Nella tua canzone si parla di questo amore, che va su, va giù, ti scombussola… “È la canzone giusta per questa kermesse, quest’anno porto un brano d’amore, diverso rispetto all’inno generazionale dello scorso anno. È un amore menefreghista, ma il ‘Me ne frego’ non è antipatico, è un ‘me ne frego facciamo lo stesso, stiamo insieme, viviamo’. L’amore è passare il limite”.
Come stai in generale? “Sono contento perché sta passando quello che era il progetto. L’idea principale era condensare quello che succede in un’ora e mezza nei live in 4 minuti, volevo un momento introspettivo, poi lo stupore, il glam, il punk”.
La clip più visualizzata al momento tra le esibizioni del Festival è quella di Achille Lauro. Ti sei trasformato da crisalide farfalla… “Si vedeva dalla faccia quello che avevo in testa. Quando mi sono tolto la cappa e si è vista la faccia”.
Ci vuole anche coraggio. “È una rappresentazione teatrale. Se inizi a vedere la musica così capisci che è tutto normale. Non vedevo l’ora di farlo, avevo pensato questa cosa in fase embrionale”.
Quali sono i messaggi che ti hanno inorgoglito dopo la tua esibizione? “Ho ricevuto migliaia di messaggi ma non sono ancora riuscito a vederli, Sanremo è una macchina e voglio avere un momento per fermarmi e leggere”.
Ci sarà un’evoluzione… “Chi lo sa. Sicuramente è uno spettacolo”.
Baci sempre le persone con cui condividi il palco? “Solo Boss Doms”.
Qual è il prossimo palco in cui ti verremo applaudire? “Domani a Sanremo. Poi c’è una data il 31 ottobre a Roma, sono cresciuto lì. Per me stupendo tornare dove tutto è iniziato in una location importante. Sarà il punto zero e si ricomincerà tutto da zero. Finalmente ci possiamo calare dall’alto”.