Valeria Rossi, romana/tripolina, arrivata all&#39;improvviso dal nulla dell&#39;anonimato profondo, stravolge le regole e ci riporta proprio a quelle epoche lontane dove la curiosit&agrave; del &quot;dopo&quot; era forte, ma soprattutto rispondeva alle aspettative. L&#39;album di esordio, &quot;Ricordatevi dei fiori&quot; (quale titolo migliore per una &quot;appassionata di gelsomini siciliani al tramonto&quot; come Valeria si dichiara ) &egrave; un cd con la missione ben precisa di cancellare dall&#39;immaginario di tutti la parola &quot;episodio&quot;. &quot;Tre parole&quot; &egrave; stato semplicemente il pi&ugrave; efficace e veloce battistrada per arrivare alla conoscenza di un intero mondo musicale che &egrave; dentro questa artista. Ascoltare anche solo una volta canzoni come &quot;Tutto fa l&#39;amore&quot; (l&#39;unico che vede la presenza di un co-autore, il poeta contemporaneo Pasquale Panella), &quot;Come un girasole&quot;, &quot;La donna invisibile&quot;, &quot;Straniero&quot;, &quot;Le richieste delle donne&quot;, &quot;Pensavo a te&quot;, &quot;Ossigeno&quot;, &quot;Non ho sonno&quot;, vuol dire dare subito credito alla sua formazione &quot;alta&quot; dichiarata in ogni intervista: Joni Mitchell, Queen, Santana, David Bowie, Simon&amp;Garfunkel, Pat Metheny, Jaco Pastorius, Cesaria Evora, tutti dischi che erano in casa, discoteca di base non solo dei fratelli maggiori ma piccolo patrimonio culturale di una famiglia senza dubbio stimolante che permise all&#39;adolescente Valeria, &quot;introversa attiva&quot;, di seguire la propria strada. Una formazione vera, autenticamente assimilata e sedimentata, senza infatuazioni o tentazioni di gettarsi sul versante di qualcuno: la prova sta tutta nell&#39;originalit&agrave; e nella personalit&agrave; di queste 11 canzoni ossigenate dalla freschezza di una voce che interpreta giocando e che gioca interpretando ( in realt&agrave; sono 13 con l&#39;aggiunta di &quot;Denso&quot;, uno strumentale elettro-acustico di grande potenza evocativa, quasi uno spunto cinematografico, e la &quot;ghost track&quot; &quot;Non &egrave; bello&quot;). Canzoni dove la rima vincente non &egrave; &quot;sole/cuore/amore&quot; ma &egrave; altrettanto facile in termini squisitamente ideologici: semplicit&agrave;/melodia/universalit&agrave; e ancora cuore. Un cuore che vuol dire l&#39;onest&agrave; di conquistare chi ascolta con un lavoro vero fatto sui pentagrammi e non sulle tastiere effetti dei computer. Il cuore di chi investe e crede nella canzone come forma di arte e di cultura popolare, il cuore di chi fa un album come questo dove non esistono figli e figliastri. S&igrave;, per dirla come si fa oggi, &quot;Ricordatevi dei fiori&quot; &egrave; una miniera di singoli di successo, di hits da alta classifica. Per dirla alla maniera di ieri &egrave; una &quot;opera prima&quot;. Per dirla e basta &egrave; uno degli album migliori pubblicati negli ultimi tempi.