello. È stato un grande respiro”.
E anche la durata andava contro ogni logica, ogni taglio...
“L'ho sentita molto spesso in radio e nessuno l'ha mai tagliata. Ne sono rimasto sorpreso”.
La bellezza riesce a fermare anche le cesoie più difficili...
“Forse perché hanno capito che la coda è una parte importante della canzone”.
La positività torna spesso in questo album e forse ce n'era bisogno...
“Tanti cercano di distribuire conforto. Sono affezionato a questa canzone. Prima mentre l'ascoltavo, stavo ripercorrendo tutti i passaggi che l'hanno portata qui da voi. Ci vogliono 5 minuti a scriverla, ma per metabolizzarla ci vogliono mesi. 'Poetica' mi ha portato molto lontano”.
“Possibili scenari” è una grande rivoluzione. Quel policromo sulla copertina rappresentano i differenti mondi musicali che incontriamo nel disco
“Mi sono impegnato in prima persona per la copertina. Ho fatto tanta ricerca. Mi sono affezionato a un simbolo che mi ricorda le misurazioni del calore del corpo, della terra. Simboleggia il portare qualcosa di umano al centro. È un album che prende inspirazione da diversi mondi musicali, ma al centro ha umanità. Al centro del disco c'è un senso di ribellione. Ovviamente ribellione non violenta, sentimentale. Riportare al centro del discorso quello che proviamo. Ci vuole coraggio per farlo”.
“La gioia è ancora tutta da inventare”, verso tratto da “Possibili scenari”. C'è un senso di ragionamento, di scrittura...
“Persino le statistiche ci dimostrano che, anche se ci siamo impegnati, la gioia non è stata inventata. La possiamo mascherare, ma poi alla fine la vera gioia non c'è. Allora vuol dire che c'è qualcosaltro da vedere”.
“Possibili scenari” sarà la canzone che tendenzialmente aprirà il tour negli stadi. Radio Italia viaggerà con te...
“Inizieremo con la data zero a Lignano Sabbiadoro, poi si apriranno le porte del tempio del calcio e della musica San Siro, poi quelle di un altro tempio, un colosseo moderno, e infine quelle del Dall’Ara dove sono cresciuto. Andrò i rimettere i miei piedi di fianco a quelli di quando ero bambino. Non sono spaventato. La mia emotività va dal preoccupato al tranquillo. Sono stati venduti moltissimi biglietti e, quindi, sono davvero grato per la fiducia e sono certo di dare qualcosa in cambio. Adesso sono tranquillo adesso. Inizialmente ero preoccupato. Non ho intenzione di invitare il pubblico a venire a vedere una festa. Vorrei che fosse un grande concerto”.
Anche perché hai suonato tanto per questo disco...
“Io associo San Siro al sogno di una vita. L'ho cercato per tutta la vita e ho avuta la fortuna di arrivarci prima dei 40. Ho tanta energia da dare”.
“Nessuno vuole essere Robin” è un punto cruciale per “Possibili scenari”. Ti rigiro la domanda: “Ti sei accorto anche tu, che siamo tutti più soli? Tutti col numero 10 sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori!
“C'è un richiamo a Roberto Baggio. Quando qualcuno sbaglia un rigore sentiamo un senso di liberazione. Quando sbagliano le persone ci fanno sentire meno sotto pressione. Quando c'è l'errore c'è l'umanità. Le persone non vogliono essere Robin. Nel video metterò una tutina di Robin. Per me 'Nessuno vuole essere Robin' è la mia 'Marmelata37'. L'avrei potuta chiamare così".
La ricerca che sia anche popolare...
“Se tu ascolti le interviste con Mc Cartney, con i grandi della musica degli anni Sessanta, percepisci che loro avevano fame di successo, ma anche grande voglia di scoprire. La musica viveva questa voglia di scoperta ed emancipazione”.
Io devo fare un plauso a una canzone del disco, 'Kashmir Kashmir'. L'Europa è così: cerca il diavolo negli occhi degli altri... ritorna il tuo sguardo che è più largo...
“È una canzone che mi è capitata fra le mani. È difficile da scrivere. Sono curioso di sapere cosa ne pensa il pubblico. Non mi avventuro in discorsi sociali perché non mi piacciono le canzoni senza poesia. 'Kashmir Kashmir' ha molta umanità dentro, c'è qualcosa di vivo dentro”.
“Possibili scenari” uscirà venerdì e noi di Radio Italia siamo pronti ad avventurarci in un tour negli stadi con te.