IL MONDO È NOSTRO08 nov 2022

Tiziano Ferro, l’emozione dell’anteprima del nuovo album: “Ci sarà anche Victor”

L’artista si commuove, nel Reward Music Place, mentre facciamo sentire in esclusiva alcune delle canzoni che troveremo ne “Il mondo è nostro”, disponibile dall’11 novembre: dal prossimo singolo “La prima festa del papà” alle nuove collaborazioni, Tiziano ci spiega cosa dobbiamo aspettarci e, per la prima volta, canta “La vita splendida” in pubblico

Tiziano Ferro non nasconde l’emozione, ma trattiene le lacrime, quando sente le canzoni del suo prossimo album, in anteprima, su Radio Italia solomusicaitaliana. L’artista è ospite nel Reward Music Place e, in diretta con i nostri speaker Mauro Marino & Manola Moslehi, presenta “Il mondo è nostro”, il nuovo disco di inediti in arrivo venerdì 11 novembre, anticipato dal singolo “La vita splendida”: Tiziano lo canta, per la prima volta, davanti a un pubblico, ma regala anticipazioni anche sulle nuove canzoni e i featuring del disco. “Come ho convinto mio marito Victor a partecipare?”: ecco la risposta nella sua intervista.
Che bello rivederti!
Sono molto emozionato. Tornare qua ha un valore emotivo grande. Sono successe tante cose belle, essere qui è una di quelle epifanie quasi catartiche. Ci sono stato tante volte, ma c’è stato un periodo in cui tutto era virtuale, avevo comprato una maglietta con scritto: ‘Sei mutato’. Quando mi avete salutato oggi, è stata un’illuminazione.
Abbiamo sentito “La prima festa del papà”, che sarà il tuo nuovo singolo.
Non ero pronto ad ascoltarla subito. Il titolo fa credere che io parli prettamente di paternità, ma parlo anche di gratitudine, sogni, notizie che non si aspettavano. La mia generazione è stata l’ultima a vivere su un vagone di una mentalità antiquata. Ero con la testa in un’idea che mi aveva visto reso. Il messaggio di mio padre, che cito nella canzone, non l’ho reinterpretato, l’ho proprio copiato: è un gesto potente ma, lì per lì, ho provato inadeguatezza, come se non me lo meritassi. Domandandomelo, mi son reso conto che pensavo ancora con il pezzo di anima che era rimasto atrofizzato da anni, senza poter sognare. È un pretesto per parlare di qualcosa che per me è un miracolo.
In questi 13 brani c’è di tutto, tutti i generi che accompagnano la tua musica
Vi posso assicurare che, dopo ‘La prima festa del papà’, il peggio è passato! Non c’è niente di nuovo in questo album: per me, i dischi sono la pagina bianca in cui racconti la tua vita per quello che è. È un privilegio essere ascoltato; cambiano le epoche, ma la verità è che in questo album non mi sento né migliorato né peggiorato. Le canzoni si fanno così per me, altrimenti è meglio aspettare.
In questo album, racconti semplicemente quello che ti è successo: è la chiusura di un cerchio?
Ho vissuto la mia vita, finora, cercando di ridurre al minimo le versioni di me. Ho sfrondato tutte le foglie secche, è più facile essere se stessi: quando mi odiano, almeno mi odiano per quello che sono. Quando invece giochi al ribasso o al rilancio, non ti dai la possibilità di arrivare alle persone. Farlo con trasparenza ti fa sentire in pace anche con l’errore. Poi è stato bello scoprire altri linguaggi, dal documentario al libro, ma la canzone rimane quel giardino intoccabile. Puoi odiarla, ma è vera e non me la puoi toccare. La musica è una delle cose più antiche e rimane super-potente in un mondo digitale.

Tiziano Ferro ospite di Radio Italia

Ne “Il mondo è nostro”, in uscita l’11 novembre, si sogna, si piange e... si balla!
Nella mia storia, ho fatto tante canzoni per ballare. Se non gli dai attenzione, non esistono: le canzoni intense, che ti scavano, le accogli più volentieri e per quello rimangono in testa. Ma penso di aver fatto ballare tante quante hanno fatto piangere. A me la musica piace tutta: il bello del pop è che puoi fare tutto, non esistono codici. È giusto farlo così, altrimenti sarebbe estremamente noioso.
Hai coinvolto anche Victor ne “Il paradiso dei bugiardi”: come ci sei riuscito?
Con la coercizione, è nel contratto coniugale! (scherza, ndr) Nel pezzo che apre il disco, c’è una frase parlata: avevo bisogno di un annunciatore, e quindi... perché dovevo pagarne uno? Sono andato da lui con il cellulare: ‘Ciao, mi devi dire questa frase’. Così lo ha registrato sul cellulare ed è finito nel pezzo. Lui non ha avuto né scelta né possibilità di selezionare: non siamo andati in studio, ma è successo tutto al cellulare. È spontaneo e fa ridere, ma lui ha una bellissima voce… anche se il karaoke non è esattamente il suo forte! ‘Il paradiso dei bugiardi’ parla di haters e di come gli diamo la possibilità di esistere. L’era digitale ci manipola e ci fa dimenticare che, se c’è un hater, ci sono almeno altri 100 ‘lovers’. Penso sia importante avere tolleranza zero verso gli haters, perché ancora non siamo protetti da questi personaggi, che possono nascondersi dietro un avatar finto. È chiaro che non si può più vivere così: quindi, ho preso qualcosa che mi ha ferito e l’ho fatta diventare qualcosa di produttivo. Mi sento in pace anche solo perché sia nel disco. Mi sono dato questa regola: la difficoltà dev’essere spunto per il progresso.
Abbiamo ascoltato in anteprima, per la prima volta, anche “Il mondo è nostro”.
In questo momento c’è tutto il mio rispetto per i cantanti che devono andare a Sanremo e cantare la canzone per la prima volta. Come faccio a partecipare? Io non riesco nemmeno ad ascoltarla per la prima volta, figurati a cantarla!
C’è una panoramica molto intensa dei tuoi anni in questo brano...
Questa cosa mi colpisce ma, per qualcuno, potrebbe anche non essere una cosa intensa. A me fa impazzire l’idea che poi una canzone diventi di tutti. Questa è una canzone che ho scritto completamente da solo. Non vedo l’ora di come le persone la declineranno e cosa ci vedranno gli altri. Per questo, sono così teso!
Nell’album ci sono anche parecchie collaborazioni.
Io avrei fatto tutti i dischi così ma, in passato, la musica italiana è sempre stata un po’ restia: pochi duetti. Io invece arrivo dall’amore per la musica R&B, Black, caratterizzata da tante collaborazioni. Adesso invece i giovani hanno sdoganato questa cosa, quindi… adesso state zitti e faccio tanti duetti! Thasup ha tracciato una linea, sfrutta l’autotune ma è anche un grande cantautore, ancora non capisce quanto resterà nel tempo. La nuova generazione mi rende orgoglioso, ma mi vengono in mente Ultimo, Blanco, Madame… Mi piacciono tanto anche i Pinguini Tattici Nucleari: mi fanno pensare agli 883 degli anni ‘90, hanno questa passione nei confronti del pop che diventa un linguaggio utilissimo. Spero che questi artisti nuovi continuino ad essere così aperti alle collaborazioni.
Abbiamo sentito in anteprima anche “Addio mio amore”, dove “mio amore” in realtà non è una persona...
La canzone è nata dalla ritmica, perché giocavo con una batteria elettronica. L’ho scritta da solo, ma poi ha preso una piega molto diversa: il testo è dark, la musica invece poteva essere quella che veniva suonata in discoteca negli anni ‘80. ‘Addio mio amore’ parla del rapporto con la salute mentale e la depressione. Mi piace che se ne parli, ma non che si possa usare come elemento di colore: non si parla di cura, di mancanza di stigma, dei reali sintomi... C’è ancora questo senso di terrore verso una cosa che può essere più facile e risolvibile. L’ispirazione l’ho trovata da un podcast di Lady Gaga con Oprah Winfrey: lei parlava in modo brutalmente chiaro del suo percorso di recupero per la salute mentale e fisica. Veniamo da un passato in cui farmaci e cure erano somministrate malissimo e sono diventate un tabù. Ora invece c’è amore nei confronti di quello che è diventato solo ‘una cosa’: si può risolvere, ma non se ne parla. In questa canzone, c’è l’immagine affascinante di una donna brava a plagiarti: la depressione ti convince che il tuo dolore sia la zona di conforto. Questa è una cosa pericolosa ed è importante parlarne nel dettaglio, senza vergogna.
Pensando alla scaletta del tour, sarà complicato ricordarsi tutte le canzoni!
Su quelle vecchie vado liscio, ma sulle nuove… Per me sparisce completamente il testo. Questa la chiameremo ‘la maledizione di Laura Pausini’. Lei me lo disse: ‘Ne parliamo poi...’, quando facemmo una trasmissione. Lei, usando il gobbo, disse: ‘Vedrai’! Mi sa che quel momento è arrivato… Ma voglio provare a non usarlo! È un tema controverso, dopo averlo visto usare anche ad Ultimo mi sento meno in colpa.
Alcuni testi sono anche complicati, sei uno dei pochi che usa il passato remoto...
Siamo rimasti io e Amedeo Minghi! Questa cosa me la disse un amico irlandese che insegna italiano nel Regno Unito. Ma questa scaletta sarà un delirio! Io non so come faccia Claudio Baglioni a cantare 4 ore! È la prima volta che è difficile scegliere qualcuno potrebbe rimanere deluso. Ma il concerto per me è solo il canto corale, è una festa. Non verrò più sparato in aria o cose del genere, ma è importante divertirsi. Dev’essere una festa.

Tiziano Ferro, "La vita splendida" live per la prima volta

Mentre andava in onda “La vita splendida”, non ti sei trattenuto e hai iniziato a cantarla proprio qui!
Non avevo mai cantato questa canzone se non davanti a un muro. Non vedo l’ora di cantarla dal vivo, è nata per i live. È l’unica cosa che conta: puoi andare al numero 1 in classifica, ma capisci quando una canzone arriva in maniera diversa. E devo ringraziare pubblicamente Brunori e Dimartino perché sono stati molto generosi con me e l’hanno fatto con un amore puro. Dario è una delle persone più carine dell’universo e quindi voglio anche ringraziarli in pubblico, dopo averlo fatto sui social.