News07 ott 2020

Achille Lauro: “Scrivere una canzone per Mina? Ci stiamo pensando!”

Ecco come nasce lo pseudonimo Achille Idol: “Mi sento unico”. E su Fiorella Mannoia...

Nel Reward Music Place, ospite di Radio Italia, c’è Achille Lauro, o meglio Achille Idol. L’artista, infatti, ha scelto questo alter ego per pubblicare la riedizione del Disco d’Oro “1969”, con il successo di Sanremo Rolls Royce”. In diretta radio e tv insieme ai nostri Mauro Marino & Manola Moslehi, l’artista ha presentato il nuovo progetto, ma si è anche raccontato 360 gradi: ha svelato cosa c’è dietro la sua musica, ha parlato del prestigioso featuring con Fiorella Mannoia e delle sue collaborazioni dei sogni.
Com’è andato il lockdown per te?
Per fortuna è passato, ho cercato di trarre profitto dal tempo che abbiamo avuto. È stato un momento molto particolare per tutti: questi sono anni frenetici e, all’improvviso, ci siamo trovati in una strana ‘bolla’. Io ho fatto tanta musica, ho praticamente ricostruito uno studio in un b&b e ho prodotto 5 album.
Il 25 settembre è uscito “1969 Achille Idol Rebirth”. Perché hai ripreso questo pseudonimo che usavi a inizio carriera?
Innanzitutto è ispirato a Billy Idol. Mi piaceva la leggenda che aleggia su questo nome: lui era inizialmente ‘idle’, ovvero fannullone, e poi è diventato ‘idol’ nel senso di rockstar. Ho ripreso questo nome perché “Achille Idol immortale” è l’album che, nel 2014, ha iniziato a farmi conoscere al grande pubblico. È stato il secondo step del mio percorso: era l’emblema e il simbolo di ciò che mi ha fatto diventare quello che sono oggi.
Quindi “Achille Idol” può essere inteso come rinascita?
Sì, anche se la rinascita avviene in tutti gli album, c’è sempre qualcosa di diverso e non faccio mai la stessa cosa. Non mi fossilizzo, non ho paura di perdere il pubblico o la fama.

Achille Lauro: “Scrivere una canzone per Mina? Ci stiamo pensando!”

Nella tua carriera sei passato dal 1969 al 1990, per ritornare adesso al primo stile con un nuovo album. C’è comunque una continuità nel tuo percorso...
C’è una continuità di anima, al di là del sound. Sopra ci sono sempre io senza leggi di marketing. È un progetto basato su una sola idea: voglio fare questo e lo faccio.
In realtà, il nuovo disco è uscito mentre quello precedente, “1990”, continua ancora ad avere successo.
Quest’anno abbiamo dato molto all’industria, con ‘Me ne frego’, ‘Bam Bam Twist’, ‘1990’, ‘Maleducata’ e ora questo nuovo album. Ho lavorato tanto e ho avuto la possibilità di proporre nuova musica, senza aspettare i tempi discografici.
Ricordiamo che “1969 Achille Idol Rebirth” una riedizione.
È il mio album ‘1969’ con i successi del 2019 come ‘Rolls Royce’, ma include anche i brani del 2020 con due inediti: ‘C’est la vie’ con Fiorella Mannoia, che mi ha onorato della sua presenza, e ‘Maleducata’.”
A proposito, il video di “Maleducata” è puramente in stile Achille Lauro ed è ispirato a “The Rocky Horror Picture Show”.
Mi sono scoperto ballerino, me la cavo! In un’altra vita probabilmente ero una stripper.
All’Arena di Verona, in occasione dei Seat Music Awards avete tu e Fiorella Mannoia avete cantato insieme “C’est la vie”. Com’è nata la vostra intesa?
L’ho chiamata io. Nonostante possiamo sembrare distanti, non è così. Sono figlio della tradizione e del cantautorato italiano, della scuola di Califano, Battisti, Mina... Fiorella Mannoia è la regina di quella sfumatura italiana: lei è assurda, un tesoro per l’Italia. Quella con lei è stata una performance incredibile, mi è piaciuto vedere come lei interpreta e fa suoi i brani. A volte fare l’interprete è più difficile che scrivere canzoni: sentirsi così addosso un brano è raro.
Fiorella Mannoia si aggiunge all’elenco di artisti che hanno mostrato stima per te. Addirittura, Mina ha detto: “A me piacerebbe cantare una canzone scritta da Achille Lauro”.
È incredibile. Per me, che sono cresciuto con le canzoni di Mina, è pazzesco.
La accontentiamo?
Ci stiamo pensando! Le scriverei una canzone nuova, ma tutte le ballad come ‘C’est la vie’ farebbero per lei. ‘Rolls Royce’, invece, sarebbe meno adatta perché la devi cantare male... è ‘sguaiata’!
Ci hai abituato al cambiamento, ti evolvi in continuazione. È nella tua natura oppure ti annoi tanto nella vita e hai necessità di trovare stimoli nuovi?
Non ho tanto tempo di annoiarmi nella vita, ma non rifarei lo stesso disco 2 o 3 volte. Cambiare sempre è nella mia natura, anche se sono anni che mi dicono di continuare sulla stessa strada.
Sei passato dal rap e dalla trap alla dance anni ’90 e al rock, fino al punk. A ogni disco riesci a stupire...
Ho toccato anche l’elettronica, il cantautorato... Per esempio, in uno dei miei primi album, ‘Dio c’è’, c’era ‘La bella e la bestia’, un brano realizzato con piano e voce.
La tua raffinatezza si è vista anche nell’esibizione a Taranto con l’Orchestra della Magna Grecia.
È stata un’esperienza pazzesca, con un’orchestra sinfonica. Veramente incredibile.
Forbes Italia ha inserito Achille Lauro tra quelli che saranno i leader del futuro “under 30”.
Ormai però ho fatto 30 anni! Io cerco semplicemente di fare quello che faccio al meglio.
Ti senti un buon esempio per la nuova generazione?
Penso che l’omologazione di adesso sia sbagliata. La globalizzazione ha avuto effetti anche nella musica: abbiamo un sacco di ‘cloni’, mentre io mi sento di essere unico, nel bene e nel male. Non ho la presunzione di piacere a tutti, ma sicuramente sono una cosa ben definita.
Molti dei tuoi fan ti ringraziano perché hai dato la consapevolezza che sentirsi liberi non è mai sbagliato.
Io ne sono contento. Penso che quello che abbiamo fatto a Sanremo, nonostante io non sia uno che si schiera politicamente, abbia dietro un messaggio. Sono contento di mettere in scena un ideale e un pensiero, insieme a tutta la mia squadra.
Tu sei una persona precisa sul lavoro?
Dipende. Per quanto riguarda la produzione, sono maniacale, che è peggio che essere precisi. In generale, sono uno che fa tante cose: per seguirle tutte, quindi, mi circondo di gente ‘ordinata’.

Achille Lauro - Rolls Royce (#rilive2019 Palermo)

Abbiamo visto la tua esibizione a RADIO ITALIA LIVE - IL CONCERTO, a Palermo. Di solito giri da un palco all’altro, ti piace la vita in tour?
La ‘tour life’ è tosta, ti mette alla prova. Manca tanto.
Anche se manca un anno, i prossimi concerti sono fissati per ottobre 2021. Hai già pensato al tour?
Ci sono tante cose in ballo che vi faremo vedere. Siamo solo all’inizio.
Guardando la copertina del nuovo album, sei circondato da grandi personaggi...
È una cover che ho pensato io. Sotto sono rappresentati i gironi dell’inferno, poi ci sono le persone comuni e il ‘paradiso’ delle star. Alla fine c’è l’inarrivabile, con rifermenti religiosi.
C’è qualche personaggio che in questo periodo ti incuriosisce e con cui ti piacerebbe collaborare?
Io sono attratto generalmente da leggende della musica che non ci sono più. Se potessi, farei un viaggio nel tempo per incontrare James Brown, Michael Jackson, Prince... Oggi, invece, mi piacciono artisti americani come Travis Scott, che non lasciano nulla al caso. E poi mi piacerebbe un bel featuring con gli Oasis: non si sa mai, magari con Liam...
Tanti ti paragonano ad altri artisti. Qual è quello che ti dà più fastidio?
Tutti. Io faccio una cosa che è solo mia. Credo di fare una cosa talmente ‘ibrida’ che non può essere avvicinata a qualcuno. Il discorso vale anche al contrario: anche gli altri hanno una loro identità forte e non sono me.

Achille Lauro: “Scrivere una canzone per Mina? Ci stiamo pensando!”