News05 feb 2019

Arisa, Sanremo: “La nuova Rosalba in città ha ripreso la leggerezza”

“Mi sento bene quando sento di non aver fatto qualche cavolata”

Arisa festeggia i dieci anni di carriera e torna al Festival di Sanremo, dove nel 2009 ha trionfato tra le Nuove Proposte con il brano “Sincerità” e nel 2014 tra i Big con “Controvento”. Per le 69esima edizione della kermesse, Arisa presenta in gara il brano “Mi sento bene”. A questo proposito, l’artista racconta alla redazione di Radio Italia nella rubrica #atupertu che cosa la fa stare bene: “Mi fa sentire bene stare bene, quando sento che il mio di dentro combacia con il mio di fuori, quando non mi sento spossata, quando non mi sento di aver fatto qualche cavolata o di aver detto la cosa sbagliata, perché poi è quello che ci fa un pochino perdere la bussola”.

#atupertu con Arisa (Sanremo 2019)

A farla stare bene ci sono anche i due cani, Titti Verdura e Nino Meringa, che però non l’hanno seguita in riviera: “Sono rimasti a casa con la baby sitter”.
“Mi sento bene” è una delle tracce del nuovo album di Arisa “Una nuova Rosalba in città”, in uscita venerdì 8 febbraio. Com’è questa nuova Rosalba? “A me fa molto sorridere quando torni con un nuovo progetto e dichiari di essere cambiata. In realtà non sono cambiata, diciamo che ho ripreso cose del mio passato che mi piacevano molto e che mi mancavano, come la leggerezza, delle sonorità che avessero a che fare con brani eterni della storia: ritmo unito a leggerezza con testi che hanno una morale e che hanno dato una direzione, per prima a me”.
Che cosa porterà Arisa e che cosa porterà Rosalba sul palco dell’Ariston? “Arisa e Rosalba in realtà sono la stessa persona. Rosalba non sarebbe nulla senza Arisa e viceversa, anche se le cose nella vita possono cambiare. Arisa secondo me non è solo quello che canta, il nome infatti è l’acronimo delle iniziali della mia famiglia, quindi è il frutto delle passioni dei miei genitori, di quello che ho vissuto con le mie sorelle, che significa cucire, vestiti, cibo, arte, senza voler fare la tuttologa. Io sono il frutto esatto della mia famiglia”.