Come avete scelto il titolo “0+” per l’album? “Siamo molto contenti di questo titolo, ci siamo scervellati. Una volta ci siamo sentiti al telefono alle tre di notte e ci siamo chiesti che gruppo sanguigno avessimo. Al mattino dopo, abbiamo controllato e abbiamo scoperto di avere entrambi il gruppo zero positivo. Abbiamo subito pensato che fosse un buon titolo…”.
Tra le canzoni dell’album c’è “Traccia numero 3” con Max Pezzali. Con questa canzone, raccontate il vostro tempo e la vostra generazione? “Sì, parla di noi e della nostra vita. Magari potessimo avere una carriera come la sua, fa questo mestiere da 30 anni, è una persona umile e da lui possiamo solo imparare. Nei nostri dischi, la traccia numero 3 è sempre quella che ci emoziona di più. È quella che inizialmente scarti ma che, riascoltandola più volte, impari ad amare”.
Nell’album duettate anche con Jasmine Thompson, che ha appena compiuto 16 anni, in “Forme geometriche”. “Per noi è un onore, è una grande artista, ha fatto delle hit mondiali, anche con i maggiori dj e producer internazionali”.
Ascoltiamo insieme “Adrenalina”, la prima canzone del disco. “Parla di come ci sentiamo quando torniamo in hotel a fine giornata, ci sdraiamo e ripensiamo al nostro percorso. Lì capiamo che facciamo musica perché ci dà adrenalina”.
Il vostro tour instore sta registrando un record di presenze instore. “Abbiamo aggiunto nuove date proprio per andare da chi non ha ancora avuto la possibilità di conoscerci, in città dove non siamo stati. Domani, 11 novembre, siamo a Sassari e domenica, 13 novembre, saremo a Cagliari. In Sardegna non ci vedono da più di un anno. Ci portiamo anche il costume…”.
Come compongono musica due nativi digitali come voi? “Certe volte ci capita mentre siamo in giro. Abbiamo iniziato a scrivere il testo di ‘Non è da te’ sul cellulare in aereo. Altre volte lavoriamo sui pezzi in studio: sono nate così ‘Adrenalina’ e ‘Una foto’. ‘Boomeranghi’ è nata un po’ per caso... Non c’è molta differenza rispetto al passato: adesso appuntiamo note e parole sul cellulare, anche se delle volte per concentrarci di più scriviamo sulla carta, perché così abbiamo meno distrazioni, altrimenti finiamo subito sui social… Quando scrivi una canzone, crei immagini: è come dipingere un quadro”.
Quanto vi raccontano le vostre canzoni?
Fede: “Sono prettamente autobiografiche, nascono da esperienze che facciamo. Siamo giovani e quindi non abbiamo una maturità tale da piacere ai 40-50enni. I giovani si rispecchiano perché parliamo di quello che ci succede”.
Benji: “Ad esempio la ragazza in bici citata in ‘Non è da te’ non mi parla da quando è uscito il disco... Lo spunto parte da una persona sola ma in molti si possono ritrovare in quel testo”.
Vi siete accorti che il consenso verso la vostra musica sta crescendo vertiginosamente?
Fede: “Ci siamo tolti molte soddisfazioni, abbiamo creato una grande famiglia che ci supporta. È il lavoro che paga: non ci permettiamo mai di sederci sugli allori e manteniamo la testa sulle spalle”.
Benji: “Nell’ultimo anno le cose stanno andando molto bene, però ci sono stati anche periodi difficili. Sono 6 anni che ci conosciamo e che facciamo musica insieme, è stato un percorso lungo e graduale”.
Quali sono i vostri difetti?
Benji: “Il peggior difetto di Fede è la non puntualità, ormai lo sappiamo tutti...”.
Fede: “Benji si chiude sempre in se stesso, è molto introspettivo, spesso non parla”.
Dite spesso “Ti amo” o avete paura di dichiararvi?
Benji: “Non bisogna aver paura ma è meglio pensarci molto bene prima di dire ti amo”.
Fede: “È vero, è una cosa molto importante: non bisogna aver paura ma non bisogna nemmeno dirlo tanto per dirlo. È passato parecchio da quando l’ho detto l’ultima volta…”.
Benji: “Ma se l’hai detto a me ieri sera?!?!” (ridono, ndr)
Benji hai postato una foto che ti ritrae con una foto di Donald Trump e un divieto di sosta. Cosa pensi del nuovo presidente degli Stati Uniti? “Mi avrebbe fatto piacere che fosse eletta una donna. Però tutti e due i candidati avevano qualche difetto. Trump continua a negare i cambiamenti climatici e dice di voler fare un muro per dividere gli Usa dal Messico, secondo me sono cose assurde”.
Intanto riapre il Bataclan, un anno dopo gli attacchi a Parigi. “Sì, con Sting. Siamo tornati in Italia 3-4 giorni prima dell’attentato, avevamo girato un video lì. Per vincere il terrorismo bisogna continuare a vivere la propria vita normalmente e fare le cose di tutti i giorni, senza paura”.
Come rispondete quando ricevete critiche, anche tramite i social? “Cerchiamo di ignorare le critiche non costruttive. Anche Gianni morandi e Jovanotti all’inizio della carriera ricevevano molte critiche. Lo accettiamo, fa parte del percorso”.