"INCOSCIENTI GIOVANI"11 feb 2025

Achille Lauro a Sanremo: prima era "come un alieno", ora è di casa

L'artista ha anche svelato come si svagherà dopo ogni serata della kermesse...

A poche ore dall’inizio della prima puntata del Festival di Sanremo 2025, Achille Lauro è arrivato al Fuori Sanremo ai microfoni di Mauro Marino e Francesca Leto. Per l’artista, l’Ariston è una seconda casa, dal momento che ha già calcato il palco della kermesse nel 2019 con “Rolls Royce”, nel 2020 con “Me ne frego” e nel 2022 con “Domenica”. Quest’anno, invece, si presenta con un brano che ha definito “retrò, importante, che parla di ‘noi’, gli ‘Incoscienti giovani’”. Sicuramente, la canzone farà parte dei progetti che costelleranno il 2025, come le date al Circo Massimo di Roma del 29 giugno e del primo luglio.
Come stai?
Tutto bene, alla grandissima. Tra poco si suona! Abbiamo dovuto tenere la canzone nascosta per 6 mesi e ora finalmente ci scontriamo con la realtà.
“Incoscienti giovani” ha avuto una lavorazione lunga… 
L’ho scritta un paio di anni fa, quando ho buttato giù i primi accordi, le prime parole.
Com’è lavorare per così tanto tempo a una canzone?
Questa in realtà ha avuto iter abbastanza strano; tutte le mie canzoni che ho portato a Sanremo non erano per Sanremo. “C’est la vie” o “Rolls Royce” le ho scritte di getto, senza musica. Di questa invece ho scritto tutta la prima parte e ho pensato fosse gigante, quindi l’ho lasciata lì a riposare.
Nel frattempo hai trovato una quadra…
Mi dannavo perché quando ho fatto i primi accordi, scritto le prime parole ho detto subito “qua c’è qualcosa di grosso in pentola”. Poi pian piano ha preso forma.
Tu sei un artista che non si ripete mai, anche a livello di look e di esibizione a Sanremo: ci ricordiamo i tuoi “quadri”…
Io vivo sempre un momento strano perché prima dicono "ma guarda questo” e poi “che belli i quadri”!
Guardandoti indietro rifaresti quello che hai fatto?
Rifarei tutto!
La tua originalità è indiscussa, come dicevamo, anche nella scelta dei look: ci pensi prima, studi, ti fai aiutare dal tuo staff?
Tutto quello ce ho fatto a Sanremo e in carriera parte da una canzone e dalla visione che ho e abbiamo. C’è sempre un grande lavoro di pensiero alla base. Poi mi affianco a persone di cui mi fido tantissimo e trovano sempre buone idee e mi affianco ai direttori creativi. Ci sono anche casi in cui le canzoni non hanno bisogno di nulla, solo dell’essenziale. Ma quando trovo lo spunto non ho paura di premere l’acceleratore. 
E dopo il Festival cosa succede?
A livello di team abbiamo preso jazz club, quindi dopo le serate ci troveremo lì. Ci divertiamo. Non aspetto altro che il post serata! Anche se non vedo l’ora di cantare, sono impaziente. Vi ricordo che io nel 2020 sono sceso dalla scala dell’Ariston vestito da Regina Elisabetta.
Com’eri ai tempi?
Era 2019 ed ero un outsider totale. Claudio Baglioni ha dato il via al grande cambiamento a Sanremo e io e Mahmood abbiamo iniziato a portare sul palco la vera identità. Mi guardavano come un alieno, ma ora la cosa si è molto attenuata.
Hai fatto anche “Ragazzi Madre – L’Iliade”, il tuo progetto con cui aiuti i giovani...
Sono anni che seguiamo le persone che hanno bisogno. Noi, anche grazie al San Donato, possiamo fare tante belle cose e abbiamo intorno persone che ci aiutano a farlo.