News14 set 2017

Caparezza: l'album Prisoner 709, il singolo Ti fa stare bene e il Tour

Il rapper svela le canzoni, il duetto con Max Gazzè e almeno 6 curiosità

Il nuovo album di Caparezza è “Prisoner 709”, accompagnato dal singolo “Ti fa stare bene” e dal Tour 2017 nei palasport al via il 17 novembre da Ancona. L’artista presenta il lavoro, che arriva tre anni dopo "Museica", nella suggestiva fabbrica Ex Orobia di Milano: gli spazi vuoti e abbandonati ricreano le atmosfere della tracklist, mentre Michele Salvemini racconta le canzoni, il duetto con Max Gazzè, il rapporto con la musica, con il rap e con la sua voce, svelando almeno sei curiosità.
Il disco esce domani, venerdì 15 settembre, proprio quando il singolo sarà in rotazione anche su Radio Italia Solomusicaitaliana.
L'ALBUM. Prisoner 709”, dove i due numeri indicano le lettere di Michele o Caparezza, è stato registrato tra Molfetta e Los Angeles con la collaborazione di Chris Lord-Alege, produttore di star come Bruce Springsteen, Joe Cocker e Green Day e già al fianco di Caparezza nel precedente disco, e contiene 16 tracce composte interamente dal rapper, con la partecipazione di John De Leo, Max Gazzè e DMC in quattro pezzi.
Prisoner 709 è un album sulla mia prigionia”, spiega il cantante, “è un percorso di autoanalisi che parte da una situazione di disagio per arrivare alla fine alla sua accettazione. Dopo 17 anni di album e concerti, in cui mi sono concentrato poco su radio e tv – e questo è uno dei miei deficit -, ho voluto raccontare questo stato d'animo: sono sempre stato giocoso e allegro e lo sono ancora, però tutti viviamo momenti di riflessione. Il disco è in bianco e nero e io sono per la prima volta al centro. L’album è introverso: è rivolto verso di me. Ho scritto un flusso di parole, non sempre edificante per me, e il primo brano è angosciante, non è ‘alla Caparezza’. Una volta fatto questo pezzo, l’ho esorcizzato e il disco è venuto fuori per reazione in modo abbastanza naturale”.
IL SINGOLO. Il brano che accompagna la pubblicazione è “Ti fa stare bene”: “Il coro di bambini è una scelta fatta con consapevolezza: solo un bimbo può dire una cosa folle che non direbbe un adulto. Quel pezzo, che suona anni 70 (ovvero gli anni in cui ero piccolo), è stato scritto al culmine delle mie angosce: ora sono felice, ho affrontato i miei fantasmi e li ho fatti fuori. Il testo ha riferimenti che i bambini possano capire”.
LE CANZONI. Nel disco c’è il duetto con Max Gazzè in “Migliora la tua memoria con un click”: “È un amico, ci siamo incontrati molte volte, lo stimo tantissimo. Quando sento la mia voce cantare non mi piace e per questo pezzo mi serviva una voce tipo la sua, allora l’ho chiamato”. L’album è aperto e chiuso dai brani “Prosopagnosia”, cupo e angosciato, e “Prosopagno sia!”, allegro con sonorità anni 80: “Ho messo lo stesso brano con suoni diversi all’inizio e alla fine perché ho capito che il primo passo è l'accettazione di se stessi. Ho queste angosce, le accetto, e vado avanti”. La prosopagnosia è un deficit cognitivo del sistema nervoso centrale che impedisce a chi ne soffre di riconoscere i visi.
IL TOUR. L'artista pugliese sarà in tournée nei palazzetti a partire da novembre con dieci concerti per quest'anno, che dopo la prima data toccheranno Bari, Firenze, Bologna, Napoli, Roma, Montichiari (Brescia), Padova, Milano e Torino: “Il tour inizia fra due mesi, lo sto portando avanti concettualmente, vorrei ricreare le sensazioni di prigionia e libertà. Quando sono al potere e per il lavoro che faccio a volte lo sono, mi rimproverano di non avere polso, anche nel mio entourage. Non alzo la voce, non m’impongo, sempre per il troppo rispetto degli altri”.
LA VOCE. Caparezza dichiara che il suo modo di cantare sta cambiando, partendo dal titolo del progetto: "Il prigioniero è Michele, la guardia è Caparezza, però è benevola. La mia voce nasale, la mia cifra stilistica per attirare l'attenzione e raccontare in modo più veemente, sta per scomparire in un angolo: nel disco appare solo in alcuni momenti per rassicurare il prigioniero. Praticamente sono bipolare...".
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LA MUSICA. Il rapper spiega poi il rapporto che ha con il suo lavoro. Dal 2015 soffre di acufene e avverte continui ronzii e fischi nelle orecchie: “Amo e odio la musica. Ho un deficit uditivo, ho perso delle frequenze, non sento tanto bene, questa è una delle cose che mi ha tolto la musica. Un disco, come un film, non deve piacere ma deve esistere e semmai interessare. Se scrivi pensando di soddisfare un pubblico, rischi di fare un album piacione. Nel mio caso il referente sono io: questo lavoro è una fotografia, rappresenta me in questo momento, è come se fosse un diario. Volevo fare un disco acustico con il minimoog, minimale, e alla fine è uscito fuori rock: ho sempre bisogno di scosse ed energia. Ora che mi sono scosso, il prossimo album potrebbe essere chillout...”.
MUSEICA. Michele è reduce dai successi della sua opera precedente: “Sono terrorizzato dall'idea che siano migliori i primi album ma se fai musica in modo viscerale, non temi il confronto con il lavoro precedente. Per mesi sentivo fischi nelle orecchie e non ho toccato penna. Poi ho preso coraggio, per non piangermi addosso perché detesto i vittimismi, e non ho pensato ai successi e ai premi di Museica, ho iniziato un nuovo viaggio. In quel disco ho parlato di acufene e poi me ne sono ammalato: forse era meglio stare zitto… Oggi è più difficile scrivere perché mi devo confrontare con le cose già fatte e non ripetermi. Di solito vado sempre a ricesellare i testi fino alla fine, anche quando sono davanti al microfono nello studio d'incisione”.
IL RAP. Il cantante ama ancora sperimentare con il suo genere musicale di riferimento: “Il rap è molto giovane e per sua natura è attaccato al presente, è il più radicato nella gioventù perché ha un flusso, una voglia di raccontarsi. Fare il rap a 43 anni d’età non è semplice e non è più immediato come quando ne avevo 20, ma con questo disco ho scoperto che mi piace ancora e mi sono messo alla prova. Non scrivo per catechizzare e non faccio citazioni per il gusto di farle ma perché sento che stanno nel discorso. Sono stato folgorato dal rap italiano ascoltando ‘Fight da faida’ di Frankie hi-nrg mc e ‘Quelli che benpensano’: se vieni stupito da una cosa, poi vai a cercarla”.
6 CURIOSITÀ:
1. “A volte ai concerti recupero le parole che dimentico dal labiale delle persone sotto al palco
2. “Sono appassionato di numerologia: se al numero 709 del titolo del disco togli i miei 43 anni d’età, ottieni 666, sono diabolico...
3. “Sto provando a conoscere l'analisi perché sono curioso. Ho la fortuna di fare autoanalisi con la musica. In questo momento sto cercando un terapeuta perché sono curioso sulla materia. Ho letto Jung ma non sono un esperto, però voglio entrare nel profondo di questo argomento
4. “Nel tour di Museica c'era un momento in cui schizzavo a tempo del colore su una tela e poi la regalavo: la mia avventura nell'arte è finita lì
5. “Quando ero piccolo, mi innamorai del ‘La voce del padrone’ di Franco Battiato, c'era qualcosa che mi arrivava a prescindere dall'età. Se non capite un mio brano, fate finta che sia in inglese...
6. “Il reato per cui sono in carcere è l'esistere, la presa di coscienza che arriva da adulti, pensare sempre alle cose non me le fa godere tantissimo
Francesco Carrubba per Radio Italia