News05 dic 2019

“Ecco perché mi chiamo D’Art”: #atupertu con Raf e suo figlio Samuele

In arrivo il video del loro duetto “Samurai”. In primavera, esce l’Ep di D’Art

Samuele Riefoli, figlio di Raf, ci ha spiegato come nasce il suo nome d’arte e ci ha svelato che sta lavorando sul suo primo Ep. In una video intervista #atupertu con la redazione di Radio Italia, ci ha anche raccontato come è stato lavorare in studio insieme a suo padre. Raf e D’Art ci hanno anche parlato dei loro gusti musicali e di come è nato il loro duettoSamurai”.

#atupertu con Raf e D'Art (Samurai)

Il nome d’arte di Samuele arriva dalla sua storia personale: “Mi chiamo D’Art perché a 13 anni mi crescevano già i baffetti e il pizzetto e i miei amici mi chiamavano D’Artagnan come il moschettiere. Io ho pensato che fosse troppo lungo e ho deciso di tagliarlo tenendo solo D’Art”, ha spiegato l’artista che ha solo 19 anni ma si dedica alla musica già da tempo. Suo padre Raf ha aspettato che il suo talento maturasse e l’ha coinvolto in una collaborazione: “Lui faceva musica da anni, produceva cose sue insieme ad altri amici ma non me le faceva ascoltare, perché aveva soggezione. I primi pezzi non li avevo tanto capiti ma, da un anno a questa parte, ho sentito che scrive cose molto interessanti e che io trovo molto belle, quindi ho capito che valeva la pena di spenderci un po’ del mio tempo e della mia attenzione, ma soprattutto volevo avere l’opportunità di capire e imparare da lui certe cose che per me erano incomprensibili. Da qui l’idea di scrivere una canzone insieme”. Il featuring si intitola “Samurai”, si può già ascoltare su Radio Italia e il video esce domani (venerdì 6 dicembre).
Per Raf e D’Art, lavorare insieme in studio è stato un vero scambio generazionale e anche un modo per conoscersi meglio: “Abbiamo scoperto che i nostri gusti musicali non sono così differenti, perché almeno il 70% della nostra playlist corrisponde. Non è tutto uguale, sia per questioni generazionali sia per questione di gusti, ma non abbiamo avuto grosse difficoltà a lavorare insieme in studio”, hanno spiegato gli artisti. Per Samuele, ovviamente, realizzare una canzone con Raf è stato anche un modo per scoprire cose nuove del mestiere di musicista: “Ho imparato molto riguardo le tecniche musicali, come scrivere i pezzi e come perfezionare la voce. Certe stonature io non le sentivo e lui mi aiutava a correggerle. I rapper usano spesso l’autotune, mio padre invece ha molta esperienza dal vivo e soprattutto è un perfezionista e dà importanza a ogni dettaglio”.
Samuraiè solo l’inizio del percorso artistico di D’Art, già al lavoro su un Ep di cinque o sei tracce che potrebbe uscire a marzo. Questa volta, però, il papà starà solo a guardare: “Non voglio essere invadente. Avere un padre con un passato nella musica rischia di essere ingombrante. Lui ha una sua personalità che deve sviluppare e deve cercare di affermare nella musica e non solo. Io mi riserverò il ruolo di supervisore, ma lui deve fare da solo”.