News04 mag 2017

Samuel: il nuovo singolo, il tour, il docufilm e i cappelli portafortuna

L’artista si racconta davanti al mixer nella video-intervista #atupertu

Samuel svela il nuovo singolo scritto con Jovanotti “La statua della mia libertà”, il tour del disco “Il codice della bellezza”, il docufilm del progetto e la sua passione per i cappelli. La voce dei Subsonica spiega i pregi e i difetti di suonare con una band, in trio o da solo e si racconta davanti al mixer nella video-intervista #atupertu con la nostra redazione, visibile alla fine di questa notizia di radioitalia.it, in occasione della puntata di RADIO ITALIA LIVE che lo vede protagonista.
IL SINGOLO. La nuova canzone di Samuel, in uscita venerdì 5 maggio, si intitola “La statua della mia libertà” ed è uno dei cinque brani del suo album solista “Il codice della bellezza” firmati con Jovanotti. Il pezzo, il cui video è stato girato per le strade del mercato di Ballarò di Palermo, segue il successo della canzone presentata al Festival di Sanremo 2017Vedrai”, di “La risposta” e di “Rabbia”.
IL RITMO. Davanti al mixer, l’artista spiega perché “La statua della mia libertàè una delle tracce più ritmate e danzerecce del disco: “Questa canzone nasce da una musica che proviene dal sud del mondo, dove il ballo è una forma di comunicazione”, spiega, “Io e Lorenzo ci siamo trovati a New York e abbiamo buttato giù questa ritmica molto allegra e vivace e subito sono venute fuori delle frasi, in cui c’era di mezzo la libertà. Ho cercato di immedesimarmi in una persona che deve lasciare la casa che ama per salvarsi, un esodo di cui in Italia siamo testimoni. La festa, il ritmo solare e l’allegria della musica con il racconto drammatico creano un equilibrio completo e vibrante”.
NEW YORK. Quanto ha influito sul tema del brano il fatto che Samuel e Jovanotti lo abbiano scritto a New York?La statua della libertà il simbolo dei migranti che da tutto il mondo sono andati a cercar fortuna in America tra fine 800 e primi 900. Io però ho voluto riportare questa idea in Italia, perché quello che ho fatto è un disco italiano, fatto da italiani, che parla dell’Italia, anche se alcuni pezzi sono stati scritti all’estero”.
IL TOUR. Il cantante piemontese sarà in tournée per tutta l’estate, protagonista delle line up dei più importanti festival italiani con il suo “Il codice della bellezza Tour”, a partire dal doppio sold out nella sua Torino. Anche la data seguente del 18 maggio a Milano è ormai tutta esaurita. Radio Italia è Radio Ufficiale della tournée. “Sul palco ci sarà un enorme schermo con immagini rubate all’immaginario del disco: sarà un film de Il codice della bellezza. Suoneremo in tre: io e due amici torinesi, cha fanno parte di altre due band, che mi hanno aiutato a ricreare l’album con una chiave più energica, da live”.
LA BAND. Quali sono i pregi e i difetti di esibirsi con un gruppo come i Subsonica, con un trio e da solista? “Il gruppo è una realtà che ti impone la sottrazione: per stare insieme, devi togliere alcune parti di te per lasciare spazio agli altri. Da solo, parti da una tua idea e cerchi di armonizzarla il più possibile mettendo te stesso dentro. Ci sono pregi e difetti in tutte e due le faccende. Un difetto della band è che spesso è difficile mettere d’accordo tutte le teste, soprattutto se i membri hanno un forte carattere. Da solista, il difetto è un po’ di malinconia nell’affrontare le cose da solo: abituato da 20 anni ai viaggi in furgone con il gruppo, a prendere decisioni insieme e a condividere le responsabilità, oggi è tutto sulle mie spalle, tensioni comprese. Ero in una fase in cui avevo necessità di assumermi queste responsabilità, quindi le sto affrontando con grande forza”.
IL DOCUFILM. Continua intanto il lavoro di Samuel sul docufilm che narrerà tutto il progetto: “Il video-documentario racconterà tutto il percorso dell’album, da quando ho iniziato a lavorarci a quando ho incontrato le persone con cui l’ho scritto, da quando l’ho registrato a Los Angeles a Sanremo, dalle prove del tour fino ai viaggi dei concerti. Alla fine di tutto inizieremo a pensare a montarlo”.
I CAPPELLI. Samuel indossa sempre il cappello. Perché? “Ne ho un po’, però si consumano, quindi a un certo punto li butto, ma fortunatamente c’è una persona che me li fa su misura. Quindi ne avrò fin quando ne voglio praticamente. Ho sempre portato il cappello, anche quando avevo i capelli, poi pian piano è diventato una specie di protezione. Sono sempre stato molto timido, però ho imparato a gestire la timidezza mentre tempo fa il cappello mi serviva per nascondermi, infatti avevo quello con la visiera con cui potevi tranquillamente far finta di non vedere niente. Poi il cappello è diventato anche un portafortuna e un oggetto che mi piace scegliere, comprare e portare con me: ormai fa parte di me”.

#atupertu con Samuel (RADIO ITALIA LIVE)