News23 mar 2021

Negramaro a Radio Italia: auguriamo a tutti di vivere una vita da band e di sognare gli stadi

Radio Italia e il Corriere della Sera con Giuliano Sangiorgi e Andro per il Negramaro Day: guarda l'intervista!  

Oggi per Radio Italia e per il Corriere della Sera è il Negramaro Day e i nostri Mauro e Manola si sono collegati con Giuliano Sangiorgi e Andro per parlare del presente, del passato e del futuro della band. Per l’occasione, a loro si è unito anche il giornalista Andrea Laffranchi del Corriere della Sera.
Com’è è andato il vostro concerto in streaming “Primo contatto”?
E’ andata benissimo. E’ stata una bella esperienza in questo periodo difficile, un’ottima soluzione per muovere un po’ le acque e far ripartire qualcosa perché ne abbiamo veramente bisogno. Siamo molto contenti. Nel momento in cui tutto è ritornato rosso imprevedibilmente, siamo ancora più consapevoli del fatto che questo concerto serviva anche a dare una speranza per la riapertura, che siamo sicuri avverrà. Questo è l’ultimo momento in cui dobbiamo stringere i denti e aiutarci a vicenda”.
Il vostro primo disco risale a 18 anni fa…
Siamo giovani dentro! Non ci si crede, da una parte sembra ieri, è tutto passato così velocemente. Ma questo è segno di un percorso denso e quindi il tempo passa in fretta. Evidentemente abbiamo fatto tante cose belle e 18 anni sono volati”.
Però la vostra non è stata una storia semplice…
Non lo è stata, ma allo stesso tempo lo è stata. E’ stato semplice stare insieme perché non è stata una cosa forzata. Sentiamo una familiarità quasi naturale, siamo davvero ‘congiunti’! Quando mia madre da ragazzino diceva che facevo sacrifici, io pensavo che era pazza. Noi andavamo a suonare a Treviso la sera sapendolo la mattina, per noi era un sogno. Prendevamo il pullman e facevamo andata e ritorno in 24 ore, senza sacrifici perché la bellezza di tutto ripagava di queste fatiche. 20 anni di una band in Italia, stadi, palazzetti, concerti incredibili… io inizio a dire che invece è stata una storia semplice, perché sarà anche di buon monito per chi verrà e per chi vorrà avvicinarsi a questa cosa bellissima che sono un gruppo di amici che si trovano a suonare insieme, anche perché bisogna un po’ allontanarsi da questo falso mito della cameretta che ti porta a far musica in streaming completamente da solo. Io credo di augurare il meglio a chiunque augurando una vita da band, perché è una piccola Repubblica, un piccolo Stato, quindi io auguro a tutti di non rimanere in camera sognando lo streaming, ma di allargarsi alla veduta di una band sognando comunque e sempre gli stadi”.
Com’è stata questa esperienza sanremese da super ospiti in questo anno da lockdown?
E’ stato un Sanremo un po’ mutilato da certi punti di vista, però diciamo che quando si sale su quel palco tutto si sanremizza e ritorna quell’emozione e quella forza comunicativa che è in grado di dare questo Festival. Noi abbiamo lavorato com molta attenzione ai nostri contenuti, dalle cover ai monologo di Giuliano, ai brani del disco che abbiamo presentato. Dai feedback, tutto è arrivato in maniera molto forte alla gente. Avevamo una paura incredibile di andare a toccare Lucio Dalla però, con la produzione di Andro, i Negramaro in studio per tanto tempo a lavorarci e la grande attenzione a quello che ha cantato Lucio in quel brano, finalmente con una versione non censurata, abbiamo deciso di omaggiare quella liberà autoriale che all’epoca aveva poco spazio e che oggi invece ne sta trovando, grazie a generi come il rap che hanno un linguaggio più spigoloso”.
Giuliano era emozionantissimo…
Ero molto emozionato ma allo stesso tempo tranquillissimo e mi era successo un’altra volta, quando ha fatto Lucio Dalla il 4 marzo del 2013 in piazza a Bologna: io pensavo che non ce l’avrei fatta a cantare, invece anche in quel caso Lucio mi ha offerto una confort zone con i suoi grandi classici e le sue grandi canzoni. Io invito a toccarli sempre questi grandi, anche se non li raggiungerai mai, come nel caso di Modugno: non lo raggiungeremo mai ma quello che stato fatto dai Negramaro con quella canzone… è giusto che le nuove generazioni possano ricordare questi grandi. A Sanremo mi sono sentito stranamente capace di gestire quella grande emozione. Io voglio essere divorato dalle emozioni e penso che fosse evidente”.
Siete stati i prima a scovare Madame e a portarla con voi a lavorare.
Non siamo stati proprio i primi, ci siamo accorti di lei quando aveva già scritto cose interessanti. Dopo 10 anni che abbiamo scelto di non far più featuring, con Madame è stato l’istinto che ci ha portato verso questa giovane artista. Già tre anni fa avevamo ascoltato le sue prime cose e l’abbiamo coinvolta in un disco davvero impegnativo e corposo. Lei ha sentito una responsabilità positiva e noi siamo stati anche una bella palestra per il suo Sanremo: quello era l’intento buono dei Negramaro, quello cattivo era quello di usare la sua energia per noi. Ci siamo trovati d’accordo in due generazioni differenti senza parlare, solo musica, canzoni e scrittura. Brava Francesca!
Radio Italia sarà radio ufficiale del vostro tour. Come immaginate il vostro ritorno in concerto?
Stage diving per tutte le date, non scherzo!!! Noi ci speriamo e non siamo soli a credere a questa cosa, ci sono anche Live Nation e Sugar, però siamo davvero convinti che ce la faremo. Se ce la facciamo re iparte tutto come pensiamo, mi dispiace per il pubblico, ma io uno stage diving ogni sera lo devo fare!
Anche la firma del Corriere della Sera Andrea Laffranchi ha raggiunto Mauro e Manola negli studi di Radio Italia per salutare i Negramaro e fare loro una domanda.
“Contatto” è una parola importantissima: prima era stata un po’ sminuita dai contatti della rubrica del telefono, oggi è diventata davvero molto attuale. Anche le canzoni cambiano, ma in questo caso è successo tutto molto velocemente…
Hai colto nel segno di quello che è successo proprio all’etimologia della parola. Dietro la parola ‘contatto’ c’è tanta fisicità, ma nell’era tecnologica aveva perso un po’ questa caratteristica. Già due anni fa pensavamo di riportarla a questo senso, ma adesso la parola ha fatto un triplo salto vitale, nel senso che è diventata il sogno di tutto un pianeta. Tutti di notte sogniamo di toccare qualcuno e di essere toccati da qualcuno. E’ evidente che questa parola ha cambiato senso diverse volte, ma mai come adesso è diventata la parola più importante del pianeta. Secondo me per la rubrica telefonica troveremo un’altra parola, perché l’aura attorno alla parola ‘contatto’ sta diventando quasi religiosa. Anche questa iniziativa di Radio Italia e del Corriere della Sera capita al momento giusto, perché c’è bisogno di più contatto fra gli artisti e il pubblico”.