News28 nov 2019

Biagio Antonacci, nuovo album: Laura Pausini, la sua Paola, il figlio Paolo

In primo piano: Chiaramente visibili dallo spazio + Il sogno chitarra-voce

Per Biagio Antonacci, come dice il titolo del nuovo album lanciato dal singolo Ci siamo capiti male, noi siamo Chiaramente visibili dallo spazio e “sempre più controllati in ogni angolo di strada”. Per Laura Pausini, la compagna Paola Cardinale e il figlio Paolo è un disco “bello e maturo”. Il tour di concerti 2020 è in fase di programmazione, il sogno di un progetto tutto chitarra e voce è sempre vivo.
Sanremo come ospite? Non lo sappiamo ancora” svela il “ragazzo di Rozzano”, 56 anni d'età. Ecco la video intervista “In primo piano” e il racconto della conferenza stampa di presentazione dell'album che esce a mezzanotte.

IN PRIMO PIANO: Chiaramente Visibili dallo Spazio di Biagio Antonacci

NUOVO ALBUM. Chiaramente visibili dallo spazio, in uscita venerdì 29 novembre 2019, “È un disco nato in studi diversi, molto suonato, in cui rafforzo il fatto che voglio fare sempre di più il cantautore chitarra e voce: più che spiegato va ascoltato, meditato e affrontato”, spiega Biagio Antonacci, “Il disco chitarra e voce è una cosa che devo fare, sarà il prossimo passaggio, sarebbe rivoluzionario: lo dico da anni, mi fa stare vivo e attivo, come il sogno del tour nei teatri; ci sono cose che tieni lì per avere sempre qualcosa ancora da realizzare. Questo album ha una sonorità minimalista anche se ci sono archi e strumenti, le strofe sono molto intime, poi c’è un’esplosione musicale, perché sul palco mi piace muovermi e far muovere il pubblico”.
A 56 anni d'etàho rispettato il sogno di quel ragazzo di Rozzano che voleva fare il primo disco”, racconta il cantante, “Ho pubblicato 15 album in studio più tutti gli altri, sono già salito sul podio della vita, sono sempre di fronte a un nuovo trampolino e a un nuovo tuffo nella musica, rappresentato proprio da questo album”. E il titolo? “Vuol dire tutto e niente, è una visione, sono 4 parole messe insieme che formano un'immagine evocativa: in questa epoca siamo controllati tutti i giorni, siamo visibili dallo spazio ma anche da ogni angolo della strada e della vita, tramite telecamere e 'osservazioni'; andrà sempre peggio, è l’inizio di un mondo che ci porterà via la personalità, preparatevi perché sarà così”.
CANZONI. Ecco come Biagio Antonacci ha spiegato alcuni brani di Chiaramente visibili dallo spazio:
- L’amore muore. “Il protagonista è un uomo disilluso, stanco e consapevole che l’amore può morire, è una canzone scritta di getto
- Ci siamo capiti male. Nel videoclip del singolo, nella splendida piscina della Villa Malliana (Bergamo), appaiono le Azzurre della nazionale italiana di nuoto sincronizzato: “Mi piaceva portare uno sport in un video, fanno 8 ore al giorno di allenamento. Mi piace molto il movimento dell’acqua, il ritmo dell’acqua per me è primordiale: un bimbo vive per 9 mesi nella pancia della mamma sentendo pulsazioni, ritmi e forse anche la mia musica. Me lo dicono le fan che vengono ai concerti
- Parigi sei tu. Nel brano c'è la voce campionata di Édith Piaf in 'Non, Je Ne Regrette Rien': “È successa una cosa strana, ho sentito l'effetto 'messo in griglia' da Placido, come si dice tecnicamente, stava benissimo, l’abbiamo lasciata, lei canta la rivoluzione, dentro e fuori la sua vita
- Una brava persona. La splendida e intensa ballata chiude l'album: “Le persone normali non si sentono mai eroi
CONCERTI. Adesso è presto per annunciare il tour 2020: “Non si parla ancora di tournée ma la stiamo programmando. Sto pensando a come affrontare il futuro del live, ho appena fatto un tour pop molto grande, sto valutando se dare una veste più teatrale e intimista alla mia carriera. La direzione potrebbe essere quella di fare concerti su un palco con la chitarra in mano e il pianoforte, raccontando la mia storia e parlando con i fan, in un dialogo con il pubblico, per un live intimista”.
SANREMO. Vedremo Biagio Antonacci al Festival di Sanremo 2020 di Amadeus, magari come ospite o autore di canzoni in gara? “Come autore ormai credo che sia troppo tardi, non mi sono neanche mosso troppo. Come ospite non sappiamo ancora niente, perché non è ancora stato fatto nulla di definitivo. Poi mi sembra giusto dare la giusta importanza ai super ospiti: per me Sanremo dev'essere curato dai ragazzi che vanno nei Giovani e dai Big che vanno a sviluppare la loro carriera; tutto il resto è un di più”.
3 PERSONE + LA BAND. Ci sono almeno 3 figure e alcuni musicisti che hanno contribuito in particolare al risultato finale raggiunto dall'album.
- Moni Ovadia. “L'ho conosciuto con Mario Incudine, abbiamo mangiato insieme, ho scoperto il suo talento e la sua storia, mi ha scritto due cose dopo aver ascoltato l’album e le ho messe nel libretto, così c'è una sorta di prefazione del disco, una cosa abbastanza atipica
- Taketo Gohara. “Per condividere la produzione con lui l'ho chiamato la prima volta, ma era impegnato, l’ho richiamato dopo 2 mesi e ha accettato: ha qualcosa di speciale e spirituale, oltre alle sue capacità. Fare un disco diventa una convivenza: in America, a New York, abbiamo dormito 2 ore a notte per sfruttare lo studio al massimo
- Placido Salamone. “È un chitarrista, ha un talento incredibile: cercava casa in affitto a Bologna, gliel’ho data io a un prezzo ottimo wi fi compreso (ride, ndr), sono stato generoso e proprio in casa l’ho sentito suonare di notte quando pensava di non essere ascoltato, poi con un provino abbiamo iniziato a lavorare insieme. Suo papà era un mio fan e lo portò a un mio concerto da bambino a Modica, dove lo stadio era pieno: all’uscita, tra la folla che aspettava, sua mamma mi acclamò urlando... Fabio Antonacci!
- Musicisti. Oltre ai chitarristi Massimo Varini e Placido Salamone, al disco hanno collaborato il percussionista brasiliano Mauro Refosco (David Byrne, Red Hot Chili Peppers), il bassista Spencer Zahn (Charlie Haden, Kimbra) e una vera e propria orchestra, l’EdoDea Ensemble
MILANO. Un ricordo di RADIO ITALIA LIVE - IL CONCERTO in Piazza Duomo? “La prima volta che l'ho vissuto l'ho paragonato al mio primo San Siro nel 2007: ho visto a Milano tanta gente, ho visto la provincia in centro e ho visto veramente una piazza come mai avevo visto prima”.