News08 feb 2020

Biagio Antonacci: “Avevo previsto la vittoria di Laura Pausini a Sanremo”

“Quella volta al Festival del 1993 chiuso fuori dall’hotel...”

Biagio Antonacci, super-ospite dell’ultima serata del Festival, racconta alcuni aneddoti su Sanremo, ricorda il telegramma che inviò a Laura Pausini e traccia un primo bilancio sul suo ultimo album Chiaramente visibili dallo spazio al Fuori Sanremo Reward Intesa sanpaolo.
In diretta su Radio Italia con Simone e Daniela, Biagio anticipa che cosa farà sul palco dell’Ariston e parla dei concerti che lo vedranno protagonista al Teatro Carcano a settembre.
A Sanremo come ospite. “Nell’88, la prima volta, mi eliminarono. Che fortuna oggi tornare ed esserci”.
Sono rivincite. È capitato più volte che un brano non andasse bene a Sanremo, ma ottenne poi un grande successo nelle vendite.Nell’88 ero disperato, pensavo che la mia vita artistica fosse finita. Ho saputo aspettare e negli anni qualcuno mi ha aperto la porta. Radio Italia è stata una delle prime a trasmettere Voglio vivere in un attimo. Lavoravo in cantiere e mi ascoltare alla radio. Voglio dire che di eliminato non c’è nessuno, soprattutto i giovani di oggi che sanno rendersi indipendenti al di là di certi meccanismi”.
Sanremo a volte è un punto di inizio, altre un punto di arrivo.Penso che la mia carriera sia stata fortunata, ho fatto un po’ tutto, ho provato. Nel 1993 sono tornato a Sanremo tra i Big, mi sono classificato settimo. Dopo quella volta non sono più tornato a Sanremo se non come super-ospite”.
Nel video di Ti saprò aspettare c’è anche Gigi Buffon… Lui è un campione, un amico. Mi piaceva condividere la panchina con un uomo che penso diventerà un allenatore. È un esempio, è molto amato dai ragazzini. Poi è stato bello in questo campo di periferia frequentata dai genitori”.
Ci sono altri atleti che ti piacciono e possono essere esempi per i giovani?Tutti. Anche uno come Diego Armando Maradona, al di là degli sbagli, lo è per la capacità, il carattere che porti avanti e la costanza”.
Tu giochi ancora?È da un po’ che non frequento Nazionale Cantanti, anche perché si diventa grandini e si ha paura di farsi male”.
Però ti alleni, vai a correre. Non puoi non essere allenato, altrimenti perdi lucidità e forza di concentrazione. Anche perché nei concerti non si tratta solo di correre, bisogna cantare”.
È vero che il tuo primo approccio con Laura è stato a Sanremo? La conoscevo, cantava con il babbo a Bologna. L’ho vista in tv e ho detto ‘Ma è la figlia di Fabrizio’. Ho subito pensato che avrebbe vinto. Le ho scritto un telegramma ‘Sei la più brava, vincerai’”.
Ci racconti un altro aneddoto su Sanremo? Nel Sanremo 1993 sono arrivato tardi in hotel e non mi hanno fatto entrare. Non avevo documenti né chiavi. Un signore non si fidava, avevo i capelli lunghi. Ho dovuto dormire in un altro hotel nella camera di un mio musicista. Poi il signore mi ha chiesto scusa, ma aveva ragione”.
Il tuo album “Chiaramente visibili dallo spazio” è uscito da un po’ di mesi. Un primo feedback?È un disco molto intimo, cantautorale, con una vena pop malinconica, mi ricorda il Biagio Antonacci di qualche anno fa. È un disco che va ascoltato e meditato. Poi ci sarà un tour a settembre al Teatro Carcano e suonerò da solo con pianoforte e chitarra, per trovare l’essenza. Un cantautore anche se va via la luce deve andare avanti. La parte più intima viene fuori al teatro, puoi parlare con la gente, spesso la comunicazione manca negli spazi grandi. Hai gli occhi puntati su occhi di chi ti guarda”.
Cosa dobbiamo aspettarci questa sera? Farò una cosa diversa. Farò il singolo Ti saprò aspettare, chitarra e voce Quanto tempo e ancora, poi arriva l’orchestra e facciamo Iris e Libertatemi in una versione rock orchestrale potente”.