News29 apr 2016

Marco Mengoni a Torino: musica, colpi di scena e l'omaggio finale a Prince

Ieri il debutto del tour, ci sono altre 15 date sold out

Alla fine Marco Mengoni l’omaggio a Prince l’ha fatto. Forse ha mascherato un po’ le carte o forse, più semplicemente, ci ha ripensato perché in via informale ai giornalisti che lo avevano incontrato prima del concerto aveva detto che non era previsto in scaletta. Chi non ha lasciato anzitempo il Pala Alpitour di Torino si è potuto così gustare una travolgente versione di “Kiss” a luci accese, ciliegina sulla torta di un debutto del tour coi fiocchi.
Il “Mengoni Live 2016” si è aperto sulle note di “Ti Ho Voluto Bene Veramente”, tra giochi di luci e un palco futuristico, mobile e disposto su più livelli. Marco, elengatissimo, ha fatto da gran cerimoniere, del resto prima di salire on stage aveva dichiarato: “Appena stampi un disco dici ‘Cavolo, avrei potuto farlo meglio’. Per fortuna hai i live in cui puoi far uscire la tua creatività musicale”. Verrebbe da dire per fortuna che c’è Marco, che viene accompagnato da un ritmato battito di mani su “Non Me Ne Accorgo” e che solo in questo istante pronuncia le sue prime parole: “Ciao a tutti, ciao Torino. Ogni volta che torno qua è sempre diverso, tipo che rimani senza parole anche se sei quello di Parole In Circolo”.
Poi tocca a “Nemmeno Un Grammo” e l’atmosfera si fa più intima con le luci dei cellulari a illuminare il palazzetto. “Resti Indifferente” fa da apripista a “Parole In Circolo”, la canzone manifesto dell’ultimo disco, che rialza il ritmo dello show, con tutto il pubblico che canta “Libero, libero, mi sento libero…” e le mani che ondeggiano verso Marco, che intanto balla con le sue due straordinarie coriste.
Il primo reading della serata con la voce di Marco introduce “Esseri Umani” e il primo grande colpo di scena: l’artista è seduto su una poltrona sospesa nell’aria. Lui, divertito, filma per qualche secondo i fan con lo smartphone e viene riportato piano piano sul palco, tra gli applausi della folla. “Ricorderai L’Amore” e “Dove Si Vola” portano alla prima dichiarazione d'amore tra Marco e il suo Esercito: “Non so se vi siete visti sugli schermi ma avete fatto tutto voi, grazie”, a cui i fan rispondono facendo partire il coro “Sei bellissimo”.
Il secondo reading di Mengoni arriva prima di “Pronto A Correre” e del secondo momento altamente spettacolare del concerto. Una parte mobile del palco si stacca e inizia a dirigersi verso il cuore del palazzetto, seguita da Marco che è sospeso nell’aria grazie ad alcuni tiranti. Un boato lo accompagna mentre raggiunge la struttura. A quel punto viene calato e approda su un mini-palco rotondo posto al centro del palazzetto. “Sentivo l’esigenza di essere più vicino al pubblico, al centro del pubblico”, aveva anticipato prima del live. “Essere lontano, sul palco, era come avere gli occhi chiusi” e ovviamente parte il suo omonimo pezzo.
Con “Solo”, introdotta da trombone, tromba e sassofono, la giacca e il papillon se ne vanno, Marco si arrotola le maniche della camicia bianca e si slaccia il primo bottone. Si va veloci con “Mai E Per Sempre” e “In Un Giorno Qualunque”. “Mi mancate”, dice scherzando il cantante alla band, e dopo la standing ovation del Pala Alpitour scende tra il pubblico e lascia il palchetto centrale protetto dagli uomini della sicurezza.
Il ritorno sul “main stage” è per tre brani in inglese: “Tonight”, “I Got The Fear” e “Freedom”, cover del successo di Pharrell Williams e dedicata a tutte le donne “che la libertà l’hanno aspettata fin troppo”. E via un altro bottone della camicia.
Non Passerai”, eseguita piano e voce, “costringe” i fan a tirare fuori nuovamente gli smartphone e la voce, ma quella in realtà c'è sempre stata. È la volta di “Solo Due Satelliti”, il singolo uscito oggi scritto da Giuliano Sangiorgi che tutti già conoscono a memoria. Dalla novità a “L’Essenziale”, non serve aggiungere altro. Una marea di voci accompagna Marco per tutto il brano, attimi da pelle d’oca.
Si continua con “La Valle Dei Re” piena di chitarra elettrica, mentre dei codici binari scorrono veloci sui maxischermi. “Una Parola”, con una spruzzata di “Black Betty”, e “La Nostra Estate”, con un accenno al Micheal Jackson di “Billie Jean”, spingono Mengoni ad invitare il pubblico seduto in platea ad alzarsi. Nessuno se lo fa ripetere due volte, il palazzetto di Torino sta tremando. Poi con “Io Ti Aspetto”, che genera un’esplosione di coriandoli, il clima si riscalda ulteriormente e apparecchia idealmente la tavola per il gran finale. Un vero Guerriero non può deludere il suo Esercito, quindi Marco torna sul palco, riprende il microfono, fa emozionare, si emoziona e alla fine esclama: “Spero di vegliare su di voi e di essere il vostro guerriero”.
È l’ultimo tripudio che Torino regala a Marco, ma ci sono già altre 15 date sold out che lo aspettano e chissà, tra un po’ di tempo, gli stadi. “Marco è giovane, li faremo quando sarà il momento giusto”, hanno dichiarato i vertici della sua casa discografica. L’impressione è che il talento di questo ragazzo di Ronciglione non abbia già più confini.
Andrea Daz per Radio Italia