#ACHILLELAURODAY28 set 2021

Achille Lauro: “Orietta Berti è una rockstar. Sanremo 2022? Sarebbe bello...”

L'artista è assoluto protagonista dell'Achille Lauro Day su Radio Italia solomusicaitaliana e Corriere della Sera. Il percorso musicale, la mancanza dei live, la hit “Mille” e il legame speciale con il Festival: ecco la sua intervista con Mauro Marino & Manola Moslehi e Andrea Laffranchi

A Radio Italia solomusicaitaliana e Corriere della Sera, è l'Achille Lauro Day. Per tutta la giornata, martedì 28 settembre, l'artista è protagonista assoluto del nostro palinsesto, dei mezzi del quotidiano e sui social con l'hashtag #AchilleLauroDay. Proprio in diretta su Radio Italia solomusicaitaliana, collegato a distanza, ha chiacchierato con i nostri Mauro Marino & Manola Moslehi e con il giornalista del Corriere Andrea Laffranchi: dalla gavetta all'ultimo singolo, dalla mancanza dei concerti alla "coreografia" per Orietta Berti, Lauro ripercorre la sua carriera e i suoi progetti, lanciando una piccola chiamata ad Amadeus per Sanremo 2022...
Dove sei, cosa stai facendo?
Sto lavorando a diversi progetti, non solo musica, con diverse persone del mio team.
Com'è stato ritrovare il pubblico all'Arena di Verona in occasione dei Seat Music Awards?
È stato molto bello, veramente una grande emozione. Sono sempre a mio agio sul palco, è come stare a una festa a casa mia. È sempre stato così, ma ultimamente, pensando a tutta la gavetta, è una situazione familiare.
Nel video di “Latte+”, hai fatto una scelta specifica e non hai voluto comparse ma immagini di vita vera. Come mai?
In un panorama musicale dove è tutto costruito, per una volta ho detto: 'Togliamo tutto quanto'. Il video è ripreso tutto con una telecamera amatoriale.
“Latte+” si rifà ad “Arancia meccanica” di Kubrick: è uno dei tuoi film preferiti?
È assolutamente un cult, un film che merita dediche e tributi. Lo stesso concetto del pezzo: a noi serve di più. In generale, si rifà a qualsiasi persona che segua questa filosofia.
Ai nostri microfoni, in primavera, ci avevi detto di volerti prendere una pausa perché avevi “voglia di vita”. Lo confermi?
Devo dire che sono 4 mesi che sono in giro, quindi sto abbastanza vivendo. Sono partito a maggio e sono tornato per sbaglio, ogni tanto. Ho fatto tantissimi giri, avrò preso 20 aerei. Sono contento perché finalmente vivo, ho vissuto per 5 anni focalizzato su tutto quello che è la musica e su tutti i miei progetti. Ma la musica è la vita e la vita è la musica, non può esistere una cosa senza l'altra. Quindi avevo bisogno di ricaricarmi, fare esperienze, parlare con persone nuove, vedere posti nuovi e pensare cose nuove.
Questa è stata anche l'estate di “Mille”: la canzone con Fedez e Orietta Berti ha avuto un successo tale da essere prodotta in altre lingue. Ve l'aspettavate?
È sempre una scommessa, puoi prevedere fino a un certo punto. Uscivamo da un periodo difficile e Orietta si era riconfermata la rockstar italiana dopo Sanremo, quindi ho avuto il sentore che potesse diventare una cosa molta grossa.
Orietta ha detto che il balletto del ventaglio di “Mille” è opera tua. È vero?
Signori, io sono anche un coreografo! Mentre registravo, mi rifacevo al twist classico ed è uscita questa 'scemenza' in modo molto spontaneo.
Sei uno dai “mille” progetti, però sei anche molto meticoloso e preciso, attento al dettaglio. Come fai a stare dietro a tutto?
È una bella domanda... Diciamo che non dormo, è l'unica motivazione che posso dare. Altrimenti come fai a conciliare tutto quanto?
È vero che stai disegnando anche linee di abbigliamento?
Qualcosa bolle in pentola... Non mi sbottono perché a me piace parlare quando le cose sono concrete e posso toccarle con mano. Anche per quanto riguarda la musica, il brano non deve uscire dallo studio finché non è pronto.

Achille Lauro - Rolls Royce (#rilive2019 Palermo)

Nel 2019 avevi partecipato a RADIO ITALIA LIVE - IL CONCERTO a Palermo: che ricordo hai?
È stato pazzesco, perché io venivo in van da Milano. Sono partito il giorno prima di mattina e ho suonato a Pescara di sera: ho fatto il check, la cena, il concerto e un minuto dopo sono salito in van e sono partito per Palermo. Avevo due driver: ero sicuro di arrivare presto a destinazione, invece mi sono svegliato alle 8 del mattino e si erano addormentati tutti e due. Ripensandoci, mi dispiace di tutta questa situazione perché quegli eventi accomunano le persone, le città e fanno vivere grandi momenti: questo è un momento storico in cui le persone ne avrebbero bisogno.
Il tuo tour è stato rimandato al 2022.
Spero si farà, ma navighiamo a vista. Di certo, il mio concerto non è importante quanto risolvere la situazione sanitaria attuale e la pandemia.
Per Lauro, nasce prima il testo e poi la melodia o il contrario?
È imprevedibile, non puoi saperlo. Magari nasce il testo in un momento casuale e lo segni, magari nasce un riff di chitarra e ti accodi, magari nasce una poesia che poi diventa musica... Ad esempio, 'C'est la vie' era in linea di massima una poesia: l'ho scritta senza musica, ho dovuto modificare qualcosa e la melodia è venuta dopo.
Nei tuoi album ti rifai sempre a determinate annate. Come ti è venuta questa idea?
Io produco tanta musica, non ho mai avuto il blocco dell'artista fino ad oggi, sono uno che sperimenta tanto. Curiosando nella mia musica, mi sono ritrovato ad avere tante canzoni con identità diverse che si rifacevano ad alcuni anni, così mi sono inventato questi 3 'side project'. Il mio vero disco è stato '1969'; poi i suoi figli, '1990' e '1920', sono stati esperimenti. Non mi precludo nulla. Anche 'Latte+' è un esperimento, secondo me abbastanza riuscito.
Se tu potessi scegliere di essere qualcun altro per 24 ore, chi sceglieresti e perché?
Credo sia riduttivo scegliere una persona sola. In fondo, a me piacerebbe vivere un pezzettino di vita di ognuno, perché esce sempre qualcosa di affascinante rispetto al passato e alle culture. Non saprei decidere una persona sola.
Ultimamente, hai avuto anche l'occasione di incontrare Antonello Venditti e Zucchero. Com'è stata quella esperienza?
Cosa posso dirvi? Ho potuto cantare 'Rolls Royce' con Zucchero e 'Notte prima degli esami' con Venditti. Per me sono due figure incredibili e aver scambiato una parte umana con loro è stata veramente pazzesco.
Con chi ti piacerebbe duettare?
Alla fine sono le canzoni a scegliere. Quando vedo che c'è una sinergia interessante e si può creare qualcosa insieme, non mi tiro indietro. Dalle collaborazioni nascono le cose più belle. Qualche anno fa, per esempio, ho avuto il piacere di collaborare con Cosmo, che apparentemente era distante da me; invece, abbiamo creato un brano che secondo me sarà una 'chicca' della musica italiana, a metà tra cantautorato, samba e musica del futuro.
Laffranchi:  Dalla risposta che ti è arrivata, “Marilù” ha cambiato la percezione di chi è Achille Lauro?
Questo lo faccio dire agli altri. Sicuramente è un brano che ha suscitato qualcosa. Per me l'importante, prima della canzone, è far arrivare qualcosa, che sia disturbante come tutta l'esperienza di Sanremo oppure forte come 'C'est la vie', '16 marzo' o 'Marilù'. La musica è legatissima alla stato d'animo.
Laffranchi:  Possiamo ipotizzare un tuo ritorno a Sanremo, in gara, come super-ospite o in altri ruoli? Ti ha già chiamato Amadeus?
No, assolutamente no. Sarebbe bello tornare perché è un palco che mi ha dato tanto e, in questa epoca chiusi in casa, ha fatto anche tanto per le persone e ha avuto più valore degli anni scorsi. Il direttore artistico ha fatto un percorso e delle scelte pazzesche, rendendo il Festival di Sanremo una grande vetrina per i giovani. Non so se l'anno prossimo ci sarò, adesso mi sto dedicando alla mia vita e me la sto godendo.