Ecco il testo con cui la voce di canzoni come Poetica, Nessuno vuole essere Robin e Possibili scenari spiega le emozioni vissute nel minuto precedente allo show nella Scala del Calcio.
Cremonini, reduce dal super debutto a San Siro, è rientrato a Bologna dopo un mese passato “lavorando tutti i giorni su un palco enorme” e ha passato una serata tranquilla tra le colline: “Tornato a casa ho cenato prima del tramonto, in un localino rustico qui di fianco a casa mia. Vi assicuro che, almeno per me, vivere sempre immersi nella grandezza, è una noia mortale e un impegno troppo costante. Per questo amo i concerti: due ore e mezza di ubriacante follia”.
Cosa succede prima di salire sul palco di uno stadio come quello? “Resti ore ad aspettarlo. Con te possono stare solo le persone più fidate, ma c’è sempre qualcuno a cui aggrapparti mentalmente. Il manager, l’ufficio stampa, l’assistente personale, i musicisti, la stylist, la fisioterapista, la tour manager, la tua ragazza. Poi minuto dopo minuto, una ad una, queste figure amiche se ne vanno, e cento respiri prima dell’inizio, resti praticamente solo, isolato dai suoni del mondo per via delle cuffie che indossi”.
Qual è la sensazione più acuta? “La cosa più forte che io abbia mai provato non è stato l’ingresso. La sensazione visiva di 56mila persone che ti accolgono come un re. Posso dire certo che è stato incredibile vivere in prima persona ciò che avevo sempre immaginato”.
C’è poi una cosa in particolare che l’ha impressionato di più: “Un minuto prima di cominciare, l’essermi trovato di fronte a me stesso, completamente solo, come davanti a uno specchio, a guardarmi con onestà. Costretto a fare i conti, per 60 lunghi secondi, con ciò che sono nel bene e nel male. Senza più scuse. E questa, è stata la cosa più forte. Ecco come ci si sente, prima di un’impresa emotiva e fisica che sfiora il limite. Cosa si prova, un minuto prima di un concerto a San Siro”.
In un post precedente il cantautore, immortalato in alto da Francesco Prandoni, spiega anche l’inizio dello show: “Ho scelto e voluto che il mio primo San Siro, lo spettacolo più grande della mia vita, iniziasse così: io e 56mila persone, da ‘soli’, a palco completamente spento. Ci vogliono le palle, mi dicevano. Ma io volevo mettere le cose in chiaro. Volevo che si vedesse bene. È stata la cosa migliore e più spettacolare di sempre. Voi siete venuti a un concerto. La musica. Prima. Poi, un’esplosione di meraviglia. Tutto è stato grandioso. Grazie a tutte le persone incredibili che per mesi hanno ascoltato, capito, e lavorato insieme a me a questo grande grande show. Grazie alla stampa che lo ha raccontato con entusiasmo. Grazie a voi, Milano. Questo non è che l’inizio”.