Diodato ha dato nuova veste a dieci brani italiani degli anni ’60 in “A ritrovar bellezza”, l'album che raccoglie cover come “Senza fine” di Gino Paoli, “Ritornerai” di Bruno Lauzi, “Se stasera sono qui” di Mogol e Luigi Tenco, “Piove” di Domenico Modugno e “Eternità”, che è il singolo di lancio del disco: “È un brano dei Camaleonti che ho scoperto grazie ad un film di Paolo Virzì, La Prima Cosa Bella. Sin dal primo ascolto ho pensato che mi sarebbe piaciuto realizzarne una mia versione e questo disco è stata l'occasione giusta per farlo”, ha dichiarato il cantante. Nella produzione e nella riscrittura, oltre alla band che l’ha accompagnato nel primo lavoro “E forse sono pazzo” del 2013, Diodato ha avuto al suo fianco anche il quartetto d’archi GnuQuartet e il violinista degli Afterhours Rodrigo D’Erasmo che ha curato gli arrangiamenti degli archi di “Eternità”, “Senza Fine”, “Non arrossire” di Giorgio Gaber e “La voce del silenzio”, presentata a Sanremo nel 1967 dal duo Dionne Warwick e Tony Del Monaco.