Prima parte: “Muhammad Alì”, “Voglio”, “Ti ho voluto bene veramente”, “In un giorno qualunque”, “Dove si vola”, “Sai che”, “Atlantico”, “Pronto a correre”.
Lo show inizia dietro il kabuki, con le ombre dei tre coristi che intonano un canto tribale e e quelle della band che si svelano poco a poco. Marco Mengoni appare all’improvviso sulla passerella e travolge il pubblico con la sua musica. Quando il kabuki cade, rivela una scenografia scarna e minimale, che solo alla fine della prima parte dello spettacolo inizia ad arricchirsi con tre blocchi luminosi ed estensibili calati dall’alto. Oltre ai suoi pezzi, l’artista intona anche “Someone like you” di Adele. A chiudere il primo capitolo del concerto, un monologo di Marco: “Sei l’insieme di tutte le esperienze che fai, le cose che non hai detto in tempo o affatto, sei tutto il male che eviti e quello che affronti fino in fondo… Sei fatto per il 60% di acqua, per il 30% delle persone che ami e per il 10% di quello che ti manca”.
Seconda parte: “La ragione del mondo”, “Buona vita”, “Parole in circolo”, “Proteggiti da me”, “Dialogo tra due pazzi”, “La casa azul”, “Onde”, “Amalia”.
Per questa fase dello show, dal sapore decisamente latino, Marco sceglie una scaletta da veri appassionati e riarrangia i suoi pezzi prendendo ispirazione da tutti i suoi percorsi d’ascolto presenti e passati. C’è un mash up con “Chan Chan” di Compay Segundo - Buena Vista Social Club, si sente “A change is gonna come” di Sam Cooke e si intuiscono sonorità afro, soul, latine e persino un canto calabrese. Sui ledwall, un video che celebra la vita dalla natura alla città metropolitana, uno con i ritratti da bambini di tutte le persone che stanno lavorando a questo tour e un altro con l’alba di un cielo africano. E’ con le ultime tre canzoni che il palco si evolve ancora: i blocchi luminosi scesi dall’alto si estendono e mostrano altri nove schermi, dove si gioca con l’immagine di Frida Kahlo. Anche questo secondo capitolo dello show si chiude con un monologo dell’artista, accompagnato dalla proiezione di titoli di giornali da tutto il mondo: “Siamo stati più belli di così, più buoni, siamo stati più comprensivi forse, più umani, più giusti… Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile, sempre”.
Terza parte: “Guerriero”, “Mille lire”, “20 sigarette”, “Le cose che non ho”, “Non passerai”, “Esseri umani”, “Credimi ancora”, “Io ti aspetto”.
Il palco continua la sua costruzione in divenire e, durante il primo brano di quest’ultima fase del concerto, appaiono due lunghe passerelle laterali, che portano Marco Mengoni a cantare vicinissimo al pubblico e poi lo sollevano a sette metri d’altezza. Per la prima volta, l’artista si esibisce anche al pianoforte e intona una strofa e un ritornello de “L’essenziale” dettando con il Pala Alpitour. C’è anche un momento smartphone-free in cui le luci del palco si spengono completamente, per rendere impossibili le riprese e le foto con i telefonini e invitare il pubblico a godersi semplicemente il momento. Anche in questo capitolo dello show, non mancano i mash up e “Credimi ancora” si fonde con “Amazing” di Kanye West e “Pastime Paradise” di Stevie Wonder. Alla fine del live, la scenografia ha preso la sua forma completa.
Bis: “L’essenziale”, “Hola”.
Il palco torna alla sua forma minimal e Marco si siede un’altra volta al pianoforte. Il saluto al Pala Alpitour è il pretesto per sottolineare che questo concerto e questo tour non sono solo di Marco Mengoni, ma sono anche delle moltissime persone che ci stanno lavorando, di tutta la band e di tutto lo staff.
Stasera Marco Mengoni replica a Torino e l’1 maggio arriva a Milano per quattro date al Forum di Assago; le prime tre sono già sold out, per l’ultima sono ancora disponibili alcuni biglietti.
Radio Italia è radio ufficiale del tour.